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Canzone del capitolo:
Save that shit- Lil Peep

Continuai a osservare la mia foto, su di essa era ritratto due giorni dopo da quando arrivai.

Ero di profilo mentre osservavo fuori la finestra illuminata dai raggi del sole mattutini, persa nei pensieri.

Quando sentii la porta sbattere la misi nella tasca posteriore e chiusi il cassettone.

Quando tornai in cucina Cameron stava buttando la sua giacca sull'attaccapanni, quando notò i guantoni tra le mie mani corrugò le sopracciglia e tese la mascella.

"Sei entrata nella mia stanza?" chiese in un borbottio.

"Ehm, sì"

"Non arrabbiarti Cam, gli ho chiesto io di andarci per prendere i guantoni"

"Nessuno deve entrare nella mia stanza senza il mio permesso"

"Eppure ci sono entrata per aiutarti a cercare la giacca"

"C'ero anch'io con te" disse assottigliando gli occhi.

Posai i guantoni sul tavolo e mi avvicinai a lui.

"Cosa c'è lì dentro che nessuno può vedere? Cosa nascondi Cameron Stone?" Chiesi sottinteso comprendendo il perché non volesse farmi entrare nella sua stanza.

"Niente" rispose calcando il suo cipiglio.

Sorridendo beffardamente mi avviai in camera, quando poggiai la mano sulla maniglia ricordando la mia precedente scoperta.

La mia foto.

Mi buttai a letto e chiamai Manuel.

"Hey, tutto bene?"

"Abbastanza, te?"

"Diciamo il mio coinquilino è un rompiscatole"

"Non avevi detto che era simpatico?" chiesi ridacchiando.

"A volte sì e altre e completamente l'opposto"iniziammo a parlare di cosa ci accadde negli ultimi giorni e ci mettemmo d'accordo per incontrarci l'indomani nel pomeriggio.

Attaccai la chiamata e cercai di sistemarmi meglio sul letto non volendo tornare in cucina dove c'era un Cameron arrabbiato.

____________

"Wow" sentii il parquet scricchiolare e una voce roca nella stanza, aprii un po' l'occhio destro per trovare così l'intruso.

Trovai una figura alta e snella vicino la scrivania, quando misi meglio a fuoco cosa tenesse in mano capii il verso di apprezzamento.

"Cameron!" urlai sedendomi di scatto sul letto.

"Non me lo aspettavo da te" disse facendo dondolare le mie mutandine in pizzo rosa tra le dita.

"Mi piace il rosa" continuò con un ghigno malizioso.

Da stupida avevo dimenticato di sistemare i vestiti e l'intimo lasciato sulla scrivania dove ora lui metteva le mani, mi alzai e gli strappai le mutande dalla presa coprendo la vista mettendomi davanti la scrivania.

"Cosa ci fai qui?"

"Sai cosa voglio"

"Cosa?" chiesi non capendo.

"Non c'è più"

"Mi dici cosa?"

"Non è nemmeno qui" scosse la testa avviandosi verso la porta.

Quando la aprì compresi a cosa si riferisse e cacciai dalla tasca di dietro l'oggetto mancante.

"Stai cercando questa?" chiesi facendo dondolare la foto tra le dita, si voltò per guardare e osservò la foto serrando la mascella e chiudendo gli occhi.

Come To MeWhere stories live. Discover now