21-COSCIENZA SPORCA.

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DAMON
Era da due settimane che, ogni giorno, tornavo a casa giusto il tempo di farmi una doccia, poi correvo a controllare come stesse Hope. Non smisi nemmeno per un istante di farlo, non ero tranquillo sapendo che in quella stanza, poteva entrarci chiunque e poi era un modo per tenermi occupato, tanto non ero in grado di fare niente, ero preoccupato per lei e anche se tornavo a casa solo per un ora, non smettevo di pensare a come stesse. Non avevo smesso di sperare nel suo risveglio, al contrario di Josh ed Elisabeth che, dopo la prima settimana di coma, si erano già arresi. Si comportavano in modo strano, non venivano più a trovarla, nemmeno mi chiedevano come stesse, eppure per lui era la sua ragazza e per lei era la sua migliore amica, possibile che non erano preoccupati? Andavano a scuola tutti i giorni, come se non fosse accaduto niente, avevamo dovuto inventare mille scuse con i genitori di Hope, per non farli sospettare di niente, raccontammo che Hope aveva deciso di partecipare a un'escussione scolastica che sarebbe durata un bel po' di giorni, per renderla un'esperienza unica. Non ci facemmo il problema che Elisabeth abitasse a pochi passi da lei e che vedendola, i genitori di Hope avrebbero capito che c'era qualcosa che non andava. Per questo, Josh trovò la soluzione, avrebbe ospitato a casa sua Elisabeth fin quando Hope non fosse tornata tra noi. All'inizio non credevo che parlasse sul serio, insomma era un gesto troppo nobile per lui, ma quella sera stessa, Elisabeth prese alcune delle sue cose essenziali e andò a casa di Josh, da allora non si facevano più vedere. Era questo tutto l'affetto che provavano per Hope? Dal mio amico, dopo la storia della scommessa, potevo anche aspettarmelo ma da Elisabeth no, credevo che fosse la sua migliore amica e che tenesse particolarmente a lei. Non li stavo giudicando per aver perso le speranze, ma il loro comportamento non era dei migliori e non approvavo il menefreghismo con cui stavano affrontando la cosa. Non capivo come facessero a starle lontano, consapevoli del fatto che lei stesse in coma da due cazzo di settimane. Io, che infondo non la conoscevo bene, non dormivo a casa, per essere presente in qualunque momento si fosse svegliata, perché credevo davvero che Hope possedesse la forza necessaria per svegliarsi. Mi ero fatto una doccia veloce come al mio solito in queste settimane, stavo andando via quando mia nonna mi aveva quasi obbligato a mangiare qualcosa perché a detta sua, ero dimagrito troppo. 

Erano le cinque del pomeriggio e anche se non avevo per niente fame, non potevo rifiutarmi, era pur sempre mia nonna e anche la mia mamma, lei mi aveva cresciuto. Mia nonna non aveva tutti i torti, in effetti ero dimagrito ed erano giorni che non mangiavo, perché passavo molto tempo da Hope e mi faceva sentire strano, mangiare accanto a lei che non poteva farlo, così non mangiavo nemmeno io. Mi fece un panino e lo mangiai al volo, mentre prendevo la macchina e guidavo verso il quartiere Torres, che ormai era diventato casa mia. Quando arrivai, feci come al solito tre colpi sulla porta, non c'era più neanche il bisogno di chiedermi chi fossi e che ci facessi lì, mi aprivano e mi facevano entrare. Salutai Philip, era l'unico a non andarsene mai da qui, ero sicuro che infondo ci abitasse, mentre i membri del clan, a un certo orario andavano via. <<Figliolo come stai>>, << Philip sto bene grazie, lei come sta?>>, chiesi subito di lei in caso ci fossero miglioramenti, da due settimane a questa parte, non facevo altro. Non che mi lamentassi, lo facevo perché volevo farlo, ma non c'era mai una buona notizia ed era frustrante delle volte. <<Sempre uguale ragazzo, se vuoi il mio parere quella ragazza sta sfuggendo dalla realtà e dal male che le hanno fatto, dovrebbe affrontare se stessa prima di tornare>>, l'avevo pensato anche io, che fosse lei a decidere di non svegliarsi, ma sentirselo dire era tutt'altra cosa, <<lo farà Philip, lei è forte tornerà>>, <<lo spero per te Damon, lo vedo che ci tieni a questa ragazza più di quanto il mio figliolo tiene alle altre ragazze, e vedo la paura nei tuoi occhi come quel giorno...>>, lasciò la frase in sospeso, si riferiva a Olivia, lo sapevo bene ovviamente ma feci finta di non capire e deviai il discorso, non volevo parlarne proprio ora. <<Non so di cosa tu stia parlando>>, <<dimmi cos'ha di speciale?>>, aveva una strana luce negli occhi, forse era lui ad essere innamorato, di certo non io come voleva insinuare.

Nothing is lost🌝Where stories live. Discover now