41.It's all about control

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MADLYN

Spengo la sigaretta che fumavo già da qualche minuto prima di dare un occhiata a mia sorella mezza addormentata sulla poltrona dell'aeroporto.
Tornavamo a Denver.
Il mio piano era quello di lasciare Sarah e parlare con Amelia.

Quando quella sera mi rapirono per portarmi qui a New York avevo avuto paura, paura di tutto.
Paura che lui potesse non capire i miei segnali, la paura di morire era più vicina del solito.
Una volta arrivata a New York capii subito che qualcosa di strano stava per accadere, ma non potevo mai immaginare di avere un fratello che dalla nascita era stato rispedito in Italia e che poi si era presentato nella mia vita spacciandosi per "il mio migliore amico" questa è la cazzo di gente che abbiamo attorno: falsa.

E per di più Kendall lo sapeva. Lei, la mia migliore amica.
Vincent lo sapeva.
Amelia ne era a conoscenza.

Lego i capelli in una coda e mi siedo accanto a mia sorella.
Mi aveva chiesto spiegazioni ma io ero riuscita a mantenere la calma e non dirle nulla.Almeno
per ora,lo avrebbe scoperto a tempo dovuto quando saremmo tornate a Denver.

Il mio telefono inizia a squillare ed improvvisamente l'altoparlante dell'aeroporto si principia a dare una comunicazione:

-"Attenzione! Attenzione! Il volo per Denver è stato momentaneamente spostato causa maltempo si invitano i signori passeggeri a tornare  domani mattina alle ore 09 per il prossimo volo in partenza disponibile"

-"Ma vaffanculo"
esordisco mentre torno al telefono che squillava.
Ed eccola lì.
La notifica di Vincent.

"Sono qua fuori"

Non ci volle molto a farmi intendere che era stato tutto merito suo.

-"Sarah!"
-"Mh?"
-"Alzati andiamo"
-"Cosa?"
-"Alzati porca troia"
-"Okay sono alzata"
disse prendendo la sua valigia ed iniziandomi a seguire.

Appena lo vidi fuori dall'aeroporto nonostante fossi ancora ferita prendo la sua giacca e lo sbatto contro il muro a noi più vicino

-"Ti diverti a rovinare i miei piani?"
-"Si"
-"Coglione patetico"
-"Non puoi far separare anche loro"
dice invitandomi a guardare dietro di me.

Mia sorella e Mike.
Erano abbracciati ed erano felici di rivedersi.
E cosa dovevo pensare? Cosa?
Che ci avrebbe messo altri 5 anni a farle nuovamente le corna?
Gli uomini non cambiano mai.

-"Scena patetica e sopratutto insignificante per me"
mi fissa per un po' prima di scoppiare in una risata amara
-"Zero sentimenti eh"
prende il mio viso tra le mani
-"Allora quello che si dice sulle ragazze criminali è vero. Niente fidanzato, niente sentimenti solo con il pensiero di uccidere"
-"Se fosse vero saresti già morto"
-"Osservazione giusta. Ma quello che penso io è che tu non ci riesci, il fatto è che.
Riesci a farti comandare dal cuore quando si tratta di me ecco perché adesso sei qua"
-"Io sono qua perché un coglione ha deciso di dirottare il mio volo"
-"Il coglione lo ha deciso perché ti vuole con lui"
-"E cosa facciamo? Ci sediamo e ci facciamo una canna?"
-"No, infatti, sali"
dice dirigendosi verso la moto
-"Come cazzo hai fatto a farti portare la moto qua?"
-"È dei Lennor non mia"
-"Non ci salgo, me la faccio a piedi. Grazie"

Inizio a camminare dritta sorpassando mia sorella Sarah impegnata ad amoreggiare con il suo fidanzato.
Era terribile, tutto era terribile.
La sua moto si ferma proprio dinanzi a me bloccandomi il passaggio, lo guardo male.

Che cazzo stava scherzando?

-"No"
-"Dai Mercoledì sali"
-"Ho detto che proseguo a piedi"
-"A New York? Proseguire a piedi?"
-"Mi stai annoiando Vincenzo"
i suoi occhi erano totalmente cambiati, so che adora quando lo chiamo così.

Gli strappo dalle mani il casco e lo indosso prima di salire su quella moto.

-"Vai"
dico
-"Pensavo fosse più difficile"
esordisce prima di partire via.

New York di notte fonda era la cosa più bella che si potesse mai vedere. Piena di grattacieli , estremamente moderna.
Ma si sa la mia città del cuore è Los Angeles, letteralmente non la cambierei mai per niente al mondo.
Ma New York ha un secondo posto nel mio cuore.
Ci addentriamo in un luogo abbastanza isolato, non capivo dove mi stesse portando ma probabilmente in un posto significativo per lui, perché conoscevo Vincent mi ha sempre portato in posti importanti per lui.
E di questa città lui ne sa molto.

-"Siamo arrivati"
dice
-"Una palestra?"
chiedo ancora titubante
-"Si, ma capirai appena ci entreremo"
scendo dalla moto e aspetto che lui "apra" la porta.
La palestra era ben sistemata e ben organizzata, quando accende le luci noto che subito all'ingresso era posizionata una foto del suo bisnonno insieme al mio.
Lo guardo accigliata.

-"Era la loro?"
-"Si prima che si facessero la guerra, avevano una passione per il wrestling"
-"Mia madre non me ne ha mai parlato ma immagino"
-"È qui che mi sono preparato per tutti i miei incontri"
-"E adesso è tua questa palestra?"
-"Si, ma diciamo che tutto quello che guadagno da qui va direttamente alla famiglia di Cole e Mike e ovviamente a chi lavora qui"
-"Oh poverino nessun guadagno per te"
lo prendo in giro
-"Guadagno in altro modo"
-"Ma non avevo dubbi"
mi addentro sempre di più in palestra.

-"Ti vuoi allenare?"
mi chiede mentre sale sul ring montato al centro della palestra
-"Okay"
lo raggiungo e mi passa i guantoni, i miei jeans non proprio mi permettevano di muovermi perfettamente ma fa niente lo metterò con il culo a terra lo stesso.

-"Attento a non farti troppo male"
-"Buona fortuna a te"

Inizio attaccandolo subito, inizialmente si fa colpire prima di avvicinarsi a me con velocità e colpirmi sulla spalla.
Sorrido e inizio a fare sul serio colpendolo più volte ma quest'ultimo riusciva sempre a capire ogni mio movimento.

-"Ti stai seccando mercoledì ? Non riesci a prendermi?"
-"Okay Vincent si mi stai facendo innervosire. Smettila di muoverti così"
inizia a ridere ed io insieme a lui
-"A parte che sembri rincoglionito o peggio sotto effetto di qualche droga"
-"Avanti vieni qua ti insegno"

Mi avvicina a se e inizia ad insegnarmi alcuni semplici ed efficaci colpi.

-"Ok ho capito"
-"Dai colpisci allora"
parto colpendolo con il mio destro ma riesce a fermarmi e finiamo per essere appiccicati.
Lo guardo affaticata e lui lo stesso.
Lentamente si avvicina al mio viso, senza mai staccarmi gli occhi di dosso.

-"Domani ho un volo"
dico allontanandomi e lasciando i guantoni a terra
-"Madlyn"
dice con tono accusatorio
-"Che c'è?"
-"Mi sono stancato, di mentirti"
-"Perché c'è per caso altro che non so?"
-"Si tipo che non posso stare ancora lontano da te quindi tu senza me non andrai da nessuna cazzo di parte"
-"Mi obblighi? Chi sei? Mio padre?"
-"No, ma voglio stare con te"
sbuffa
-"Cioè lo capisci si o no?"
continua

-"No non capisco perché devi stare con me. Noi siamo fatti per stare lontano, ecco perché io domani me ne andrò e ognuno per la propria strada"

Non so quante volte io glielo abbia detto e puntualmente ci ritrovavamo sempre più vicini.
E so che accadrà anche questa volta.




SPAZIO AUTRICE

Buongiorno amori, spero che questa mini parte dedicata a Vic e Mad vi sia piaciuta.
Come al solito, stabiliamo dei paletti.

Vi ricordo di seguirmi au igg ❤️

Light on the DarkWhere stories live. Discover now