Dodici.

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-Manca sempre meno a rivederti.
Buongiorno.-

Era Shawn.
Ogni minuto più carino. Più amabile. Più perfetto.

-Buongiorno. Non vedo l'ora di vederti su quel palco.-

Mi rispose dopo poco.

-Entra dal gate 5, cerca l'addetto alla sicurezza che si chiama John Mains e digli "sono Ang". Vai per le 5 del pomeriggio.-

-Perché?-

-Fidati.-

Feci come mi disse.
Alle 17.00 in punto ero davanti al gate 5, c'erano già un sacco di ragazze e degli agenti della sicurezza passeggiavano lungo le file.

Ad ogni poliziotto che passava ponevo la stessa domanda, fino a quando non beccai la persona giusta.

"John Mains?"
"Chi mi cerca?"
Finalmente. Un uomo alto con i capelli brizzolati si avvicinò a me.

"Sono Ang." Pronunciai solennemente.
"Biglietto?" Era titubante.
Gli feci vedere il biglietto. Annuì.
"Vieni con me. Sbrigati."
Lo seguii.

Sinceramente, avevo paura. Avevo un po' paura di ciò che avrebbe potuto attendermi.

Ma mi fidavo di Shawn in una maniera quasi inspiegabile.
Come se le sue canzoni, le interviste, le imitazioni mi avessero già fatto conoscere una sua parte.
Forse la migliore, forse no.

Fatto sta che sentivo di dovermi affidare a ciò che diceva. E così feci.
Immersa tra questi pensieri non mi accorsi che l'agente della sicurezza stava fermo davanti ad una porta tagliafuoco bianca. Chiusa.

"John Mains." Pronunciò.
La porta si aprì e l'uomo mi fece segno di seguirlo con la mano.

Ad un tratto si fermò di colpo.
Iniziai a sentire della musica.

"Adesso devi proseguire da sola. Sali queste scale e apri la porta con scritto 'Stage'. Okay?"
"Va bene, la ringrazio."
"Divertiti." Sorrise e andò via.

Seguii le sue indicazioni.
Iniziai a salire le scale e la musica si faceva sempre più forte, sempre più chiara.

Giunta a metà rampa, riconobbi la melodia: Never be alone.
Shawn stava provando quasi sicuramente. Mancavano poco meno di tre ore all'inizio del suo concerto a Milano.

Arrivai alla porta indicatami. La parola "Stage" era storta, scritta in stampatello con un pennarello verde su un foglio e attaccata con dello scotch trasparente.

Aprii la porta e un sacco di gente apparve davanti a me.
Una marea di 'ciao' mi sommerse, letteralmente.

Una donna sulla cinquantina si distinse dalla massa e mi indicò un corridoio.

Non capivo dove mi stessero mandando. Ma forse sapevo da chi.
Arrivai in prossimità del palco, intanto era cominciata Life of the party.

Rimasi un po' lì, ascoltavo l'arpeggio della chitarra, l'accompagnamento del piano e, poi, la voce di Shawn.

Mi feci coraggio e salii, facendo poco più di quattro passi.

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora