capitolo 11

953 46 1
                                    

Sono qui da due giorni. Svegliarmi e addomentarmi senza Àlvaro è terribile. Mi ha chiamata 140 volte in due giorni. Quando vedevo che era lui si creava un grande peso al cuore. Di sicuro starà andando di matto visto che non sa dove sono. Devo ammettere che mi manca terribilmente. Lui mi ha tradita, e anche se non fosse cosi che bisogno c'era di dirmi che messaggiava con i suoi amici? Rideva anche come l'ebete....
Il camapanello suona e io vado ad aprire. Vedo tutta la squadra al completo con quintali di buste piene di cibo. Non devo mica partire in missione....
All'improvviso si spostano e vedo la persona che volevo vedere da tempo ormai. Arturo con un mazzo di fiori. Le lacrime sono già uscite da tempo ormai e si vede che anche lui ha gli occhi lucidi.
-ARTURO!!- gli salto tra le braccia e lui mi abbraccia forte forte.
-sono cosi contento di vederti- come faccio a vivere senza di lui?
-anch'io, tanto tanto....- ci stacchiamo e si asciuga una lacrima uscita fuori durante l'abbraccio.
-ho saputo di te e alvaro- gli avevo già detto che io e lui ci eravamo fidanzati ma no che ci siamo lasciati, di sicuro lo avrà fatto Maxi, e io non sono per niente arrabbiata è giusto che sappia.
-si...entrate- non mi ero accorta che in tutto questo tempo c'erano anche gli altri.

Sono le 4 e sono 2 ore che ci sono i ragazzi. Non mi dipsiace affatto, almeno non rimango da sola a pensare a cose che non dovrei.
-ehi- alzo la testa e vedo Mario Mandžukićh. In tutto questo tempo ho legato molto anche con lui.
-ciao Mario- mi sorride, è veramante un bravo ragazzo.
-mi dipsiace per te e Àlvaro, sai non è come pensi- come fa a dire una cosa del genere?
-ci hai parlato?- annuisce con la testa.
-sai da quando i ragazzi hanno saputo che ti ha tradita non gli parlano più, lui non solo sta male per questo ma anche perché i suoi compagni di squadra non gli parlano - Poverino. Avevo detto a Maxi di non dirgli dove sono no di non parlargli più.
-così sono l'unico con cui parla, ogni volta che parla con me finisce sempre in un pianto isterico, sta veramente male, mi ha raccontato come si è innamorato di te così all'improvviso e che è stato tutto un equivoco, mi ha raccontato come in realtà sono andati i fatti. Dagli una possibilità, sta veramente male- Mario si alza e se ne va. Da quando lo conosco non l'ho mai sentito così distrutto. Nemmeno quando hanno perso la Champions. Ho deciso, andrò da lui...o forse no.

I ragazzi se ne sono andati, Arturo aveva il volo alle 9 e adesso sono le 9:15 quindi starà già ritornando al suo Paese.
Questa solitudine mi fa pensare ancora di più. La voglia di andare da Àlvaro e dirgli che lo amo è tanta. Sento la porta bussare e vado ad aprire. La scena che vedo è terribile. Àlvaro che piange con due grosse occhiaie e gli occhi e la punta del naso rossa. È così distrutto per me?
-voglio spiegarti tutto non m'importa se tu non vuoi sapere niente io ti amo amo solo te veram...- non lo faccio finire di parlare che lo bacio con passione. Metto le gambe intorno alla sua vita ed entriamo in casa chiudendo la porta. Saliamo le scale e andiamo in camera. Mi appoggia delicatamente sul letto e mi toglie la maglia.
-ti perdono, ma non lo fare più, da oggi in poi devi dirmi sempre tutto-
-sempre, e dopo questa magnifica notte ti dirò tutto- ci riprendiamo a baciare e lui mi toglie anche il reggiseno. Bacia il mio seno e poi mi toglie i pantaloni. Gli tolgo la maglia e rimango scioccata dai suoi muscoli.
-lo so che sono bello, ma così mi consumi- dice ridendo.
-cretino- mi è mancato così tanto.
Si toglie i pantaloni e poi anche i suoi boxer. Adesso si che muoio.
Entra in me.
-dimmelo se ti faccio male- annuisce e comincia a muoversi più velocemente in me. Dopo un po veniamo insieme e si mette affianco a me. È stata la notte più bella della mia vita.

-è lei che mi mandava messaggi e un giorno mi ha chiamato e mi ha detto che voleva parlarmi, io ho accettato volevo solo togliermela dai piedi ma alla fine non l'ho più incontrata perché tu mi avevi lasciato, sono stato così male. Mi sentivo un schifo, tutti pensavano che ero una persona spregevole e così nessuno mi parlava più l'unico che mi è stato vicino è stato...-
-Mario- dico interrompendo.
-si, come fai a saperlo?- dice accarezzandomi i capelli.
-me lo ha detto lui, e proprio lui è che mi ha fatto pensare su di te- gli dico.
-bene almeno adesso stiamo di nuovo insieme- decido di fargli uno scherzo.
-chi lo sa- cerco di rimanere seria ma è veramente impossibile così scoppio in una fragorosa risata.
-sei una stronzetta- dice girnadosi verso di me e guardandomi negli occhi mentre ride.
-si, la stronzetta che ti ha fatto innamorare- dico abbracciandolo....
-esatto-.....per poi baciarlo.

Amo il calcio perchè ci sei tu!|| Álvaro MorataOù les histoires vivent. Découvrez maintenant