capitolo 21

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Più andiamo avanti e più noto che i problemi crescono a dismisura. Silvia incinta di Paul. Precauzioni no? Insomma sono felice che sia incinta ma si conoscono appena credo sia troppo presto per un bambino. Non mi ha detto nemmeno che si sono messi insieme, quindi c'è da preoccuparsi.
"Come è potuto succedere?" domanda stupida, è successo e basta...credo.
"Secondo te? È successo" dice piangendo.
"E adesso come faccio? Insomma io e lui non sappiamo nemmeno quello che proviamo"
"Non credi che sia stato troppo presto...ecco...a farlo?"
"Be...e anche di questo che mi vergogno, insomma il tuo era un altro discorso, ormai eravate fidanzati e vi amavate, ma noi?" mi guarda e io non la rispondo, in questo caso non ce niente da dire, ha ragione. Ma bisogna comunque affrontare questo argomento con lui, non sono io il ladre del bambino.

Siamo io e Àlvaro che abbiamo deciso di andare al ristorante per festeggiare che oggi abbiamo scoperto com'è il bambino, ma anche per approfittare di rimanere un lo da soli.
"Allora, da quando hai parlato con Silvia ti vedo pensierosa. È successo qualcosa?"
"In effetti" dico bevendo un po di acqua.
"Cosa?" dice lui mangiando un po di insalata.
"Sivlia è incinta di Paul, Dybala" Àlvaro sputa l'insalata nel piatto e dopo comincia a tossire senza fermarsi.
"Alvaro bevi dell'acqua" dico alzandomi e dandogli dei colpetti sulla schiena.
"S-si s-to bene"
"Tu, tu dici sul serio?" continua dopo essersi ripreso. Se è uno scherzo questo...
"Ti sembra che stia scherzando?" mormoro.
"Be no, ma, loro stanno insieme?"
"No, ecco perchè Silvia è preoccupata"
"Tutto si risolverà" abbasso lo sguardo nel piatto.
"Lo spero"

Siamo ritornati a casa, non c'è nessuno, tutti sono usciti e devo dire che è meglio. Quando ci sono tutti la casa diventa un campo da combattimento e alla fine che vado a letto ho un mal di testa tremendo, la mattina che mi sveglio è peggio e cosi sono costretta a prendere una i medicinali.
Io e Àlvaro stiamo sul divano davanti al fuoco. Stiamo a settembre e voi direte 'già con il fuoco acceso?', ebbene si. In questi ultimi giorni ha piovuto molto e la temperatura si è abbassata non alzandosi più.
Abbiamo una coperta e sono appoggiata sul suo petto mentre mi accarezza i capelli e come al solito parliamo delle partite che si svolgeranno nei giorni successivi.
"Nicole?"
"Mmm?"
"Mi fa male la testa puoi darmi qualcosa?" mi alzo e lo guardo, ha gli occhi arrossati ed è più pallido del solito.
"Ti controllo la febbre"
"No! Dammi qualche medicina mi passerà" alzo un sopracciglio e poso tutto il peso su un solo piede.
"Eh no, adesso tu ti fai misurare la febbre"
"No! Domani ho la partita, non posso ammalarmi" e quindi?
"Se hai la febbre non potrai giocarci" dico andando in cucina e cercando il termometro. Sento dei passi e lo vedo in piedi, Vocino alla colonna, con uno zombie.
"Ho detto lascia stare, sono solo un po raffreddato"
"Àlvaro! Anche se hai solo il raffreddore, come dici tu, se non prendi niente ti viene la febbre"
"Quello che ho detto io, dammi qualche medicina e finiamola qui" va sul divano e si butta a peso morto.
"Senti cosa ti costa misurati la febbre?"
"Non ho la febbre ok?"
"Da quando prevedi il futuro?"
"Lo so è basta" mi sta facendo uscire le vene dalla testa.
"Finiscila di fare il bambino"
"Finiscila di fare la 'dottoressa so tutto io' " cosa?
"Sei uno stupido" grido cosi forte che mi viene una contrazione.
"Ah..."grido mettendosi una mano vicino alla pancia.
"Cosa è successo?" si alza di scatto e mi corre in soccorso. Mi fa sedere s divano e lui si siede accanto a me.
"Che hai?"
"Una contrazione" dico fredda.
"Senti io....ho litigato per la millesima volta con mio padre, vuole che ritorni in Spagna, al Real Madrid e io gli ho detto di no, tanti si fidano di me, voglio fare un goal domani e non posso ammalarmi adesso" spiegato tutto, ma cosi si ammalerà di più.
"Ho capito che hai tanti problemi per la testa ma non serve prendertela con me, misurati la febbre di sicuro non sara molto alta, credo che avrai i decimi, prenditi la pillola e domano starai meglio, non farmi preoccupare" abbasso lo sguardo sulla mia pancia.
"Va bene" mi sorride e mi stampa un dolce bacio sulle labbra e uno sulla pancia prima di andare di là per prendere il termometro.

Amo il calcio perchè ci sei tu!|| Álvaro MorataWhere stories live. Discover now