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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter twenty-four ❜┊˚ ̥۪͙۪◌𝙜𝙡𝙞 𝙙𝙚𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙪𝙩𝙤𝙣𝙤 𝙨𝙚 𝙙𝙞𝙨𝙞𝙣𝙩𝙚𝙜𝙧𝙖𝙧𝙘𝙞 𝙤 𝙢𝙚𝙣𝙤

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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter twenty-four ❜┊˚ ̥۪͙۪◌
𝙜𝙡𝙞 𝙙𝙚𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙪𝙩𝙤𝙣𝙤 𝙨𝙚 𝙙𝙞𝙨𝙞𝙣𝙩𝙚𝙜𝙧𝙖𝙧𝙘𝙞 𝙤 𝙢𝙚𝙣𝙤

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𝐇𝐀𝐑𝐏𝐄𝐑

Sorvolammo Manhattan a sud di Central Park, compiendo un'orbita completa attorno al Monte Olimpo. C'ero stata numerose volte, prima di allora, salendo in ascensore fino al seicentesimo piano segreto dell'Empire State Building.

Nell'oscurità del primo mattino, torce e fuochi facevano rilucere i palazzi abbarbicati alla montagna di venti colori diversi, dal rosso sangue all'indaco. A quanto pareva, sull'Olimpo non si dormiva mai. Le strade tortuose erano piene di semidei, spiriti della natura e divinità minori che si affaccendavano a bordo di carrozze o portantine trainate da ciclopi. L'inverno non sembrava esistere, lassù. Colsi il profumo di giardini in fiore, di rose, gelsomini e di altre cose ancora più dolci che non avrei saputo nominare. Una musica lieve di lire e flauti di canne si levava da molte finestre.

Sulla vetta della montagna troneggiava il palazzo più grande di tutti: la candida e abbagliante dimora degli dei.

I pegasi ci depositarono nel cortile esterno, davanti a enormi porte d'argento. Prima ancora che potessi anche solo pensare di bussare, quelle si aprirono da sole.

Blackjack e i suoi amici volarono via, lasciandoci soli.

Per un minuto restammo fermi là a contemplare il palazzo, così come avevamo fatto davanti a Westover Hall, quel giorno che ormai mi sembrava un milione di anni prima.

E poi, fianco a fianco, entrammo nella sala del trono.

Dodici troni enormi formavano una U attorno a un grande fuoco centrale, proprio come erano disposte le case al campo. Il soffitto scintillava di costellazioni e anche l'ultima arrivata, Zoe la Cacciatrice, solcava la volta del cielo con l'arco teso.

Tutti i posti erano occupati. Gli dei e le dee erano alti quasi cinque metri, e datemi retta: se una decina di creature sproporzionate e ultrapotenti dovesse mai puntarvi gli occhi addosso all'unisono... beh, a un tratto affrontare mostri vi sembrerebbe una passeggiata.

«Benvenuti, eroi» esordì Artemide.

«Muuu!».

Fu allora che notai Bessie e Grover.

Una sfera d'acqua aleggiava al centro della sala, accanto al fuoco. Bessie ci nuotava dentro felice e contenta, sferzando la coda serpentina e facendo capolino con la testa sui fianchi e sul fondo. Sembrava gradire la novità di nuotare in una bolla magica.

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐔𝐑𝐍,    percy jackson ¹ Where stories live. Discover now