× CAPITOLO XX ×

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× CAPITOLO • XX ×



Inspiegabilmente Seokjin qualche volta riusciva ancora a sentire il familiare odore di disinfettate mentre si trovava in procinto di fare qualcosa che per una ragione o un'altra, gli ricordava gesti che in passato aveva già compiuto o ancora pensieri che in un tempo che ora gli pareva lontano, aveva già formulato. Persino in quel momento, mentre semplicemente camminava per il covo che l'ospitava assieme ad altri Omega, già solo ad osservarli senza porre in tale azione chissà quanta premura e dedizione, gli capitava di sentirla ― per quanto fosse in realtà inesistente nel contesto in cui si trovava in quel momento ― filtrare pungente nelle narici fino a depositarsi in un angolo remoto della testa ma ugualmente familiare. Sospirò e socchiuse gli occhi quando il desiderio di uscire fuori da quell'ambiente chiuso ed affollato sopraggiunse dove altri già risiedevano, ed infine, come incoraggiato dal vento notturno che certamente avrebbe incontrato fuori o ancor di più, dal meraviglioso blu intenso che amava ammirare sopra la sua testa spesse volte durante quelle ore, decise di tenere fede a quei propositi incamminandosi direttamente verso l'uscita. Erano poche le volte in cui gli capitava di essere nostalgico: Seokjin credeva di essere un uomo che fattualmente, al momento, era divenuto ormai incapace di credere ad inutili sentimentalismi, e peggio ancora era per lui pensare di riporre in essi una qualsiasi sorta di speranza. Non aveva più nulla a che vedere col suo passato e pertanto non amava neanche ricordarlo e la prima ragione di questo comportamento, s'incarnava proprio nella consapevolezza di non poter fare nulla per cambiarlo, così come non avrebbe potuto cambiare momentaneamente nemmeno il presente in cui viveva. Ma nonostante tutti i suoi buoni propositi e tutti i suoi millantati discorsi, perfino per lui talvolta, era difficile sfuggire alla nostalgia di un tempo che era consapevole non avrebbe mai più vissuto ancora, non durante il tempo in cui sarebbe rimasto in vita con tutta probabilità, e il dolore che quell'accettazione comportava. Quando era bambino, non avrebbe mai immaginato di diventare ciò che era adesso; piuttosto, s'era immaginato di essere colui che era riuscito ad incarnare soltanto per pochissimo tempo, il giusto per far tuttavia in modo che lui avesse rimpianti e ricordi che altro non avrebbero fatto al di fuori di tormentarlo ulteriormente. Tutte quelle mancanze però, Seokjin le pareggiava egregiamente con la rabbia e col rancore: sentimenti che per quanto dirompenti e furiosi, avevano iniziato a corroderlo dall'interno a partire da diversi anni addietro, prima ancora che lui potesse accorgersene e prima ancora che attraverso i suoi occhi potesse essere visibile il primo segnale capace di metterlo in allerta. Tutto era cresciuto dentro di lui silenziosamente, macchinosamente, crudelmente, e quando il malessere era diventato ormai generale ed impossibile da controllare, Seokjin era stato il primo ad essere stato costretto a scendere a patti con la realtà, non importava quanto cruda ed ingiusta questa fosse. Non importava la sua opinione in linea generale, così come non importavano i suoi sentimenti e i suoi sogni.

Era passato dall'avere tutto stretto nel pugno di una mano ― la sua vita compresa, ovviamente ― a vedersi scivolare via tutto fra le dita come granelli di sabbia troppo piccoli per essere controllati e trattenuti, sotto i suoi stessi occhi e senza che lui potesse materialmente fare qualcosa per fermarne, o almeno rallentarne, la caduta. Era malinconico quando pensava che un tempo, per quanto breve questo fosse stato, lui aveva avuto la possibilità di diventare ciò che aveva sognato, anche se questo gli era poi stato strappato dalle mani da qualcuno che da solo aveva stabilito che ciò che possedeva era troppo, per uno nato come lui. Seokjin pensava alla sua vendetta ogni giorno, ogni notte, quando gli capitava di fare fatica a dormire, e ciò che era successo nell'ultimo periodo da un lato l'aveva incoraggiato e da un altro lo aveva impensierito poiché qualche tempo prima, certamente non avrebbe mai pensato di dover ricorrere ad alcuni pretesti per modificare parte di ciò che aveva deciso in un periodo in cui era convinto che al di fuori della vita, altro non avrebbe avuto da perdere. Sospirò pesantemente in risposta ad alcune congetture sortegli nella mente quando era ancora incurante di avere qualcuno fermo in piedi alle sue spalle, intento ad osservarlo attentamente seppur con inscalfibile calma, prima di sollevare gli occhi al cielo che a parer suo, quella notte sembrava addirittura più bello rispetto alle precedenti. «Sia tu che Hoseok avete tante cose a cui pensare nell'ultimo periodo, vero?!» Chiese finalmente Jimin, palesando non solo ciò sopra cui stava rimuginando negli ultimi giorni ma anche la sua presenza, rimasta al maggiore estranea fino a quando la sua voce pacata non si era imbattuta in contrasto con la quiete che albergava al di fuori del covo. «Almeno questo è ciò che date a vedere!» Chiarì subito dopo, rimuginando a proposito di chissà quale altro pensiero, prima di sporgere le labbra in avanti mentre con inesorabile lentezza compiva i passi che lo separavano dal punto in cui era seduto Seokjin che riflessivo verso quelle parole, non perse troppo tempo prima di saziare i dubbi che sapeva affliggessero l'altro. «C'è poco sopra cui riflettere, a dire la verità. C'è solo da accettare, come sempre!» Chiarì e il minore sembrò capire immediatamente ciò a cui l'altro stava alludendo.

𝙲𝙾𝙳𝙴 - 𝟽𝟼𝟹𝟿𝟶𝟷 │ 𝙾𝙼𝙴𝙶𝙰𝚅𝙴𝚁𝚂𝙴Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum