Undici.

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Mentre eravamo là, sulla panchina, senza dirci nulla, suonò il mio telefono.

E come poteva squillare, se non con 'Something Big'?
Guardai Shawn imbarazzata, lui rise un po'.

Era Riccardo.
"Mi dica signor Riccardo." Risposi.
"Ti invio la posizione del ristorante, noi siamo già lì. Raggiungeteci."
"Va bene Ric, arriviamo."
Riagganciò e dopo pochi secondi mi arrivò la posizione.
Era in un vicoletto, relativamente vicino a dove eravamo.

Tradussi le informazioni al mio amico Canadese.

"Oh, okay. Allora andiamo. Guidami." Disse alzandosi e porgendomi la mano.
"Eviterei sempre di perderti in qualche luogo. E poi sta diventando la caratteristica di questa serata."
Rise. Era bellissimo.

Arrivati sul ciglio della porta della pizzeria Shawn lasciò bruscamente la mia mano.

"Perdonami, meglio non fare queste cose davanti ad occhi indiscreti. Non ora. Capiscimi, ti prego." Sussurrò.
"Non farti problemi. Sarà il nostro segreto di oggi." Gli feci l'occhiolino.
Sorrise.

"Bene ragazzi, ben arrivati. Tra poco arriveranno gli antipasti." Disse Bill.

La serata si concluse così, tra chiacchiere e risate, e le mie facce strane di fronte agli slang americani che Shawn usava e che io, interpretando alla lettera, non capivo.

"Bene, signor Lawrence, aspetto una sua mail sui dettagli." Disse Ric.
"Certo, la riceverà per fine mese." Rispose.

Intanto io e Shawn eravamo in disparte.

"Dammi il tuo numero."
"Cosa?"
"Voglio il tuo numero." Scandì.
"Va bene, eccolo."
"Ti manderò un messaggio. Non badare al jet lag, rispondimi quando puoi."
"Contaci."

Gli porsi la mano.
Lui la strinse e poi mi tirò a sé.
Mi abbracciò. Ricambiai.
Meglio del primo.
Inaspettato.
Bellissimo.

"Ci sentiamo, Ang."
"Oh no, Mendes, ci vediamo domani. O te ne sei scordato?" Lo rimproverai.
"Non potrei mai." Disse dolcemente e si allontanò.

No promises. [S. M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora