Tre.

1.9K 121 24
                                    

Le nuvole bianche distoglievano la mia attenzione dall'immensa distesa azzurra. Il cielo era stupendo. Dopotutto, era il dieci di maggio.

"Ho una sorpresa per te."
"Cosa?"
"Vedrai..."
"Dai Ric, lo sai che sono impazientissima."
"No, devi imparare ad aspettare."

Riccardo mi faceva da secondo padre, quando il mio non era presente. Lo diceva sempre che per lui ero come una figlia più grande della sua, e che oltre ad essere mio manager doveva ricoprire anche la funzione di educatore.

Io non avevo problemi, ma determinate volte mi dava davvero sui nervi il suo sorrisetto compiaciuto nel vedere che lui aveva un potere che non potevo contestare.

Infilai allora gli auricolari e lasciai che la musica mi cullasse durante il viaggio, facendomi persino addormentare.

Intanto l'aereo era atterrato a Malpensa e il taxi ci aspettava già, appena fuori l'uscita.
Dopo una mezz'oretta arrivammo all'hotel, nei pressi del Duomo.

"Che spettacolo, Milano!" Esclamai una volta arrivata di fronte alla piazza principale.
"Aspetta di vederla di sera."
"Oh, non ho fretta."

Entrammo in hotel e, dopo le varie e noiose burocrazie, potei finalmente andare a rilassarmi un po'.

La mia camera era grandissima, rossa e bianca, con la moquette sul pavimento.
La adoravo, nonostante la trovassi poco elegante e molto più moderna ed esuberante. Ma andava bene, benissimo.

Bussarono alla porta. Era sicuramente Riccardo. Aprii.
"Ho fame. Sei pronta?"
Annuii e presi il mio cellulare.

~~~~~
Il telefono mi svegliò. Erano già le nove del mattino seguente e io non potevo assolutamente far tardi.

Era l'undici maggio. E valeva a dire una sola cosa: l'instore di Shawn alla Mondadori.
Ero impazientissima. L'avrei visto, abbracciato, avrei sentito dal vivo la sua voce, il suo profumo, il suo calore.

Wow.
Era l'unica cosa che riuscivo a dire, non stavo più nella pelle.

Mi recai alla Mondadori, ricomprai Handwritten.
A Roma ne avevo già una copia, ma che importava? Una sarebbe stata autografata. Sarebbe stata il ricordo di quell'abbraccio. Di quel primo abbraccio.

C'erano un sacco di ragazze. Alcune mi conoscevano pure.

Parlammo così tanto in fila da non fami accorgere, dopo un paio d'ore, che toccava a me andare da Shawn.

"Signorina, vada." Mi disse un uomo della sicurezza, indispettito.
Feci un respiro profondo e mi diressi verso di lui.

Mi veniva da piangere, da urlare, ma non lo feci.
Sfogai la tensione in un abbraccio. Il migliore di sempre.

"Ehi, quanta fretta!" Mi sussurrò Shawn all'orecchio.
Mi distaccai da lui.

"Scusami, ciao Shawn."
Ero palesemente rossa, imbarazzata, contenta. Il mio inglese aveva felicemente deciso di intopparsi e di farmi parlare come una bambina delle elementari.

"Ti piace Handwritten?"
La sua pronuncia era bellissima.
Era dolce.
Gentile.
Una carezza.
Era la voce che avrei voluto sentire, dal vivo, per il resto dei miei giorni.

"Sì, un sacco! So tutte le canzoni a memoria!" Risposi. Era banale, me ne pentii subito.
"Anche io!" Rispose mentre mi firmava il cd.
Scoppiai a ridere.
Mi sentivo stupida, ma non l'avrei mai più rivisto. Che importava?
Sembravamo amici da una vita, comunque.

Facemmo la foto in fretta e furia. Gli organizzatori stavano per mandarmi via a calci.

"Grazie Shawn. Ci vediamo domani al concerto!" Dissi allontanandomi.
"Verrai?" Chiese incredulo mentre una ragazza si avvicinava, già in lacrime, per abbracciarlo.
"Ovvio!" Urlai mentre varcavo la porta d'uscita.

Non sapevo se mi avesse sentito o meno. Non mi importava. L'avevo abbracciato ed era quello che contava.

Avevo lui inciso sulla pelle e la consapevolezza che quella stretta, quel calore, quel profumo che per anni avevo immaginato, avevano finalmente un aspetto concreto e, soprattutto, erano al di sopra di ogni mia aspettativa.
Fu semplicemente fantastico.

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora