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"Sicura tesoro che non ti dispiace essere rimasta a casa? Londra è una città meravigliosa."

"Fredda, umida e piovosa. Non lo metto in dubbio, ma passo. I miei capelli ringraziano di essere rimasti a casa."

Emma accostò il cellulare all'orecchio premendolo contro la spalla, per sentire la voce di sua madre, tappandosi l'altro lato con la mano libera. Seduta sulla tazza del cesso in bagno continuava a fissare le punte dei suoi piedi, mentre aspirava la sua nuova IQOS ILUMA con voracità.

"Cos'è questa musica?" chiese Carla, lievemente insospettita da un insolito rumore all'altro capo del telefono.

"Niente, mamma." Emma scosse del debole fumo dal naso con un gesto repentino della mano. "Ho acceso lo stereo in camera, ascolto un po' di musica prima di andare a dormire, per rilassarmi."

"Non tenerla troppo alta, lo sai. I vicini si innervosiscono ed è tardi. Le persone dormono a quest'ora."

"Tra poco vado anche io, mamma. Non ti preoccupare."

"Va bene, amore. Chiama se hai bisogno, mi raccomando."

"Sì, sì. Salutami papà. Notte."

"Notte, tesoro. Ti risaluta e ti manda un bacio."

Emma interruppe la chiamata dopo aver mandato un bacio virtuale a suo padre, verso la Gran Bretagna. Si asciugò in fretta, si alzò le mutandine di pizzo nero  e uscì dal bagno di casa. Non appena aprì la porta il suo corpo fu quasi sbalzato all'indietro dalle onde sonore della musica che rimbombava per tutta la casa. Le casse dello stereo erano al massimo e i bassi facevano tremare le assi di laminato del pavimento.

"Che fine avete fatto fare al mio Vodka Lemon, stronzi!" berciò, gettando il mozzicone della IQOS nel vaso di fiori vicino al divano.

"Dove lo hai lasciato. L'ho custodito gelosamente." Diego lasciò che la ragazza si gettasse sul divano, accavallando le sue gambe scoperte direttamente sopra le proprie. Poi allungò il braccio circondandole le spalle.

"Bravo. Hai fatto il tuo." Dette un lungo sorso dal bicchiere di plastica, dove galleggiava un misero rimasuglio di quello che una volta doveva essere un cubetto di ghiaccio. Poi lanciò un'occhiata alla sua amica Violante. Accanto allo stereo, insieme a Matteo, stava discutendo sulla scelta della prossima canzone. I loro visi erano molto vicini e, mentre ridevano scoprendo i denti, i loro nasi sembravano sfiorarsi appena.

Emma sentì una fitta di gelosia nel basso ventre. Non che le piacesse Matteo. Aveva il collo troppo lungo e secco, e gli occhi enormi. Sembrava una giraffa con degli strani capelli riccioli in punta. Ma quella era la sua festa. Era casa sua. Era la sua scena. Nessuno poteva permettersi di rubarle il proprio palcoscenico personale.

Si alzò di scatto afferrando il bicchiere vuoto dell'amica e prendendola per un polso, tirandola via dal pouf dove stava seduta a gambe incrociate.

"Vieni, andiamo a fare il pieno." Ordinò secca, senza possibilità di replica da parte di Violante che, un po' scocciata per l'interruzione, la seguiva barcollando.

"Emma, ma che cazzo. Ci stavamo divertendo."

"Con chi? Con quello? Ma sei fuori?" prese una manata di ghiaccio dal freezer riempiendo entrambi i bicchieri. Poi versò un abbondante strato di Vodka e solo una misera illusione di Lemon Soda. "Hai visto che denti a coniglio che ha? A furia di ciucciare lecca-lecca sembra che si siano spostati ancora più avanti."

"Magari a fine serata potrebbe ciucciare qualcos'altro." rispose maliziosa Violante portandosi il bicchiere vicino alle labbra carnose, nascondendo un sorriso sornione.

TOUCHWhere stories live. Discover now