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Il soffitto era bianco. Ma negli angoli della finestra si potevano scorgere piccole macchioline grigiastre e marroncine, allargarsi sul cemento come tante bollicine di sapone. Ad Emma erano sempre sembrate come quelle bolle che fai da piccola, quando immergi il bastoncino forato nel barattolo e ci soffi dentro per farne uscire più che puoi. Lei aveva soffiato delicatamente, con ritmo costante e tutte le bolle di sapone si erano andate a posare lassù, nell'angolo sopra la finestra. Ma non erano bolle di sapone. Era muffa.

La ragazza chiuse ancora gli occhi, stesa a letto. Ascoltando i suoi respiri e contandoli sottovoce.

"Uno...due...tre..."

Poi riaprì gli occhi e il soffitto era sempre là, sopra la sua testa, non era cambiato niente. Le macchie sempre sullo stesso punto in alto. Spostò lo sguardo, girando un po' il viso, lentamente sul cuscino, per vedere l'ora sul display del telefono, posato in piedi sulla base della lucina sopra comodino.

10.23

Tornò dritta con il collo, incrociò le mani sul petto. Fissò ancora il soffitto e chiuse di nuovo gli occhi. Immaginò di uscire fuori, sulla spiaggia, i piedi nell'acqua. Le onde che si rincorrono sul bagnasciuga, i ragazzi che giocano a palla e a racchette davanti a lei. I suoi amici. Violante sull'asciugamano steso accanto a lei le indica qualcosa in lontananza, mentre Diego e Matteo si passano il pallone con i piedi senza farlo cadere a terra. Guarda la direzione in cui indica il dito dell'amica: un ragazzo seduto su uno scoglio, una gamba piegata e una che ciondola a pelo d'acqua...un libro in mano...

Riaprì gli occhi. Ancora bianco soffitto. Ancora muffa. Il cellulare segnava un'ora diversa.

11.15

Lentamente la ragazza si tirò su a sedere sul letto. Le lenzuola le caddero lungo i fianchi e si arricciolarono sulle gambe. Guardò distrattamente la camera da letto in disordine, l'armadio sembrava avesse vomitato vestiti riversi per terra, la scrivania ingombra di oggetti. Emma si strusciò la testa sbadigliando, in cerca dello scopo della giornata. Si allungò per afferrare il cellulare dal comodino, urtando per sbaglio la bottiglia vuota di birra che rotolò sul pavimento con un tonfo sordo. La fissò stringendo gli occhi e sperando non si rompesse, ma per fortuna era caduta sul tappeto.

Strusciando pesantemente i piedi per terra si avviò verso il bagno, accendendo la luce e guardandosi allo specchio: occhi profondamente solcati dalle occhiaie e capelli come nidi di ragno sulla testa. Sbuffò, spremendo quel che rimaneva dell'ultimo sprazzo di dentifricio dal tubetto, poi bagnò lo spazzolino sotto l'acqua, mettendoselo in bocca e camminando verso il giardino, lavandosi i denti in contemporanea.

Si fermò, ritirando la mano dalla maniglia della portafinestra. Stringeva lo spazzolino tra i denti, mentre annodava i capelli in una coda alta e scompigliata, prima di andare fuori. Poi, tirò a sé la porta e uscì . L'aria calda e afosa persisteva come in un mese di piena estate, nonostante fosse soltanto aprile.

Lo scintillio del mare in lontananza la costrinse a chiudere gli occhi, mentre continuava a sfregare i denti, con il solo rumore del suo strusciare nelle orecchie.

Poi un rumore si infiltrò insolente nel suo padiglione uditivo, costringendola a voltarsi verso il terrazzo a fianco.

Ed eccolo là. Il suo scopo del giorno. La pelle del viso di Emma si tirò in un sorriso con lo spazzolino in bocca, gli occhi adesso più luminosi del mare davanti a lei. Accesi e chiari, nonostante il marrone delle sue iridi.

Timothée stava improvvisando impacciati passi di danza, con le cuffie sulla testa e si accompagnava canticchiando alcuni strascichi della canzone che stava ascoltando.

"Give me one good reason why i should never make a change, baby if you hold me then all of this will go away..."

Emma posò velocemente lo spazzolino sul tavolo, sputando il dentifricio in eccesso nel vaso di gerani accanto alla sedia. Prese il cellulare dalla tasca del pigiama, cominciando a filmare il piccolo show del ragazzo, che ancora non si era accorto di essere spiato dal terrazzo alle sue spalle.

TOUCHWhere stories live. Discover now