Trentadue.

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"Devo chiederti una cosa, prima che tu torni in Italia." Disse Shawn prima di andare via dalla mia camera.

Finito il film, mangiammo qualcosa e poi il mio cavaliere mi riaccompagnò all'hotel.

"Dimmi." Mi sedetti sul letto.
Lui mi raggiunse poco dopo.
Mi prese le mani.
Brividi. Ancora e ancora.

"Vieni con me in tour. Passa la tua estate con me. Ti prego."

Il fiato mi si mozzò.
Le corde vocali si rifiutavano di vibrare.
Anche loro avevano un terribile bisogno di realizzare in concetto, come ogni cellula del mio corpo.
Sarebbe stato un sogno. E l'avrei fatto se non ci fosse stato solo un piccolo inconveniente.

"Shawn vorrei tanto, sul serio, ma non posso. Non quest'estate. Non adesso."
Mi guardò male. Si incupì. Pensava fosse a causa sua.

"Tu non c'entri assolutamente, chiariamo. Il problema è che ho ancora 17 anni e, senza la firma dei miei genitori per ogni viaggio, non posso andare da nessuna parte. Venendo con te dovrei viaggiare almeno una volta alla settimana e sarebbe praticamente impossibile andare poi in Italia dai miei per firmare le autorizzazioni." Continuai.

"A quanti anni diventi maggiorenne?"
"Diciotto, Shawn. Al mio prossimo compleanno." Abbozzai un sorriso per rassicurarlo, ma non riuscii.

"Ti capisco." Era triste.
Ad un tratto si illuminò.

"Ci vuole tanto al tuo compleanno?" Domandò.
"Beh non molto, in realtà. Credo tre settimane."

Era il 29 giugno ed esattamente 21 giorni dopo, il 20 luglio, avrei compiuto 18 anni.

Sarei diventata libera di fare ciò che volevo. Di prendere tutti gli aerei che mi andavano. Di visitare i posti che mi piacevano.
Di seguire Shawn.

"Capisco." Annuiva con la testa, come per autoconvincersi.
Le nostre mani erano ancora strette le une alle altre.

"Ricorda che ti amo." Borbottò.
"Come potrei scordarmelo?"
"Non lo so. Ho paura che questa lontananza ci faccia star male."
"Mendes, possiamo stare fisicamente lontani, ma io e tutto il mio amore saremo sempre con te. Davvero." Lo rassicurai accarezzandogli il dorso della mano.

Mi diede un bacio sulla fronte.
Anche seduti vicino, era sempre dieci centimetri più alto di me.

"Mandami un messaggio quando sali sull'aereo. Domani parto anche io per Los Angeles."
"Certo. Sarai sempre il mio primo pensiero."
Sorrise, lasciando che le sue guance si colorassero di un rosso timido.

Lo baciai.
Stava diventando un'abitudine. Ma non volevo smettere. Non riuscivo a smettere.

Non sarebbe capitato una seconda volta che Shawn Peter Raul Mendes si innamorasse di una come me.
Quindi, carpe diem.

"Buonanotte, Shawn."
"Goodnight, bae." Chiuse la porta.
Bae.
Mi aveva chiamata bae.
Brividi che mi fecero addormentare con un sorriso sulle labbra.

Non ho aggiornato per nulla ma non odiatemi.
Ho da studiare un sacchissimo per scuola, purtroppo.
Spero vi piaccia!!

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora