× CAPITOLO LXVIII ×

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× CAPITOLO • LXVIII ×

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Non era certo un comportamento comune per Yoongi camminare con passo così accelerato da una parte all'altra del campo, a meno che quello sconvolgimento non fosse giustificato da un attacco nemico improvviso. Scrutando la maniera in cui il cielo s'era fatto scuro, era facile e abbastanza intuitivo per lui comprendere che in un qualsiasi altro giorno, a quella precisa ora della notte ― per meglio puntualizzare ― si sarebbe già trovato all'interno della sua tenda, lontano da chiunque e con i teli della questa calati fino al suolo; un tessuto che aveva la funzione di un muro di pietra atto a tenerlo lontano da tutto ciò che succedeva dall'altro lato. Quasi tutti i suoi soldati non erano riservati come lui e pertanto, fino a quando non crollavano a causa del sonno o del troppo vino ― o di un'unione malsana di entrambe le cose ― talvolta sul suolo e altre nei dintorni delle tende in cui avrebbero invece dovuto trovarsi, erano soliti intrattenersi per svariate ore alla fine di uno scontro... a maggior ragione se questo aveva avuto un esito clamorosamente riuscito. I festeggiamenti erano ancora in corso quando stava solcando trasversalmente il campo ma era sicuro che questi stessero in qualche modo volgendo verso il termine ― volente oppure no ― dal momento che l'umore era già fin troppo alto, il vino nelle vene ancora di più, e quasi nessuno si era accorto della presenza del comandante. Complice, probabilmente, il mantello ― che era d'obbligo per lui indossare sotto le temperature dure di quel periodo ― integralmente, con entrambe le spalle coperte, col cappuccio tirato fino alla testa e agganciato lungo la base del collo. Non ci mise molto prima di arrivare dove avrebbe dovuto, complice il fatto di aver attraversato il campo lungo un lato dal momento che si trovava già in prossimità di uno di essi quando aveva visto qualcuno di sospetto muoversi, come a voler attirare la sua attenzione seppure in maniera assai contenuta, oltre la coltre notturna e appostato alle spalle della fitta vegetazione. Lo riconobbe quasi subito e con la stessa velocità era prima arrivato davanti all'uscita, poi aveva scostato la più vicina barricata ― composta da file di doppi pali di legno, dal vertice acuminato, incrociati e disposti uno accanto all'altro ― che, come le altre del resto, aveva il compito di delimitare le uscite ripartite per ogni lato ma di allontanare anche eventuali animali.

Una volta superato anche l'ostacolo incarnato dai fossati, prese a camminare lungo lo spazio adiacente al campo ricordandosi di essersi allontanato da esso, soltanto poche volte prima di quel momento. In linea con il suo essere un uomo devoto alla calma e alla tranquillità più che a un intrattenimento di qualsivoglia natura, per l'appunto, aveva sempre evitato di passeggiare intorno al campo a prescindere da quanto fosse animato dal desiderio di prendere una boccata d'aria che non fosse in qualche modo viziata dal fumo emesso in grandi quantità dai fuochi che scalpitavano dai bracieri sempre attivi. Sentire l'odore e se chiudeva gli occhi, persino il sapore sulle sulle labbra, pungente della vegetazione che lo circondava ebbe l'effetto di fargli rilassare i muscoli delle braccia e alleggerirgli il peso, che non aveva saputo di avere prima di essersene liberato, che gli comprimeva il petto. Le esigue specie di piante che erano riuscite a sopravvivere al freddo, abbondavano lungo le coste di quel regno fino ad infoltirsi ancora di più verso nord, nel punto in cui, convergendosi con quelle parallele, finivano per creare la fitta rete dietro al quale si nascondeva il Quartier Generale; nel punto esatto in cui i confini dei cinque regni s'incontravano. Hoseok era sparito dal punto in cui lo aveva visto minuti addietro ma non demorse comunque. Il buio, a vantaggio della riservatezza che si auspicava per la sua scappatella, non era vivo abbastanza da averlo costretto a portare con sé una fiaccola ma nonostante quel fattore, aveva comunque deciso di avanzare circospetto e a passi modulati. Vide l'Omega qualche momento dopo, riemergere in piedi con qualcosa stretto tra le mani, e con un sorriso beffardo sul volto. Il giovane non si era accorto di lui e Yoongi ne approfittò per osservarlo per qualche momento prima di avvicinarsi a lui lentamente e facendo in modo che l'altro lo notasse prima di trovarselo di fianco. «Cosa stai facendo qui?» Alla fine chiese, non potendone più di rimanere in silenzio. Una volta ascoltato, Hoseok si voltò verso di lui. Conservava ancora lo stesso sorriso e non pareva per nulla sorpreso di vedere il comandante lì, accanto a lui.

𝙲𝙾𝙳𝙴 - 𝟽𝟼𝟹𝟿𝟶𝟷 │ 𝙾𝙼𝙴𝙶𝙰𝚅𝙴𝚁𝚂𝙴Where stories live. Discover now