Oggi è domenica, i ragazzi dovrebbero stare a riposo e invece sono qui che li vedo che si allenano. Sono con Silvia. Àlvaro è arrabbiato, però non ha spiccato parola, niente bacio, niente soprannomi carini e romantici, niente. Si da la colpa di tutto, 'la squadra sta cadendo a pezzi per colpa mia' dice. Ha la certezza che la colpa è sua. Ma come fa a essere sicuro di questo? 'Non ho dato il meglio di me' ha continuato. In verità la colpa non è la sua, tutti hanno la colpa e lo hanno detto anche gli altri, ma lui si è alzato e se ne andato in camera.
"Hai raccontato a Paul del bambino?" da quando Silvia ha saputo che è incinta è dimagrita tantissimo e molto spesso rifiuta ai miei inviti per passare un lo di tempo insieme. "No, non voglio distrarlo per martedì, ti ricordo che comincia la Champions" "Silvia, non c'entra, gli serve concentrazione per tutti i 9 mesi, hai intenzione di dirlgelio quando partororai?" abbassa lo sguardo. Ok... Meglio sagre zitte.
Noto che i ragazzi fanno una pausa, vado incontro ad Àlvaro.
"Ehi amore" si gira e mi sorride falsamente. "Non credi che sia ora di smetterla di darti la colpa? Tutti ti hanno detto che la colpa non è solo la tua. Alvaro io non ti riconosco più, non mi dai una minima attenzione, sono incita di te, mi hai chiesto di soksarti e non ne abbiamo parlato per niente, stai sempre per i fatti tuoi io non posso vederti così, tu non mi ami più!" grido attirando l'attenzione di tutti. Mi guarda incredulo. Mi sono liberata da un peso, non posso più sopportare questo silenzio tombale.
Mi guarda ancora, senza spiccare parola. Di scatto butta la bottiglietta a terra e mi bacia all'improvviso. Questi baci mi sono mancati, mi sono mancate le sue labbra, lui mi è mancato.
"Non dirlo mai più, non voglio che ti passi per la testa questa cosa, io ti amo, di più della mia stessa vita, ti prometto che ti racconterò tutto sta sera, ho bisogno di te" come al solito sto piangendo, prima perchè il suo comportamento mi demoralizza e secondo perchè mi ritengo una stupida per aver pensato che non mi ami più.
"State passando un brutto momento vero?' dice 'il Profeta'. Ci stacchiamo ma Àlvaro mi mette un braccio sulla spalla.
"Tutti hanno dei problemi" "sopratutto sei l'uomo è un calciatore" dico guardandolo e sorridendo. Poco dopo mi gira la testa, vedo due Anderson e due Àlvaro. "Àlvaro sto svenendo" "ma cosa dici?" Àlvaro mi haurda preoccupato "mi sento male" dico chiudendo un po gli occhi. "No Nicole guardarmi non chiudere gli occhi" dopo buio....
Apro gli occhi lentamente per adeguarmi alla stanza bianca. Gli apro definitivamente e vedo Àlvaro con gli occhi rossi seduto vicino a me mentre mi tiene la mano. "Ben svegliata bella addormentata" gli sorrido e poi mi tocco la testa. "Codsa mi è successo?" chiedo. "Calo di pressione, devi stare a riposo fai troppi sforzi e il bambino in seguito potrebbe risentirne, ma adesso lui sta bene" mi tocco la pancia, sono una stupida. Sono quasi al 6° mese ed è logico non fare sforzi. Non sono una brava mamma. "Ehi, ehi perchè piangi?" non mi ero accorta che stavo piangendo... "Non sono una brava mamma" dico accarezandomi la pancia. "Non dirlo neanche per scherzo, sono io che dovrei preoccuparmi ler te e farti stare a riposo invece che procurarti stress" gli accarezzo la mano e gli sorrdio. "Da oggi sarò un buon padre, te lo prometto"
****domenica****
Cazzo, non credevo che Àlvaro per 'mi prendero cura di te' volesse dire 'salta ferma e non alzarti un minuto dal divano'. Sono contenta che si preoccupi per me e per suo figlio ma dovete vederlo: 'non alzarti' 'dove vai' 'sta ferma' 'ti aiuto ad alzarti' insomma sono incita non malata di cuore.
Suonano alla porta e faccio per alzarmi. "Dove vai?" dice Àlvaro sbucando dalla cucina. "Ad aprire?!" "faccio io" sbuffo e mi siedo. Vedo Silvia che mi viene incontro. "Ti devo dire una cosa" la faccio sedere accanto a me sul divano. Guarda Àlvaro e io capisco. "Tranquilla sa tutto" "ok, allora...voglio dire a Paul che sono incinta" "cosa devi dirmi?" dalle scale sbuca Paul. Ok...l'ho ha già saputo prima del tempo...
