× CAPITOLO XXX ×

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× CAPITOLO • XXX ×





Vista l'incredibile vittoria, lui ― così come avrebbe fatto chiunque altro si fosse trovato al suo posto ― aveva pensato che data la mancanza di protezione da parte di Jiwoo, la conquista dei territori che venivano subito dopo sarebbe stata scontata e pertanto, dopo essersi accampati ancora, mai nessuno avrebbe pensato che dopo un breve periodo di ristoro, qualcuno arrivasse con degli ordini d'immediato rientro. Il comandante ― ne era certo ― prima dell'arrivo di esso, avrebbe tirato avanti verso i villaggi confinanti, ponendo maggiore attenzione e riserbo verso quelli che avevano aiutato Jiwoo fornendogli armi, uomini e cavalli, ma, stranendo e contrariando molti, dopo aver intrattenuto un più o meno breve scambio di battute con il messaggero inviatogli, ritrattò i suoi precedenti piani con disarmante sicurezza ed inflessibilità. Ed anziché ricevere un ordine di assedio, ne arrivò un altro, totalmente inaspettato, il quale era ormai quello di raccogliere quanto prima ciò che era rimasto disorganizzato, per cominciare la marcia che li avrebbe condotti a casa. Gli ufficiali non furono lieti di ascoltare quelle parole ma quel giorno, badarono bene a tenere i loro dissensi riservati solo a loro stessi mentre assieme ai soldati appartenenti ad ogni altro grado ― investiti da tutt'altro umore ― si rassegnarono a fare dietrofront nel più totale silenzio e confusione. Giunti oltre il confine, l'esercito si smembrò totalmente a mano a mano che i soldati che lo componevano, giungevano all'interno del proprio regno natio mentre Jungkook, nonostante avesse trattenuto le sue domande per tutto il viaggio con malcelato malcontento, fu in grado di chiedere al comandante la ragione di quell'incredibile virata, solo quando entrambi furono all'interno delle accoglienti mura del palazzo. A seguito di quel quesito, ci furono attimi d'interminabile silenzio ma quando la risposta arrivò, chiara ed impertinente assieme alla convinzione che l'aveva motivata e sostenuta, il vice comandante non aveva potuto trattenersi dal sorridere e scuotere il capo simulando negazione. Non gli era dispiaciuto, tuttavia, dal momento che era stato proprio in virtù di quella decisione ― di cui Yoongi si era assunto ogni responsabilità del caso ― che fu altrimenti possibile per lui, vagare placidamente tra le strade della città ad ora così tarda. A passo lento ma cadenzato, aveva oltrepassato la soglia di tutte le strade appartenenti al centro e persino alla periferia di un intero distretto ma quando, proprio quella sera, passò per la sua mente la cocente spiegazione che stava alla base di quell'inconsulto gesto, si sentì un'idiota per aver deciso d'intraprendere qualcosa che per innumerevoli e logiche ragioni, non lo avrebbe condotto da nessuna parte per quanto infattibili.

Per quanto il luogo fosse ampio e di giorno parecchio popoloso, era da escludere che qualcuno che avrebbe fatto bene a restarsene nascosto, s'aggirasse invece tra quelle strade in particolare, a dispetto di quanto potesse essere grande il regno di Ryohs, e non per altre che si trovavano più distanti dalla capitale; le quali potevano essere quelle prossime alla linea di confine che separava quel regno da altri circostanti tre. Era probabile che si trovasse lungo la linea ― o zona prossimità, almeno ― che confinava con Kaya o direttamente all'interno di quel regno, data l'estrema facilità con cui lui ― e quelli insieme a cui era solito palesarsi ― passava da un dominio all'altro. Assieme a Yoongi ― durante una notte insonne, all'interno di una tenda e a svariati chilometri dal confine ― aveva addirittura delineato un'area ipotetica il cui epicentro s'aggirava nei dintorni del Quartier Generale, per poi estendersi in maniera circolare ed in quel momento, trovandosi ben oltre l'area d'interesse, bastò quel ricordo a spingerlo a ridere sottotono ancora di se stesso. Sarebbe tornato a casa e nei giorni successivi, se proprio si fosse deciso a ripetere ancora quegli insani ed inconcludenti gesti, si sarebbe premurato almeno di portarsi dietro un cavallo o ancora, di viaggiare direttamente attraverso una carrozza; anche se la prima opzione avrebbe attirato l'attenzione di chiunque si trovasse a passare per quelle strade su di sé mentre la seconda, oltre alla precedente e di per sé già spiacevole controindicazione, avrebbe comportato anche un cocchiere conscio di dove l'avrebbe condotto, cosa avrebbe fatto e chi avrebbe incontrato, al solo guadagno di non essere visibile al popolo dall'interno del mezzo. E quello era un misero guadagno considerando il fatto che seppure avesse deciso di muoversi, lo avrebbe fatto di notte, in un lasso di tempo quindi già potenzialmente desolato; alla luce di quell'ultima riflessione, a capo chino e a mascella serrata, semplicemente ammise l'impraticabilità delle sue intenzioni e la passività in cui era costretto a trovarsi suo malgrado a dispetto dell'altro che ― in tutto e per tutto in una posizione di vantaggio ― era l'unico in grado di poter decidere se e quando stabilire un collegamento, così come Hoseok aveva fatto con Yoongi.

𝙲𝙾𝙳𝙴 - 𝟽𝟼𝟹𝟿𝟶𝟷 │ 𝙾𝙼𝙴𝙶𝙰𝚅𝙴𝚁𝚂𝙴Donde viven las historias. Descúbrelo ahora