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Canzone del capitolo:      
Bloodstream- Ed Sheeran

"Grazie" disse a voce bassa, alzai lo sguardo sorpresa spalancando gli occhi.

"D- di nulla"

Sapevo che Cameron non ringraziava mai le persone e il pensiero che io fui una delle poche, mi fece sorridere come una scema.

"Non sorridere" sbuffò.

"Va bene" risposi in una risata.

Era stata dura per lui dire quelle parole ma non riuscivo a non sorridere.

"Se non la smetti ritiro tutto" minacciò restringendo gli occhi in due fessure.

"Ok, ok ho capito"

Un passo alla volta Joi, un passo alla volta.

"Hai dei cerotti?"

"Sì, mi pare di averne alcuni in borsa" andai verso il borsone che si trovava all'altro lato della stanza e la aprii, trovai i guantoni ancora sporchi di sangue e socchiusi gli occhi nauseata cominciando a cercare i fatidici cerotti.

Quando ne trovai due chiusi il borsone e ritornai dal vincitore.

"Per ora iniziamo a mettere questi ma quando torniamo a casa disinfettiamo tutte le ferite" aprii i cerotti color carne mettendone uno sul sopracciglio e l'altro su una guancia.

Quando mi allontanai e lo trovai guardarmi con un broncio cominciai a ridere trovandolo tenerissimo, con quel musino sporgente poteva sciogliere il cuore di chiunque.

Aaron rientrò sventolando l'enorme vincita così mi avvicinai pronta per tornare a casa, come sempre poggiò un braccio sulle mie spalle e mentre ce ne stavamo andando non lo sentii più.

"Cam, che c'è?" chiese dubbioso.

"L'accompagno io"

"Perché?"

"Perché viene con me" disse prendendomi per il braccio.

"Cameron?" sconvolta, le parole mi uscirono più come una domanda che un'affermazione.

"Si fa come dico io" ripeté la frase alzando l'indice sul mio naso per zittirmi.

"Io non ti riconosco più" sospirò Aaron scuotendo la testa e salutandomi con una mano.

Rimasi ferma impalata mentre lo guardavo infilarsi una t-shirt nera e sistemarsi il borsone in spalla, alzò le sopracciglia notando che ero ancora a bocca spalancata e quando fece cenno di andare lo seguii.

Mentre percorrevamo il corridoio il ragazzo del banco delle scommesse ci passò di fianco.

"Ciao" salutò ammiccandomi, mi aggrappai al retro della maglia di Cameron che lo fulminò con lo sguardo.

Ma che cosa diavolo voleva da me?!

"Conosci quello?" chiese alzando un sopracciglio e aggrottando l'altro.

"No ma so che è il ragazzo delle scommesse, l'ho incontrato lì"

"Avete parlato?"

"No" guardò minaccioso la schiena ormai lontana del ragazzo e si voltò d nuovo davanti a sé.

"Stagli lontano, non sembra una persona affidabile"

Appena uscimmo vidi la macchina di Aaron uscire dal parcheggio per poi avviarsi lungo la strada, seguii Cameron verso la sua Cadillac lucida e non appena sbloccò la serratura entrai.

Come ricordavo l'interno profumava intensamente della sua colonia, era l'unica auto in cui ero entrata che profumava in quel modo e non del solito profumo dei deodoranti.

Come To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora