× CAPITOLO XXI ×

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× CAPITOLO • XXI ×



Seduto su di un divano posizionato nei pressi della parte centrale del suo studio, il comandante ― e nonché signore delle terre in cui attualmente si trovava, dopo aver fatto in esse riorno il giorno precedente ― sentì qualcuno bussare leggermente al di là della porta prima di entrare e raggiungerlo, posizionandosi alla sua sinistra; gesto che in tutto e per tutto, bastò a ridestarlo dai pensieri che lo avevano tenuto compagnia per chissà quante ore, quella mattina. Non si voltò immediatamente, dalla camminata ma anche dal ricordo di un ordine impartitogli la sera precedente perché colto improvvisamente da un'infallibile idea, il comandante aveva buone ragioni di supporre che costui fosse Jungkook, in ritorno dal paese ed in compagnia di uno dei pittori più rinomati dei regni unificati. Yoongi ne aveva sentito parlare molte volte, nonostante non avesse mai richiesto i servigi di nessuno di essi, e soprattutto da parte di Shinjoon che a proposito di uno in particolare, aveva sempre tessuto complimenti, non mancando di osannarne le ricercate doti ogni qualvolta lo sguardo gli finiva sul ritratto di famiglia, o su quello realizzato per suo figlio, che questo aveva fatto per lui e che il signore del palazzo, orgogliosamente teneva all'interno di una delle più grandi sale reali. Il comandante non era un tipo sfarzoso in merito a tali ossequi verso la propria figura e a dirla tutta, non lo era neanche suo padre dal momento che, come unico lavoro commissionato in una vita intera di potere, aveva richiesto un singolo ritratto di famiglia; un quadro dipinto in virtù della consapevolezza che la sua compagna ― e madre di Yoongi ― sarebbe morta da lì a breve tempo. Il comandante, ricordava, per i primi anni susseguenti alla prematura scomparsa di sua madre, aveva sempre fatto in modo di evitare accuratamente con lo sguardo il dipinto che si trovava lungo la parete mentre scendeva le scale principali del palazzo, e di come gli fossero stati necessari almeno tre anni, prima di riuscire a trovare dentro di sé il coraggio per dare di sbieco un'occhiata alla figura impressa della donna, allora già leggermente pallida nel colorito della pelle e affossata nello sguardo, di cui seppur velatamente, ancora ricordava la voce e soprattutto la sensazione che gli arrecavano le carezze che ella gli distribuiva sul capo e sul viso quando da bambino era in procinto di andare a dormire oppure al mattino, quando era sul punto di alzarsi dal letto. Suo padre, attraverso quel quadro ― con tutta probabilità ― aveva cercato di rendere immortale la bellezza che vedeva in quella donna, permettendo inoltre a sé stesso e a suo figlio, di ricordarla esattamente così com'era in vita: incredibilmente bella, coi capelli lunghi e di un nero scuro, che le ricadevano lisci agli estremi di un viso dai lineamenti eterei e delicati.

Yoongi sapeva che la perdita della sua Beta aveva provocato in suo padre, soprattutto durante il corso del primo anno di solitudine, il desiderio di allontanarsi dal palazzo e da tutto quello che in esso si trovava; compreso lui che durante quello stesso periodo, a modo suo così com'era stato fatto da Moongi, aveva digerito la perdita con il proprio istinto e con la propria forza, attraverso capri espiatori a cui talvolta, era solito ricorrere ancora adesso. «Signore, l'ho trovato!» Lo chiamò con quell'appellativo Jungkook, stranendo addirittura lo stesso comandante che richiamato dalla presenza del primo per la seconda volta, decise finalmente di voltarsi in direzione del giovane che ancora gli stava in piedi alla sinistra del divano sopra cui era svogliatamente accomodato. «Ha già portato tutto ciò di cui necessita...» Continuò, voltandosi subito dopo quelle parole verso l'uomo barbuto fermo oltre la soglia, ancora intimidito dalla possibilità di non aver ancora ottenuto il permesso necessario affinché potesse entrare. «Non sapendo ancora con esattezza cosa deve fare, gli ho permesso di portare tutto ciò che possiede!» Ed era tanto, ciò che quell'artista possedeva, considerata la mole di utensili che questo si era portato dietro dalla casa in cui risiedeva assieme alla sua famiglia che, trepidante e scombussolata dall'idea di ricevere qualcuno proveniente direttamente dal palazzo reale, aveva acconsentito ad ogni richiesta col massimo riserbo ai convenevoli inevitabili in simili situazioni. «Gli permetto di entrare, oppure chiedo ai domestici di portarlo all'interno di qualche camera in attesa della tua ultima decisione?» Chiese stando attento a tenere bassa la voce che, per causa di quella premura, venne fuori roca e quasi impossibile da percepire.

𝙲𝙾𝙳𝙴 - 𝟽𝟼𝟹𝟿𝟶𝟷 │ 𝙾𝙼𝙴𝙶𝙰𝚅𝙴𝚁𝚂𝙴Where stories live. Discover now