Percy fece segno di aver capito e riprese con il suo Cammino di Santiago.

Io e la mia amica ci dirigemmo verso i bagni del treno. Erano talmente angusti che la mia claustrofobia prese a strillare, però me li feci andare bene. Alla fine dovevo solo parlarle.

La bionda chiuse la porta e fece scattare la serratura, appoggiandosi con le spalle sulla porta metallica.

«Allora?» mi chiese.

«Annie, c'è qualcosa che non va in quest'impresa. Non lo percepisci pure tu?» feci.

Lei annuì, cupa. Io presi a giocare con le dita delle sue mani, attorcigliandole. La bionda non battè cigliò e non mi chiese di smetterla, semplicemente rimase pensierosa.

«Speravo di essere l'unica. I sospetti sono partiti sull'autobus. Sono abbastanza convinta che le Furie non stessero cercando Percy, ma tutt'altro»

«L'ho pensato pure io. Sembrava che stessero cercando un oggetto, non quel Testone».

Lei rise divertita.

«Senti, Harp, ma hai almeno un motivo per odiare così tanto Percy?»

«È partito com il piede sbagliato. Ha insultato mia sorella. Ha insultato me. Mi ha messa in pericolo... e potrei andare avanti» replicai «La lista è lunga»

«Nemmeno tu sei stata tanto cordiale, sai? Anche tu l'hai insultato. Anzi, da quello che ricordo, sei stata tu la prima...»

«Non è vero»

«Si!»

«Ti ho detto di no!»

«E io ti dico di sì»

«E io sostengo di no».

Sapevo perfettamente che ero stata io la prima a insultarlo, ma non avrei mai ammesso di avere torto. Sarebbero volate le mucche il giorno in cui avrei ammesso di non avere ragione. Spiegazione più semplice? Non sarebbe mai successo, mai.

«Ok, basta!» esclamò la bionda.

Saremmo potute andare avanti ancora molto. Era già successo. Entrambe eravamo testarde peggio di un mulo e volevamo sempre avere ragione. Peccato che questa volta aveva ragione lei.

«Cambiamo discorso. Dell'impresa parleremo quando succederà altro» asserì Annabeth.

«Sempre che non ci facciano fuori prima...» borbottai tra i denti.

«Che hai detto? Non starai facendo di nuovo l'uccello del malaugurio della situazione, spero!» esclamò esasperata.

«Chi, io? Mai!» replicai.

Lei sorrise, alzando gli occhi al cielo.

«Allora...» cominciò, appoggiandosi al lavandino «È successo qualcosa tra te e Percy?» chiese sospettosa.

Aveva un ghigno stampato in faccia. Anzi no, aveva quel ghigno stampato in faccia.

«Annie. Cosa ti sei fumata prima di salire su questo treno?» dissi nervosa.

𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓𝐁𝐔𝐑𝐍,    percy jackson ¹ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora