Venti.

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"Shawn, che ne dici di far fare un giro per New York ad Angelica?" Chiese Riccardo appena giungemmo nella hall dell'hotel.

"Non devi nemmeno chiederlo." Rispose il brunetto.

Tutta questa disponibilità mi metteva in imbarazzo, mi dava troppa importanza.
Non che non la volessi, ma che uno come lui stesse così tanto tempo con me era... strano.

"Shawn, perdonami, vado un attimo in camera a mettermi qualcosa di decente."

Dopo uno stancante volo ero impresentabile.
Capelli spettinati, matita sbavata perché mi ero stropicciata gli occhi, vestiti aggrinziti e le cosce avevano preso la forma delle pieghe del sedile.

Ero un mostro, insomma.

"Ti accompagno." Disse avviandosi verso l'ascensore.
"Non mi perdo in un hotel, tranquillo."
"Non si sa mai." Premette il pulsante dell'ascensore.

Decimo piano, camera 421. La 420 era di Riccardo.

Entrai e cercai di chiudermi la porta alle spalle, ma Shawn riuscì ad entrare.

"Se non ti dispiace dovrei cambiarmi."
"Morbido questo letto."
"Shawn, esci dai."
"Esiste il bagno." Rispose con un sorrisetto.
Sbuffai.

Andai in bagno e chiusi la porta. Mi sciacquai la faccia e mi accorsi che dovevo rifarmi tutto il trucco in modo da essere presentabile.

Mi guardai per bene allo specchio.
Avevo la faccia da procione, i capelli terribilmente elettrizzati e scompigliati.
Mi meravigliai di come Shawn non avesse riso nel vedermi.
Sembravo una barbona.

Poi mi infilai un vestitino a fiori e le vans gialle. Pettinai i capelli e poi li raccolsi in uno chignon e lasciai libere solo due ciocche laterali.

(Risparmio tutte le imprecazioni che mi sfuggirono per le ciocche che non volevano fare un qualcosa di decente.)

"Sei viva?" Shawn bussò alla porta.
"Sto uscendo, togliti da dietro, non vorrei sbatterti una porta in faccia."
"Ai suoi ordini."
Lo sentii rituffarsi sul mio letto, a peso morto.

Uscii dal bagno.
Shawn mi guardava con le labbra leggermente socchiuse. Quanto era bello. Mi venne voglia di baciargliele, quelle labbra. Ma non lo feci.
Mi limitai solo ad arrossire.

Avrei dovuto risparmiarmeli, quei pensieri.

"Devi smetterla di arrossire. Diventi ancora più bella." Osservò.
"E tu smettila di fare questi complimenti mielosi."
"Me li tiri." Sorrise.
"Mh... interessante." Sorrisi a mia volta.

Diventi ancora più bella.
Mi ripetevo quelle parole in mente, per assicurarmi di non aver frainteso, di non aver capito male.

E avevo capito benissimo.
E Shawn aveva rischiato di raccogliermi da terra, completamente sciolta.

Mi stava osservando e mi metteva in imbarazzo.
Si morse il labbro.
E io là sprofondai in pensieri che è meglio non citare.

Mi piaceva ogni secondo di più.

"Andiamo?" Interruppi quello scambio di sguardi.
"Andiamo." Rispose aprendomi la porta, come un maggiordomo.

Non so cosa scrivere, ahah.
Siamo quasi a 300 views e wow, siete assurde.
Ditemi che ne pensate e stellinate (?).

Besos!💋

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora