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Canzone del capitolo:
Lego house- Ed Sheeran

Prenderlo a schiaffi sarebbe stato troppo facile, volevo farlo a pezzetti e darlo al cane della vecchietta al piano di sotto per avermi fatto fare la figura della bambina che riceveva la ramanzina.

Mi voltai a guardarlo mentre si portava all'indietro i capelli con una mano, i suoi lineamenti da angelo stonavano con il cipiglio che insisteva a portare sul viso ogni santo giorno.

Sbuffai e guardai le diverse buste che portavo in grembo, sospirando ricontrollai i capi d'abbigliamento scegliendo quale avrei indossato nei prossimi giorni.

"Hai cambiato maglia?" non risposi ma continuai a frugare tra le buste.

Da quando notava tutti questi dettagli?

"Stamattina ne avevi una diversa"

Se pesava che avremmo aperto un discorso su questa stupidaggine si sbagliava di grosso.

Si voltò a guardarmi per qualche secondo per poi concentrarsi sulla strada.

"Che fai, non mi parli più?"

Esattamente, grandissimo stupido.

"Su, ora ti comporti come le bambine capricciose? Cosa vuoi un biscotto o una caramella?" lo fulminai con lo sguardo e cominciai a giocare col cellulare.

"Va bene, almeno non mi assillerai con i tuoi stupidi racconti sugli amichetti dark"

Sapevo cosa stava cercando di fare, voleva punzecchiarmi in modo che gli avrei parlato per controbattere, ma si sbagliava.

Arrivammo a casa nel completo silenzio rotto solo dal rombo del motore, scesi dalla macchina e chiusi lo sportello con forza facendolo imprecare alle mie spalle.

Salii le scale di fretta arrivando davanti alla porta e mi resi conto di aver dimenticato le chiavi così dovetti aspettare mr. pallone gonfiato.

Arrivò al mio fianco e inserì le chiavi, mi guardò per un po' ma lo ignorai aspettando che aprisse la porta.

Andai a posare in camera i nuovi vestiti e finalmente, da quando arrivai, sistemai tutto nell'armadio.

Quando tornai in cucina trovai Cameron smanettare le macchina fotografica, quando spuntai dal corridoio alzò lo sguardo per guardarmi e ridiede attenzione alla macchinetta.

"Vuoi vedere gli scatti che ho fatto?" alzai la testa e un sopracciglio, m'imbronciai e lui sbuffò.

"Non hai proprio intenzione di parlarmi?" scossi la testa e mi avvicinai guardando la macchina fotografica.

Si avvicinò di più per mostrarmi meglio le foto, rimasi a bocca aperta, mostravano una stupenda Kara in diversi luoghi e posizioni, erano tutte bellissime, era strabiliante come dei semplici scatti la facessero sembrare una persona totalmente diversa.

Rimasi incantata a guardare quelle foto e quando ne notai una in un campo fiorito mi s'illuminarono gli occhi, volevo sapere dove si trovasse ma non dovevo parlargli quindi ero completamente fregata.

Mi voltai sfiorando con il naso la sua guancia, si voltò a sua volta inchiodandomi con gli occhi.

Sentii il suo respiro pesante sulle mie labbra e mi venne la pelle d'oca, non riuscivo a fare nulla se non rimanere lì a osservare i lineamenti definiti come una statua greca.

Le sue labbra rosee a cuore erano schiuse e i lineamenti si rilassarono donandogli dolcezza al viso, i raggi del sole pomeridiano lo illuminavano facendo risplendere i ricci morbidi e gli occhi chiari come il vetro.

Come To MeWhere stories live. Discover now