27

241 46 266
                                    

"Stupido, stupido, stupido..."

Tim se lo ripeteva guardandosi allo specchio del lavandino, mentre alle sue spalle l'acqua della doccia continuava a cadere imperterrita, cominciando ad appannare le superfici di vetro nella stanza.

La presenza di Emma nella stessa casa lo metteva costantemente a disagio, anche se cercava di non darlo a vedere alla ragazza. Non riusciva ad imbastire un discorso senza doverci per forza infilare nel mezzo qualche battutina idiota, per mascherare l'imbarazzo che sentiva divampare come un incendio dentro il petto e sul viso. Fortuna che il nero del pugno di Diego nascondeva in parte il rossore delle guance.

Timothée aveva bisogno urgente di rinforzi e l'unico a cui avrebbe potuto chiederli era l'unico che non vedeva l'ora di fantasticare su una situazione del genere.

"Tu sei a casa della Lombardi? Cioè proprio nella stessa casa? Insieme, insieme?"

"Shh! Abbassa la voce, Valerio. Sapevo che sarebbe stata una pessima idea quella di chiamarti." Si lamentò Tim sottovoce, strusciandosi il viso con la mano attento a non passare sul livido dello zigomo, e dando un'occhiata sfuggente all'acqua della doccia, cercando di non pensare allo spreco che ne stava facendo.

"Mica può sentirmi, a me. Al massimo mi sentono i miei genitori."

"La prudenza non è mai troppa. Sono chiuso in bagno da mezz'ora, solo per farmi una doccia! Questa starà pensando che non mi lavo da mesi."

"Quindi, ricapitoliamo. Non soltanto sei in casa della Lombardi, ma ti stai per spogliare nudo nel suo fottutissimo bagno. Sei nudo a pochi passi dalla Lombardi, Timothée Vannucci. Tu sei quello che sta raggiungendo il più alto grado di vicinanza con lei e in più nudo! Sei il nostro eroe, e con nostro parlo per tutti gli esponenti del gruppo nerd e del fan club di Dungeons & Dragons, della scuola. Altro che quel cazzaro di Marco 2°F. Lui e la sua Big Babol!"

"Che cosa suggerisci di fare?"

"Stai seriamente chiedendomi questo?" Tim avvertì lo scetticismo nel tono di voce dell'amico.

"Non è così semplice come può sembrare."

"Non te n'è mai importato niente, Tim. Comportati normalmente, fai quello che devi fare, ma insomma io l'occasione non me la lascerei sfuggire."

Timothée si morse le labbra, parlando alla sua immagine allo specchio, nonché al suo amico al cellulare.

"E se lei, sì insomma...se lei non volesse?" perché le faccio schifo. Avrebbe voluto finire la frase, guardando quel fisico da uccellino malato e deperito che si ritrovava.

"Nel senso che le fai cagare?" colpito e affondato.

"Grazie, Vale."

"E dai, Tim? Che sarà mai? Nella peggiore delle ipotesi ti rifiuta, te torni a casa dai nonni con la coda tra le gambe e metti il tuo orgoglio ferito nel sacchettino dei panni, e poi dopo gli esami vai a Milano e addio Lombardi."

Quando Timothée esponeva i suoi problemi a Valerio, quelli che sembravano dei monti ardui e insuperabili si trasformavano in collinette verdi e in fiore dove correre canticchiando una canzone, nell'attesa di scavalcarle.

"Questo ovviamente, se non ne sei innamorato. Ma non è il nostro caso, giusto?"

Tim si morse l'interno della bocca e chiuse gli occhi sospirando.

"Giusto?" ripeté incalzante Valerio, la voce resa leggermente metallica dal microfono del telefono.

Il silenzio continuò a protrarsi per troppo tempo.

TOUCHWhere stories live. Discover now