Indicò un grosso parcheggio accanto alla diga, in alto.

«Perciò, va bene: faremo i turisti».

⸻ ✧ ⸻

Ci toccò camminare per almeno un'ora prima di trovare il sentiero giusto, che sbucava sulla sponda orientale del fiume. E una volta saliti in cima, fummo costretti a tornare indietro per raggiungere la diga.

Faceva molto freddo e tirava vento. E io, la persona più freddolosa sulla faccia della terra, stavo soffrendo al massimo. Non solo il polso mi faceva ancora male (a quanto pareva, nessuna aveva dell'ambrosia con sé; o almeno, non più), ma il freddo mi affaticava nella camminata.

Da una parte si stendeva un grande lago, contornato dalle montagne spoglie del deserto; dall'altra c'era la rampa da skateboard più pericolosa del mondo: uno strapiombo di duecentoventuno metri sul fiume, con l'acqua che spumeggiava dai condotti di scarico.

Talia camminava in mezzo alla strada, ben lontana dai bordi. Grover continuava a fiutare l'aria e sembrava nervoso. Non disse nulla, ma sapevo che aveva percepito odore di mostri.

«Quanto sono vicini?» gli chiese Percy, che probabilmente lo aveva notato come me.

Lui scosse la testa.

«Forse non tanto. Il vento sulla diga, il deserto che ci circonda... l'odore può aver viaggiato per chilometri. Ma viene da diverse direzioni. Non mi piace».

Non piaceva neanche a me. Era già mercoledì, mancavano solo due giorni al solstizio d'inverno e avevamo ancora molta strada da fare. Non avevamo bisogno di altri mostri.

Oltretutto, non sapevo dove fossero Clarisse e Annabeth; ma, soprattutto, non sapevo se stessero bene e se fossero ancora vive,

«C'è un bar al centro visitatori» disse Talia.

«Sei già stata qui?» domandò Percy.

«Una volta. Per vedere i guardiani».

Indicò l'estremità opposta della diga.

Scolpita sul fianco del dirupo c'era una piccola piazza con due statue di bronzo. Somigliavano un po' a due Oscar con le ali.

«Furono dedicate a Zeus quando la diga è stata costruita» aggiunse Talia «Un dono di Atena».

Erano circondate da una piccola folla di turisti, che sembravano concentrati sui piedi delle statue.

«Ma che fanno?» chiesi.

«Accarezzano i piedi dei guardiani» rispose lei «Pensano che porti fortuna»

«Bleah, che schifo i piedi» scossi la testa, disgustata.

«Perché?» chiese invece il figlio di Poseidone.

Lei scosse la testa.

«I mortali si fanno venire delle idee strambe, ogni tanto. Non sanno che le statue sono sacre a Zeus, però sentono che hanno qualcosa di speciale»

«Quando sei venuta a vederle, ti hanno parlato? Ti hanno dato qualche segno o roba del genere?».

L'espressione di Talia si incupì. Intuivo che fosse proprio quello il motivo per cui aveva già fatto visita alla diga: aveva sperato di ottenere un segno da suo padre. Di stabilire una connessione.

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐔𝐑𝐍,    percy jackson ¹ Where stories live. Discover now