× CAPITOLO LVIII ×

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× CAPITOLO • LVIII ×





Nonostante il clima quel giorno fosse piuttosto favorevole, e con esso s'intendeva che ci fosse sì, una piacevole ventata fresca di aria ma che questa fosse anche modulata in maniera da renderla sostenibile senza la necessità di indossare troppi abiti pesanti, Aerum dispose sul tavolino ― intorno alla quale, quella volta, era seduto soltanto lui ― una caraffa ricolma di acqua bollente, considerando il vapore che dalla bocca di essa s'innalzava, insaporita con delle spezie che rilasciavano nel fluido un odore pungente alle narici ma estremamente invitante. Il comandante indugiò qualche momento perso nella riflessione che prevedeva la probabile impossibilità di poter agguantare il manico del recipiente contenente la gustosa bevanda nell'immediato per causa della temperatura elevata che certamente si era attraverso di esso diramata ma la donna, quasi come se avesse intercettato i suoi privati pensieri, con fare sicuro agguantò una seconda volta il manico con il palmo ricoperto da uno straccio in tela di un colore tendente al violaceo ed inclinò la caraffa fino al punto da versare il liquido all'interno di un bicchiere di rame dalle estremità superiore ripiegata verso il basso che teneva racchiuso nell'altra mano. «Tieni.» Mormorò appena tra i denti in maniera pacata e con un fare vistosamente gentile. Yoongi rispose a quella manifestazione di cordiale benevolenza con un sorriso ingente ed un sollevamento di spalle, diversamente dal primo, appena percettibile. Pochi momenti dopo, mentre il soldato si portava il bicchiere alle labbra al fine di soffiare all'interno di esso per far raffreddare la bevanda quel tanto che bastava per berla senza ustionarsi la lingua, Hoseok e Narium fecero il loro ingresso dalla porta d'entrata ― anch'essa in legno, come lo era gran parte della piccola casa ―attanagliati entrambi da un fiatone che presagiva l'avvenuta di una corsa forsennata, forse una gara intrapresa tra i due, il cui vincitore però era avvolto nel mistero. Il comandante all'inizio s'era interrogato per una serie di minuti a proposito della casa che gli aveva regalato ospitalità ed aveva riscontrato, con non poco amaro in bocca, che le dimensioni di essa fossero addirittura più ridotte di quelle che solitamente poteva avere una delle qualsiasi stalle messe a disposizione sua all'interno del castello di Ryohs o anche, di quelle che orbitavano intorno ad una qualsiasi base militare ― non importava in quale regno fosse essa disposta ― compresa quella sistemata accanto al centro di reclutamento. In quel caso ultimo ce n'era una sola e comunque, per quanto modesta, era forse almeno il doppio di quella casa che a disposizione aveva soltanto due camere, esigue ed incupite dall'impossibilità che avevano i raggi del sole di filtrare al loro interno, utilizzate per trovare ristoro la notte ed un'altra soltanto, utilizzata invece per consumare i pasti e tenere al tempo stesso, in conservazione il cibo stipato. Era quasi formidabile, ora che lo aveva davanti agli occhi nella sua durezza, la maniera in cui fosse persino impossibile da immaginare, per quelle due donne, ciò che per lui invece era ordinario.

Quando Aerum poggiò sul tavolo una minestra di segale ed un pezzo di pane di orzo, compreso l'intento che la donna aveva di porgerglielo davanti, di scatto il militare poggiò una mano intorno ad un polso fine di lei mentre timidamente accennava: «Non preoccuparti di questo, posso fare da me.» Essere servito da una donna che aveva fatto così tanto per lui persino a tavola, lo metteva profondamente a disagio nonostante ci fosse qualcosa che era in grado di sussurrargli ad un orecchio come lei ― con tutta probabilità ― oltre ad essere ignara di tutte le sue turbe, fosse solo presa da buone, tanto quanto nobili, buone abitudini. Che un Alpha si alzasse per imitare i gesti di Aerum, per quanto Yoongi stesso ci avesse pensato, era un'azione dal significato incredibilmente torbido in una situazione come quella. Se fossero stati da soli, il comandante avrebbe potuto azzardare qualche servizievole iniziativa, come servirle un bicchiere di quella deliziosa sostanza, ma con Hoseok e la figlia della donna a fare da testimoni, quella stessa azione sarebbe potuta apparire incredibilmente sconveniente se non addirittura disagevole per l'Omega stessa. La mancanza di un protocollo comportamentale da seguire ― alla lettera quella volta data la sua ignoranza in materia, nonostante lui fosse avverso alle regole e al loro sostentamento soprattutto quando non erano adeguatamente supportate dalla logica, o dal buon senso, oppure ancora dal suo convenire ― quando si parlava di riconoscenza da parte di un Alpha verso un Omega, lo frustrò al punto che per sopperire al disagio che era stato in grado di allontanare da Aerum ma non da sé stesso, tentò di focalizzare la sua mente e tutti i pensieri che essa era in grado di fare ― tuttavia non riuscendoci col successo che s'era augurato ― cominciando a trafficare da sé con quanto gli era stato da prima offerto. Posò il piatto ricolmo di minestra al centro di uno dei quattro lati del tavolo, esattamente quello davanti al quale prima era seduto e dove si trovava ancora la sediolina lasciata appena più indietro perché abbandonata improvvisamente, e lo stesso fece con il pane, poi raggiunse nuovamente il suo posto e sollevò lo sguardo verso la donna che nel frattempo aveva cominciato a guardarlo con un'espressione a metà tra lo stupito ― positivamente ― e l'intenerito.

𝙲𝙾𝙳𝙴 - 𝟽𝟼𝟹𝟿𝟶𝟷 │ 𝙾𝙼𝙴𝙶𝙰𝚅𝙴𝚁𝚂𝙴Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ