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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter fourteen ❜┊˚ ̥۪͙۪◌𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙪𝙣 𝙣𝙤𝙩𝙤 𝙧𝙞𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖𝙩𝙤

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- ̥۪͙۪˚┊❛ chapter fourteen ❜┊˚ ̥۪͙۪◌
𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙪𝙣 𝙣𝙤𝙩𝙤 𝙧𝙞𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖𝙩𝙤

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𝐏𝐄𝐑𝐂𝐘

𝑴i piacerebbe molto raccontarvi che ebbi delle profonde rivelazione i durante la discesa, che venni a patti con la mia natura mortale, che risi in faccia alla morte e cose così.

La verità? Il mio unico pensiero fu: "Aaaaaaahhhhh!".

Il fiume ci correva incontro alla velocità di un autotreno. Il vento mi strappava il fiato dai polmoni. Harper mi stava letteralmente stritolando, tanto che sentivo le ossa scricchiolare, e mi stava pure insultando, anche se il vento censurava la maggior parte di quello che diceva. Guglie, grattacieli e ponti si alternavano confusamente nella mia visuale.

E poi: flaaaa-buuuuum!

Un chiarore accecante di bollicine. Affondammo nel buio. Ero certo che saremmo stati sepolti da 30 metri di fango, perduti per sempre. Guardai un attimo la figlia di Ares, e mi accorsi che non era più cosciente: doveva aver perso i sensi quando eravamo entrati a contatto con la superficie d'acqua, anche se l'impatto, almeno a me, non aveva fatto male.

Stavamo cadendo lentamente, con delle bollicine che salivano verso l'altro infilandosi fra le mie dita. Ci posammo sul letto del fiume senza emettere un suono, lei ancora aggrappata a me, le mie braccia attorno alla sua esile vita. Un pesce gatto grosso quanto il mio patrigno si allontanò nelle tenebre con uno scatto improvviso.

Sentii il corpo di Harper scivolare via a causa della lieve corrente, così la afferrai meglio e la strinsi di più: di certo non volevo che finisse a galleggiare in giro per il fiume.

Nuvole di limo e di disgustosa immondizia - bottiglie di birra, scarpe vecchie, buste di plastica - ci roteavano attorno.

A quel punto, mi resi conto di una serie di cose. Primo: né io né Harper ci eravamo spiaccicati come delle frittelle. Non eravamo arrostiti. Io non sentivo neanche più il veleno della Chimera che mi ribolliva nelle vene. Eravamo vivi, il che era una buona notizia. Seconda illuminazione: non ero bagnato, ma Harper era fradicia. Aveva i capelli che le fluttuavano tutto attorno al volto, gli occhi chiusi e la bocca semi aperta, dalla quale usciva qualche bollicine. Io, invece, percepivo il fresco dell'acqua. Vedevo i punti in cui il fuoco si era spento sui miei vestiti. Ma quando mi toccavo, la maglietta era asciutta.

Scrutai la spazzatura che mi fluttuava accanto e agguantai un vecchio accendino.

"Impossibile" pensai.

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐔𝐑𝐍,    percy jackson ¹ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora