Quando torno nella sala c'è soltanto Harry con Andrew.

«Liam è andato con i bambini», dice, incrociando per un istante il mio sguardo. «C'è anche tuo fratello con loro.»

Io non dico nulla, annuisco soltanto anche se non può vedermi. Continua a riordinare mentre Andrew se ne sta seduto in fondo alla sala. Vado a sedermi vicino a lui.

«Ehi», lo saluto.

I suoi occhi azzurri sono su di me e mi mostra un sorriso mentre ricambia il mio saluto.

Soltanto adesso mi rendo conto che lui non indossa nient'altro se non i vestiti che già aveva. Non ha niente, neanche un piccolo e semplice simbolo che ricordi qualcuno.

«Non hai trovato niente che ti piacesse?», gli domando, ma lui mi guarda accigliato.

«Cosa?»

«Tutti i bambini hanno voluto somigliare e sentirsi come qualcuno che vorrebbero essere. Tu chi vorresti essere?»

Andrew scuote la testa. «Ma io sono qualcuno.»

«Davvero? Allora, chi sei?»

«Sono Harry», sostiene, indicandolo con il suo piccolo dito. «Harry è il mio supereroe.»

🌹 H A R R Y 🌹

Sono dall'altro lato della sala, ma riesco ugualmente a sentire le parole di Ariel e quelle di Andrew; anche se forse loro non lo sanno.

«Harry è il mio supereroe», dice con la sua piccola voce, e non riesco a non sorridere mentre allo stesso tempo cerco di elaborare le sue parole.

Ha detto che sono il suo supereroe. Se solo sapesse quanto in realtà io non lo sia e piuttosto quanto sia lui ad esserlo, a soli otto anni.

Quel bambino è stato una delle mie motivazioni ad andare avanti, e continueremo a farlo insieme.

Quando finisco di riordinare mi sollevo e mi volto, prendendomi del tempo per osservare lei.

È qui. È qui oggi, dopo quattro giorni e con una consapevolezza diversa. Con una consapevolezza che prima non aveva e che adesso è diventata una certezza, una costante che le ricorderà sempre di esistere.

Non mi aspettavo di vederla, non oggi e non qui. Ma ci speravo. Dio, tutto quello che ho sperato in questi quattro giorni è stato di tenerla con me, e mi sono trattenuto dal non correrle dietro quel giorno e dal non andare da lei durante tutti gli altri. Fino ad oggi.

Ma non c'è soltanto questo. Perché adesso c'è anche che non riesco a guardarla, a sostenere il suo sguardo, perché non so che cosa sta provando in questo momento. So che cosa ha provato e cosa continuerà a provare.

Non so se mi odia, se vuole lasciarmi andare. Se decidesse di farlo, se decidesse di lasciarmi andare, anche il più piccolo pezzo sano del mio cuore verrà danneggiato.

Quasi come se mi avesse sentito, lo sguardo di Ariel si sposta e i suoi occhi mi raggiungono.

Io sono poggiato alla parete, le braccia incrociate e il mio amore per questa ragazza che mi sta curando soltanto guardandomi.

Nel suo sguardo non c'è giudizio, e non mi guarda con compassione. Non mi guarda come la maggior parte di quelli che sanno ciò che sono.

«Devo riaccompagnare Andrew», le dico poi, ma senza mai spezzare quel contatto, quel legame che esiste ancora.

Ariel annuisce e il bambino dai capelli biondi la guarda. «Vieni anche tu con noi?»

Si volta verso di lui, poi torna a guardare me. Annuisco quasi impercettibilmente, ma lei riuscirebbe a capirmi anche senza avere il bisogno di guardarmi.

𝐅𝐈𝐗 𝐀 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 [𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘 𝐒𝐓𝐘𝐋𝐄𝐒 𝐀𝐔]Where stories live. Discover now