capitolo 42

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°NICOLE
La partita è appena finita, 0-0. Sinceramente pensavo andasse peggio, ma alla fine hanno solo pareggiato. Ovvio che portare a casa 3 punti è sempre meglio che pareggiare e portarne 1 ma ci accontentiamo.

Alvaro non l'ho visto molto attivo e il motivo non lo so.
Ho lasciato Daniel con mia madre e io sono rimasta con Alex Sandro che non ha giocato. Abbiamo sclerato entrambi, ma lui più di tutti, pensate che adesso non sento più da un orecchio.

Apparte gli scherzi, Àlvaro ha dato un pugno alla panchina appena uscito, quel gesto mi ha fatto sbarrare gli occhi.

Raramente Àlvaro si arrabbia in quella maniera e io devo assolutamente capire il motivo.

Entro nello spogliatoio e la prima persona che vedo è Àlvaro tutto isolato, come ogni qual volta è triste o arrabbiato, e gli vado vicino.

"Ehi amore" non alza la testa per nessuna ragione al mondo.
"Ritorni con il pullman della Juve e vieni con me in macchina?" niente. Sbuffo e mi alzo per andarmene, tanto non mi risponde. "Aspetta" mi prende per un braccio e i nostri occhi s'incontrano. I suoi sono pieni di rabbia, tristezza, rammarico e io non riesco a capire il perchè.

Lo guardo triste e subito dopo lo abbraccio. Vorrei tanto che tutto fosse così semplice, senza nessuna complicazione.

"Mi sei mancata" li prendo il viso fra le mani e lo guardo negli occhi. "Mi vuoi spiegare il motivo di quel pugno?" prima sembra disorientato dalla mia domanda e poi si gira e continua a cambiarsi. "Io...parliamone a casa, è meglio" annuisco e poi gli do le chiavi della mia macchina.

Il viaggio è stato abbastanza silenzioso, abbiamo parlato di tutto tranne della partita, e questo è molto strano. "Cazzo, dove hai lasciato Daniel?" sussulto dallo spavento..."calmati, è a casa di mia madre, andiamolo a prendere" senza aggiungere nient'altro arriviamo davanti a casa mia, anzi, la mia vecchia casa. Si è ricordato! "Alvaro!" - "Mmmm..." - "T..tu ti sei ricordato della mia vecchia c...casa" si gira e mi guarda. "Come posso dimenticare il giorno in cui tutto è cominciato?" le sue parole mi arrivano dritto al cuore, è fantastico che nonostante il suo carattere molto spesso duro, rimane sempre lo stesso romanticone che ho conosciuto! "Alvaro" - "Dimmi.." - "Ti amo" sorride e scende per prendere Daniel.

Ancora stento a crederci che quella persona che amavo come idolo adesso è diventato quasi mio marito e insieme a lui ho un fatastico bambino, e questo mi fa capire che se si crede in se stessi tutto può accadere, i sogni spesso si realizzano!

Amo il calcio perchè ci sei tu!|| Álvaro MorataWhere stories live. Discover now