capitolo 28

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Perche mi sono venuti questi dubbi? Perche dubito l'amore che Àlvaro prova per me?
Sono le 2 domande che mi leresuita da tutta la mattina. Alvaro ieri si è infortunato e adesso è nel letto con me. Ci siano molto allontanati, il motivo? Non si sa.
Non è più dolce come prima, quando si preoccupa per il bambino sembra che lo fa solo per far vedere che un po d'interesse ce l'ha. Non dico che non frega niente del bambino, anzi! Ama più lui che me...
Ho pensato e ripensato se dovrei parlarne e sono arrivata ad una conclusione positiva.
Salgoe le scale, il bambino scalcia, secondo me esce prima dei 9 mesi.
Quando entro lo vedo sul letto mentre cambia alla TV.

"Ehi" dico.

"Ciao" ecco...

"Possiamo parlare?" mi gaueda disinteressato.

"Certo" faccio un lungo sospiro.

"Ammettilo...ammettilo che non mi ami più. Non so perchè queste insicurezze sul nostro rapporto ma io noto questo, il matrimonio non lo pensi neanche, pensi solo al bambino come se a portarlo in grembo non ci sia nessuno, non mi dai alcuna attenzione, puoi anche avere problemi con la tua famiglia ma non credo che ne hai così tanti da non tenremi conto nei tuoi piani, se non mi ami...a me fa mele dirlo...finiamola qui" dico trattenendomi i singhiozzi e le lacrime a cascata.
Non parla, guarda davanti a se e rimane in silenzio.

"Forse hai ragione" quelle parole mi arrivano al cuore come una fucilata, lo sapevo, non mi ama. Mi ha messa incinta, cazzo, non può fare così. Poteva anche andarsi a prendere una poco di buono solo per fare, invece che far soffrire la gente. Questo bambino resterà con due genitori separati già da prima della sua nascita. Una parola per descriverlo è: uomo schifoso.
Mi alzo e comincio a fare la vigia, lui si alza e mi viene incontro.

"Nicole io...ho bisogno di tempo, ti amo ma capiscimi, non andartene. E poi dove andrai?"

"Ti ho già capito troppe volte, almeno per una volta capisicmi tu, non mi dai affetto, ti preoccupi pochissimo, non mi ami, è inutile dire che hai solo bisogno di tempo, tempo un corno!" grido.

"Non agitarti, ti fa male" mi giro e lo guardo.

"Questo bambino non mertita un padre del genere, mi serviva solo un po di tempo per capire che sei come gli altri" prendo la valigia che ho finito e scendo.
Lui mi segue in silenzio, senza spiccare parola.
Chiamo Maxi, lui mi aiuterà...di nuovo.

"Cos'è successo Nicole?"

"Portami dove vuoi, basta che mi porti lontano da qui" dico piangendo e abbracciandolo.
Salgo in macchina e mi giro verso il finestrino guardando il tramonto mentre le lacrime scendono a cascata. Perche mi ha fatto questo?
Sapevo che non poteva durare per molto ancora....

Amo il calcio perchè ci sei tu!|| Álvaro MorataDonde viven las historias. Descúbrelo ahora