❛ ti fidi di me? ❜
❛ come potrei non fidarmi? ❜
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percy jackson and the olympians - book series
❪ percy jackson x fem!oc ❫
book one out of three
Ci fece salire su un taxi di Las Vegas come se avessimo davvero i soldi per permettercelo, e disse all'autista: «Los Angeles, prego».
Il tassista masticò il suo sigaro e ci soppesò con lo sguardo.
«Sono 200 chilometri. Pagamento anticipato»
«Accetta le carte di debito dei casinò?» chiese Annabeth.
Lui alzò le spalle.
«Dipende. Come le carte di credito. Prima le devo strisciare».
Annabeth gli passò la sua carta Lotus verde. Il tipo la guardò, scettico.
«Vogliamo aspettare che le mucche volino? Avanti, strisci!» esclamai.
Lui lo fece.
Il tassametro prese a vibrare. Le luci lampeggiarono. Alla fine, dopo il segno del dollaro, comparve il simbolo dell'infinito. Dopo che il sigaro gli fu caduto di bocca, il tassista si voltò a guardarci con tanto d'occhi.
«Da che parte di Los Angeles, di preciso... Vostra Altezza?»
«Il molo di Santa Monica» rispose la figlia di Atena.
Drizzò anche un po' la schiena. Il nome che le aveva dato il tassista doveva esserle piaciuto, e non poco.
«Si sbrighi, e potrà tenere il resto» aggiunse.
Fortuna che lo aveva detto. Il tachimetro del taxi non scese mai sotto i 150 per tutto il deserto del Mojave, e io mi divertii come una pazza. Andare in auto a quella velocità mi piaceva un sacco; non potevo mai farlo, quindi mi godetti il viaggio per bene, a differenza di Percy, che sembrava stesse per vomitare.
Lungo il tragitto, parlammo un sacco. Percy ci raccontò del suo ultimo sogno.
«Il Silente?» suggerì Annabeth «Il ricco? Sono entrambi degli appellativi di Ade»
«Forse...» rispose il ragazzo.
«Quella sala del trono però somiglia proprio a quella di Ade» commentò Grover «È così che di solito la descrivono»
