A giudicare dalla sua espressione, intuii che il trucco della Foschia di Talia non lo avesse ingannato per niente. Sospettava di noi. E stava solo aspettando di capire perché fossimo lì.

«Non guardate i ragazzi» ordinò Talia «Dobbiamo aspettare l'occasione giusta per avvicinarli. Bisogna fingere che non ci interessino. Depistarlo»

«Come?»

«Siamo quattro potenti mezzosangue, la nostra presenza dovrebbe confonderlo. Mescolatevi agli altri. Comportatevi con naturalezza. Ballate, ma tenete d'occhio quei ragazzi»

«Ballare?» domandò Annabeth.

«Sul serio?» feci io, disperata.

Odiavo ballare, ero impedita.

Talia annuì. Tese l'orecchio alla musica e fece una smorfia.

«Bleah. Chi ha scelto Jesse McCartney?».

Grover sembrò ferito.

«Io»

«Santi numi, Grover. Che idiota! Non potevate mettere, che so, i Green Day o roba del genere?»

«I Green chi?»

«Lasciamo perdere».

Mi girai allora verso Percy, che si trovava alla mia sinistra, subito accanto ad Annabeth, che invece si trovava al mio fianco.

Per qualche strana ragione, avrei voluto che mi chiedessi di ballare, nonostante odiassi farlo. Sentivo il bisogno di parlargli, dirgli cosa avevo fatto in quei mesi che non ci eravamo sentiti. Nonostante fossi stata così vicina a lui, nel collegio, non mi ero mai sentita così distante, così lontana.

Però, vidi Percy bisbigliare qualcosa all'orecchio di Annabeth, qualcosa che la fece sorridere in modo raggiante.

Ci rimasi subito male. Stavo per uscire dalla palestra per andare a deprimermi da qualche parte, quando qualcuno mi afferrò il braccio, iniziando a trascinarmi in mezzo al mucchio di persone che ballavano.

Girandomi, incontrai gli occhi blu di Talia, che intanto si era fermata in mezzo alla pista da ballo.

«Allora, balliamo?» mi chiese.

Io sorrisi, riconoscente. Non sapevo se l'avesse fatto perché aveva visto la mia espressione, perché avesse intuito qualcosa o semplicemente perché volesse ballare con me, ma io mi limitai a posarle le braccia sulle spalle, allacciando le mani dietro al suo collo, nel mentre che lei posava le sue sui miei fianchi.

Iniziammo a ballare. Ovviamente era lei a condurre, io non ne ero minimamente capace. Le pestai spesso i piedi, cosa che fece ridere entrambe a crepapelle. Ogni tanto mi raccontava battute o faceva commenti buffi su come erano vestiti gli altri ragazzi.

Erano mesi che non stavo così bene, che non mi divertivo così tanto.

Un po' mi dispiacque per Grover, che era rimasto solo. Lo notai accanto al tavolo delle bevande, mentre si versava un po' di punch. Anche se cercava di non farlo notare, stava sempre tenendo d'occhio il punto in cui erano i due fratelli.

Tornai concentrata sulla mia accompagnatrice, cercando di non romperle altre ossa dei piedi.

Dopo un po', quando mi volta per cercare Percy e Annabeth con lo sguardo, trovai solo la bionda, che parlava agitata con Grover.

A una quindicina di metri da loro, sul pavimento della palestra, c'era un berretto verde e floscio tale e quale a quello che indossava Bianca Di Angelo. Con delle carte sparpagliate accanto.

«Oh, merda» sussultai, bloccandomi.

«Che succede?» chiese Talia.

Io le presi la mano e la trascinai nel luogo in cui erano Annabeth e Grover, che ancora discutevano.

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐔𝐑𝐍,    percy jackson ¹ Where stories live. Discover now