Ventiquattro.

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"Buongiorno, Ang."
Shawn mi aspettava sul ciglio della mia stanza.

"Ciao, Shawn."
Tra noi era tornato tutto tranquillo. Amici come prima.

Ad un certo punto chiuse la porta. Pensavo fosse uscito, invece me lo ritrovai vicino.

"Pronta per dopo?" Chiese con un sorrisetto malizioso che mi spaventò un po'.

"Beh, in realtà no. Non so come fare, cosa fare."
"Proviamo. Segui alla lettera i miei comandi, dobbiamo sembrare due normali fidanzati."
"Il problema è che la parola normale nel mio vocabolario non esiste."

Ad un tratto le linee irregolari del parquet della mia camera si fecero interessanti, aiutandomi a non incrociare lo sguardo del moretto.

"Proviamo a baciarci." Esordì lui.
"Cosa?"
"Oddio, dai, hai mai baciato un ragazzo per finta?"
"Ehm... no?" Nemmeno io sapevo rispondere con esattezza. Quella risposta era più una domanda a me stessa e al mio subconscio, in vacanza da tutta la vita.

"Io sì. Non sai con quante ragazze sono stato solo per non so quale motivo."
"Ah." Deglutii.
"Beh, ma ora sono maturato." Accennò un sorriso. Evidentemente aveva colto la sfumatura triste nel verso che avevo emesso poco prima.

"Proviamo almeno ad abbracciarci. Segui le mie indicazioni e stai tranquilla."
"Tranquillissima." Sorrisi.
In realtà, solo al pensiero, le mie gambe minacciavano di non reggere più il mio peso.

"Bene. Metti le mani attorno al mio collo. Sii naturale, stai sciolta. Ottimo. Io ti avvolgo la vita. Non intimorirti. Dopotutto, siamo amici. Adesso devi lasciare che il tuo corpo aderisca al mio. Sì..."

Si fermò. Sospirò, sorrise.

"Adesso guardami negli occhi e avvicinati."

Feci come aveva detto e mi fermai a pochi centimetri da lui. Andava bene. Avevo capito e mi sentivo più sicura.
Il suo calore, comunque, era una cosa spettacolare. Le mani grandi attorno alla mia vita, le fronti che si toccavano.

Mi ricredetti su tutti i pensieri stupidi. Dopotutto, non era mica uno stupratore professionista, no?
Rimanemmo così alcuni secondi. Ma ci sarei rimasta tutta la vita.

Ad un certo punto distolse lo sguardo dai miei occhi e lo posò sulle mie labbra e, con un gesto fulmineo, le fece congiungere con le sue.

Erano umide, calde, morbide, avvolgenti.
In realtà non so come descriverle. Erano perfette. Come lui.

Le labbra dei miei sogni, appartenenti al ragazzo dei miei sogni.
Ma stavo fantasticando troppo.
Non avevo solo le farfalle nello stomaco. Avevo uno zoo intero. Ma dettagli.

Shawn si staccò da me.

"Non volevo." Disse guardando a terra.
"Non è stato male." Sorrisi. Ero paonazza, un pomodoro.
"Ora so come si fa." Aggiunsi.

Sorrise anche lui.
"Mi piaci, Ang. Sul serio." Ammise.

Io stavo per sclerare come una forsennata. Volevo saltare sul letto e urlare ma non lo feci, anche perché sarei sembrata una persona detenuta in un manicomio.

"Anche tu Shawn. Sul serio."
Sorrise.

"Ma sono le dieci meno dieci e il set è a un quarto d'ora da qua, porca miseria!" Urlai.

Shawn rise e iniziò ad uscire dalla stanza.

Avevo voglia di aggiornare anche stasera.
Amatemi.
Spero vi piaccia, anche se boh, non è il massimo.
Ilysm!

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora