«Andiamo, Annabeth. Ma l'hai visto? Secondo te è lui quello che stavi aspettando?» chiese la figlia di Ares scettica.

«Potrebbe esserlo, Harp» disse Annabeth, con tanta speranza nella voce.

L'altra, in risposta, scoppiò a ridere.

«Se lo dici tu».

Scrutai le acque del laghetto, desiderando che per una volta qualcuno mi desse una risposta chiara e tonda.

Non mi aspettavo di incontrare lo sguardo di nessuno sul fondo, perciò per poco non mi prese un colpo quando notai due ragazze più grandi che sedevano con le gambe incrociate sul fondale alla base del molo, ad almeno 6 metri sott'acqua. Portavano i jeans e delle scintillanti magliette verdi, e i lunghi capelli castani e fluttuanti erano attraversati da pesciolini. Mi sorrisero salutandomi con la mano, come se fossi un vecchio amico. Non sapevo che fare, così risposi al saluto.

«Non incoraggiarle» mi avvisò Annabeth «Le Naiadi sono delle terribile smorfiose»

«Naiadi» ripetei «Ora basta, voglio andare a casa»

«Certo che non ci arrivi» commentò Harper «Prissy, tu sei a casa. Il campo è l'unico posto sicuro sulla terra per ragazzi come noi»

«Ragazzi con disturbi mentali, vuoi dire?»

«Bah, intanto i disturbi li hai tu, non io. E poi vai a cagare. Ma chi ti credi di essere?» disse piccata.

La conoscevo forse da nemmeno un'ora, eppure avevo capito che era meglio non darle fastidio e non trovare alcun modo per istigarla. Ero più che sicuro che mi sarebbe pure saltata addosso per picchiarmi, se avesse voluto.

«Harper..» iniziò Annabeth, per poi rivolgersi a me «Intendeva per ragazzi non umani. Non totalmente umani, insomma. Umani per metà»

«Per metà umani e per metà cosa?» chiesi.

«Metà polli» sussurrò Harper.

«Penso che tu lo sappia» mi rispose la bionda.

Non volevo ammetterlo, ma temevo di saperlo. Mi sentivo formicolate tutto il corpo, la stessa sensazione che a volte avvertivo quando mamma mi parlava di mio padre.

«Dei» dissi «Per metà dei»

«Allora il cervello non l'hai comprato in svendita al supermercato»

«Ma tu sei qui solo per insultarmi, scusa?»

«Si, hai centrato il punto» mi rispose la castana con un ghigno stampato in faccia.

La guardai bene. Se non avesse avuto quel caratteraccio, avrei detto che era pure carina. Non tanto alta, leggermente magrolina. I capelli erano lunghi e castani, mossi come le onde del mare, gli occhi marroni talmente scuri che a tratti potevano sembrare neri, e una spruzzata di lentiggini chiare sul naso. Il ghigno che aveva stampato in faccia lasciava intravedere delle fossette in mezzo ad entrambe le guance.

«Tuo padre non è morto, Percy» mi disse Annabeth «È uno degli dei dell'Olimpo»

«È assurdo»

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐔𝐑𝐍,    percy jackson ¹ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora