× CAPITOLO XLV ×

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× CAPITOLO • XLV ×




Se ne era parlato per l'intera capitale per i due giorni a venire, figurarsi quanto se ne era fatto per l'intero regno il giorno in cui il comandante dell'esercito assieme alle sue truppe e ad alcuni dei suoi massimi ufficiali, aveva messo piede, marciando, su quelle terre per la prima volta, sotto gli occhi increduli della popolazione. La voce si era diffusa a partire dalle zone limitrofe confinanti con Ryohs e Yosu, fino al diramarsi verso il centro del regno, dunque sino alla capitale, e nel giro di poche ore, addirittura verso le terre prossime al confine del regno unificato. Le prime persone che erano venute a conoscenza della suddetta marcia avevano racimolato i pochi averi posseduti prima di abbandonare di gran fretta le terre e le proprie abitazioni in timore di un'invasione, e dunque di una guerra, come d'altronde qualcuno aveva già supposto sarebbe accaduto in concomitanza di un probabile svilimento da parte dei signori che governavano i regni alleati. Entro poche ore ancora, pressoché verso metà del pomeriggio, a pochi chilometri di distanza dalla capitale, la suddetta popolazione arrivò alla consapevolezza che dietro quella marcia non si nascondeva alcuna conquista, al contrario, quando s'accorsero che gli uomini si sfaldavano a mano a mano che si addentravano nelle città più colpite, compresero che il conquistatore era lì per fornire loro un aiuto, anziché una obbligata sottomissione. Hoseok si trovava in una strada antistante alla zona adibita al mercato, quando aveva sentito la voce di una donna farsi leva sopra le altre, innalzandosi nell'aria acuta e drammatica. «Sgomberate!» Ripeté quella parola almeno tre o quattro volte prima che qualcuno la degnasse di un minimo di attenzione, mentre si sbracciava tra la folla. «C'è l'esercito. Sta arrivando l'esercito del regno!» Chiunque stava accerchiando la donna in quel momento, aveva esitato in un muto silenzio bloccandosi sul posto per qualche istante prima di osservare lo spazio tutt'attorno ― probabilmente alla ricerca di una strada che li avrebbe portati a non incrociare le truppe del signore di Ryohs ― e dileguarsi nel giro di qualche minuto.

Hoseok invece, che già da ore girava tenendo un basso profilo ― e cercando al tempo stesso di non avvicinarsi troppo alla calca per non essere riconosciuto, sfruttando anche l'ampio cappuccio del mantello, oltre che un fazzoletto che si premeva con forza contro la bocca ― spinto dalla curiosità o da chissà cos'altro, optò per tutt'altro comportamento: anziché dileguarsi assieme a parte degli uomini e delle donne nel viattolo che aveva di fronte, percorse a ritroso la strada già fatta al fine d'imbattersi frontalmente contro l'esercito. Voleva assicurarsi che quelle voci fossero vere, voleva vedere se Yoongi fosse realmente diretto verso la capitale e soprattutto, cercare di capire per quale ragione avesse preso una simile scelta. Mentre percorreva la strada non s'era nemmeno reso conto di aver accelerato il passo poiché troppo immerso nel pensiero che vedeva il comandante, portare a termine lo stesso flusso di congetture fatte probabilmente da Seokjin ― e che d'altronde avrebbero portato in quel luogo anche quest'ultimo, se solo lui e Jimin non si fossero proposti per sostituirlo ― che portava su di sé l'onere di comprendere, al fine di tirare una somma che fosse più meno chiara, sul da farsi in base all'attuale situazione. Ma una volta giunto a destinazione, e lo capì grazie ai suoni che gli scarponi dei militari riproducevano dopo essere andati a contatto col terreno, ed una volta che la marcia dei soldati fu possibile da ascoltare per lui con la stessa percezione di un tamburo battuto ritmicamente a pochi metri dalle orecchie, si avvicinò di fretta ad un gruppo di curiosi ― e ritenuti temerari da gran parte della popolazione che invece aveva preferito defilarsi ― tentando di nascondersi tra di loro. Il primo che vide fu per l'appunto Yoongi, mentre egli se ne stava ― assieme al suo vice e ai suoi ufficiali ― seduto su un cavallo completamente nero e del medesimo colore era la sua criniera talmente curata ed ondulata da divenire biancastra laddove ― nei piccoli punti ― i raggi del sole ormai già basso si poggiavano. Aveva in viso un aria seria e distante e non aveva poggiato gli occhi sulle persone che lo osservavano sfilargli davanti assieme ai suoi soldati neppure per un solo, minuscolo istante. A labbra serrate aveva percorso lentamente la strada, probabilmente anche allo scopo di favorire un parziale riposo all'animale che lo stava trasportando, e con lo sguardo ― puntato dritto davanti a sé, come se fosse seriamente incurante dei brusii che la sua presenza soltanto stava scaturendo ai suoi piedi ― ripercorreva fedelmente sia le abitazioni disabitate, sia quelle ancora abitate.

𝙲𝙾𝙳𝙴 - 𝟽𝟼𝟹𝟿𝟶𝟷 │ 𝙾𝙼𝙴𝙶𝙰𝚅𝙴𝚁𝚂𝙴Where stories live. Discover now