11 - La chiamata della preda.

Mulai dari awal
                                    

Kyungsoo si sdraiò di nuovo e fissò i pesi che aveva appena aggiunto alla sua sbarra. 

Sono pazzo, sono pazzo..., continuò a ripetere a sé stesso. 

Comincia da meno, piccolo, scavato pelle e ossa che non sei altro! Finirai col- no. Non voglio essere uno stupido fifone. Posso sollevarne trenta. 

Kyungsoo si preparò mentalmente ed usò la sua forza per sollevare la sbarra, ma se ne pentì subito. Era troppo pesante per essere retta più di qualche secondo. Le braccia del ragazzo cominciarono a cedere. 

O mio Dio, sto per far cadere questo stupido ferro sulla mia faccia! Morirò in questa palestra piena di sudore! Finirò per-

Dal nulla, un paio di mani presero la barra da sopra Kyungsoo e la riportarono al suo posto. Kyungsoo guardò il suo salvatore e rise. Il ragazzo davanti a lui non stava ridendo, anzi, non pensava che ci fosse niente di divertente in quello a cui aveva appena assistito.

"Perché stai ridendo?!" chiese Kai con rabbia. "Avresti potuto far cadere quella merda sulla tua faccia!"

Kyungsoo smise di ridere, asciugandosi una lacrima al lato di un occhio. "Esattamente."

Kai si accigliò, mentre in modo giocoso ma ancora frustrato tirava un nocchino sulla testa di Kyungsoo. "Sei strano, Kyung."

"Ah, me l'hanno detto." Sorrise quello, ricordandosi di tutte le ragazze che in passato gli avevano detto esattamente la stessa cosa.

Kai guardò il ragazzo che sedeva sulla panchina, colpendogli la spalla, facendolo ondeggiare. "Comunque... Togli il peso in più, Kyung. Fai dieci."

"Posso sollevarne più di dieci!" ribatté Kyungsoo. 

Anche i bambini possono sollevarne dieci! E' questo che Kai pensa che io sia? 

"Io posso-"

"Yah! Non sei stato tu a chiedermi aiuto?" gli ricordò Kai. "Inizierai con dieci, dannazione." S'incamminò alla sbarra e rimosse tutti i pesi in più da ogni lato.

"Ugh, non arriverò mai da nessuna parte con questi, Kai..." mormorò piano Kyungsoo.

Kai lo sentì e guardò quel povero ragazzo che teneva la testa un po' più bassa dall'ultima volta che lo aveva guardato. "Ma devi pur iniziare da qualche parte. Te l'ho detto."

"Ma lo facciamo da giorni, e ancora..."

Kai ringhiò. Non gli piaceva quando Kyungsoo diventava improvvisamente così dolce e triste. Non gli piaceva avere a che fare con quegli atteggiamenti. "Kyung, non puoi arrivare ad essere così forte in qualche giorno, lo sai! Guarda!" Tirò su il braccio. "Non li ha ottenuti in una notte. Ci ho messo mesi."

"Sì, ma non dovevi fare una cosa così noiosa come sollevare pesi..."

"Sì, l'ho fatto-"

"No, tu danzavi." disse Kyungsoo, stringendosi nelle braccia. "E a te piace danzare, quindi è ovvio che il tempo ti sia voltato e che tu ti sia all'improvviso ritrovato ad avere quelli."

Kai provò un po' di pietà per il ragazzo, perché capiva qual'era il punto del suo discorso. Se il tuo cuore non è davvero coinvolto, qualunque cosa tu faccia non ti porterà da nessuna parte... Improvvisamente, Kai ebbe un'idea. Rimise a posto i pesi e tirò su Kyungsoo dalla panchina. "Vieni. Andiamo."

"D-dove?" chiese Kyungsoo, con gli occhi pieni di curiosità e confusione.

"Allo studio che ho prenotato per un'ora come faccio sempre almeno una volta a settimana."

The LetterTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang