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Zoom.

Non c'erano più le mattinate in classe, tra i banchi di scuola e verifiche a sorpresa. Adesso le mattinate di Timothée erano un appuntamento fisso su Zoom con la Didattica a Distanza, rinominata da tutti, per semplificare il concetto, DAD.

La DAD lo aiutava a passare quelle ore mattutine che sembravano interminabili, davanti al portatile aperto sulla scrivania. Molte volte Tim era stato tentato di rimanere a letto, con il computer sulle gambe, ma cercava di mantenere un contegno per non trasformarsi totalmente nell'ameba verso la quale questa quarantena sembrava trasportarlo giorno dopo giorno. I suoi pensieri erano costantemente negativi: lavarsi? Perché se non doveva andare da nessuna parte. Alzarsi dal letto? E per fare cosa? Vestirsi? Avrebbe potuto tranquillamente restare in pigiama tutto il giorno.

Ma la parte ancora umana e civilizzata di lui gli diceva di resistere a questi impulsi primordiali e darsi un contegno. Cercava di seguire l'esempio di Primo Levi in Se questo è un uomo quando spiegava di come, reagire all'interno del lager, volesse dire anche mantenere quella dignità dell'essere umano che i loro aguzzini cercavano ininterrottamente di distruggere, trattandoli da bestie.

Non che vivere chiuso in casa con i nonni fosse come essere rinchiuso in un lager nazista - Tim non aveva certo questa supponenza - ma sentiva chiaramente che, se si fosse lasciato andare all'apatia che lo mordeva costantemente alle ginocchia, presto si sarebbe trasformato in un perfetto animale da appartamento.

Guardò le facce dei suoi compagni sullo schermo, tutti suddivisi in piccole finestrelle, ognuno con la propria camera alle spalle. Olivia, coda di cavallo che lasciava la frangetta biondo scuro sugli occhi, e i poster di Benji e Fede, e Irama attaccati alle pareti dietro di lei. Patrizia, occhi truccati di nero nonostante l'obbligo di restare in casa, le guance pallide e smagrite più del solito, ma un'immancabile camicetta scura con il colletto bianco a punta. Le pareti della sua camera erano così lugubri da sembrare quelle di un cimitero. La ragazza si era costruita la sua catacomba personale. Valerio poggiava la testa sulla mano, guardava svogliatamente in basso, chiaramente sul cellulare, totalmente indifferente alla spiegazione della professoressa di inglese. Aveva un ciuffo ribelle dietro la testa, sparato in aria da una ritrosa tipica da cuscino. Doveva essersi alzato nello stesso istante in cui era partita la lezione su Zoom.

Timothée abbassò gli occhi sullo schermo illuminato del telefono. Appunto: Valerio.

C'è una challenge in corso. A quanto pare hanno sfidato Diego a sedere alla scrivania nudo dalla vita in giù. Nudo, nudo, eh. Senza mutande!!!

Tim con aria schifata guardò l'immagine di Diego nella finestrella in alto a sinistra: aria compiaciuta, lingua che struscia sui denti, mentre ciucciava il tappino della bic. La sua camera era un museo creato appositamente per tessere le lodi della sua squadra del cuore, il Milan. In un miscuglio di rosso e nero sembra di essere catapultati all'inferno. Mentre a Tim l'unica cosa che il rosso e il nero faceva venire in mente era il romanzo di Stendhal. Si affrettò a rispondere, cercando di non farsi vedere dalla professoressa.

Impossibile stabilire se lo abbia fatto davvero.

Vide a turno i suoi compagni di classe abbassare gli occhi, che saettavano dal basso del cellulare di nuovo verso lo schermo, in piccole frazioni di secondi. Tutti impegnati a guardare i propri apparecchi, chi a messaggiare, chi a scorrere le storie su Instagram, chi a farsi i selfie per testimoniare la propria vita in quarantena durante il covid. Nessuno seguiva realmente questa lezione. La DAD era un completo fallimento. Tim sbuffò, buttando la testa all'indietro, guardando il soffitto e dondolandosi con la sedia, in attesa della fine di questo strazio. Altro messaggio di Valerio, che sembrava fissarlo intensamente dalla finestra in basso a destra. Gli occhi che si strizzavano ad intermittenza, da dietro le lenti tonde degli occhiali, parevano chiari segnali di una comunicazione non verbale tra i due amici.

TOUCHWhere stories live. Discover now