Liam ci raggiunge dopo qualche minuto, sedendosi tra me e Todd. Mi fa scorrere un piatto davanti e io lo ringrazio, lui mi sorride e sospira.

«Domani sarà il nostro ultimo giorno qui», dice, prendendo in mano la situazione e guardando Todd, ma lui scrolla le spalle senza neanche guardarlo.

«Ti piacerebbe fare qualcosa in particolare?» Gli domando senza pensarci troppo, e dalla mia voce traspare più sicurezza di quanta ne abbia in realtà.

Todd scrolla di nuovo le spalle, però questa volta i suoi occhi grandi si alzano, incrociando i miei.

«Vorrei andare al mare», aggiunge poi, come se un ricordo lo avesse attraversato. E io credo di conoscere quel ricordo.

Un piccolo sorriso si costruisce sulle mie labbra. Il mare è qualcosa che ci ha sempre accomunati. «Non ti hanno mai portato al mare da quando io e papà ce ne siamo andati?»

Scuote la testa, finendo poi il succo rimasto nel bicchiere.

Il pensiero che sia stato privato di tutto quello che a ogni ragazzo della sua età dovrebbe essere dato mi stringe il cuore, perché specialmente nella sua condizione, dopo tutto quello che ha passato, avrebbero dovuto prendersi cura di lui nel modo in cui merita. Quello che ha sempre meritato per la mamma, per mio padre e per me.

«Ci andremo», affermo in modo deciso.

Liam si volta a guardarmi. «Posso chiedere a Harry o a Stephan se conoscono un posto vicino che potremmo raggiungere per starci un solo giorno.»

«Potresti chiederlo a Harry e potresti chiedergli di venire, se vuoi», propone Liam, io riporto lo sguardo su Todd.

Il pensiero di passare un'intera giornata del genere con Harry con la consapevolezza di quello che abbiamo ora mi scaturisce brividi lungo tutto il corpo.

«Per me va bene», conferma Todd, accennando un piccolo sorriso.

A quel punto sorrido anch'io, perché non riesco a fare altro.

🌹

Due ore più tardi sono fuori l'appartamento di Harry, che mi sorride mostrando una fossetta a lato della sua bocca quando mi vede. Si appoggia alla porta aperta e mi guarda; io faccio lo stesso.

I suoi capelli — ormai lunghi — sono raccolti in una piccola crocchia e il suo volto è completamente scoperto. È terribilmente bellissimo, e per quanto possa sembrare romantico e patetico, sembra un angelo che non merita di appartenere a questo mondo.

«Ariel Green.» La sua voce è sempre roca e i suoi occhi sembrano quasi trasparenti. Il sorriso è ancora impresso sul suo volto.

È come se non mi vedesse da giorni, quando in realtà sono passate ore da quando me ne sono andata da qui. Sembra passato così tanto da quando eravamo su quella pista di pattinaggio e poi qui, le mie dita che scorrevano sui tasti del suo pianoforte. E invece era soltanto ieri.

Solo che con lui è tutto più amplificato.

«Ehi.» Entro nell'appartamento quando lui si sposta per farmi passare, ma non smette mai di guardarmi neanche quando richiude la porta.

Fa scivolare le sue dita lungo il mio braccio fino a raggiungere la mia mano, e io ho bisogno di controllare ciò che sento.

Mi tira dolcemente verso di sé e preme le sue labbra sulla mia tempia; il mio cuore sembra forzare il mio petto per saltare fuori e correre vero di lui.

«Stai bene?» mi domanda, preoccupato che io sia lì per rifugiarmi da tutto il resto. In parte è così, ma prima lo era di più.

«Sì, sì», gli rispondo, accennando un sorriso sincero. «Sto bene. Devo chiederti una cosa.»

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Where stories live. Discover now