33-DI RITORNO.

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Erano bastati tre giorni in Irlanda per scombussolare la mia vita intera, che era basata su una menzogna. Mi ero sempre chiesta perché mia madre non si comportasse come ogni mamma apprensiva del mondo, non potevo mai immaginare che fosse per i Black Angels. Ero sconvolta da tutto questo, mi chiesi perché queste cose accadevano a me, cos'avevo fatto di male? A chi avevo dato fastidio per meritare tutto questo? Non ne avevo idea, ma non c'era mai fine alla mia sfiga e disavventura. Mi chiesero di scegliere cosa fare, se restare qui per quei due mesi anche se con uno scopo diverso, oppure cercare un altro posto nel mondo in cui andare come se fosse una sorta di vacanza. Non potevamo restare a casa di Robert, avevamo dato troppo nell'occhio siccome aveva ucciso tutti gli uomini di quello che era suo zio, si era giustificato dicendo che erano degli stronzi e ognuno di loro avevano un motivo per morire. Non era un ragazzo normale, era pieno di rancore, rabbia, sembrava fatto di marmo; eppure, nei miei confronti sembrava docile, perfino gentile. Non sapevo se fidarmi completamente di lui e andare così contro ai miei stessi genitori, ma se fosse stato vero, sarei rimasta dalla loro parte? L'avevano privato dell'amore che avevano donato a me, delle carezze che avevo ricevuto io, del tetto che gli apparteneva e di tutto ciò di cui aveva bisogno per crescere e forse non li avrei perdonati. Volevo loro un gran bene, ma ero anche obiettiva e umanamente non erano perdonabili per ciò che avevano fatto. Molte volte si tendeva a giustificare il motivo per il quale si faceva un'azione, la verità era che in molti casi non c'era giustificazione. Non era un motivo valido fare quella scelta sbagliata, dovevi pensarci prima mille volte e poi agire sul serio. Loro invece, per non rovinare il matrimonio, li avevano abbandonati come se niente fosse e in questi anni non ne era mai uscito niente, venivo a conoscenza di tutto solo ora. <<Allora sorellina cos'hai deciso di fare?>>, <<voglio tornare a casa e affrontare quei due>>, spalancò gli occhi, se era tutto vero, non aveva niente da temere. Ed io sarei stata a casa, nel mio campo sicuro e dove c'era Philip a proteggerci. Damon mi guardò e socchiuse gli occhi quasi soddisfatto, mi alzai dal divano e guardai in faccia colui che sosteneva di essere mio fratello. 

Si era ripreso subito dallo sciock ma non mi era sfuggita la sua espressione stupita, <<ed io che pensavo che andassimo alle Bahamas>>, <<te l'avevo detto che la piccola Hope è cazzuta e affronta le cose>>, sembrava quasi fiero di me e della mia scelta, ma non dovevo farmi ingannare, dovevo ricordare le sue parole, <<non ditemi che avete fatto una scommessa su di me>>, <<potremmo averlo fatto e potrei aver vinto cinquanta dollari>>, adesso scommetteva col nemico? <<Ridicoli entrambi, andiamo fate le valigie>>, due ore dopo eravamo già pronti per partire e affrontare un lungo viaggio, alla mia destra si era seduto Damon e alla mia sinistra Robin che osservava il cielo mentre prendevamo quota. D'istinto mi voltai alla mia destra, guardai il ragazzo al mio fianco e gli strinsi la mano, cercai di restare il più lucida possibile e di evitarmi un attacco di panico. <<Tutto okay?>>, chiese sottovoce mentre mi strinse forte la mano come se volesse fondersi con la mia, <<si, tutto okay>>, non ero del tutto calma, ma non ero sull'orlo di una crisi. Per le ore successive, le nostre mani restarono intrecciate, non parlavamo anzi non ci guardavamo nemmeno, eppure la sua presa era salda nella mia. <<Cosa c'è tra voi due?>>, il mio fratellino acquisito non poteva fare domanda peggiore. Non eravamo niente in effetti, eppure c'era stato tutto. <<Niente>>, risposi di getto e allo stesso tempo Damon rispose, <<fatti i cazzi tuoi>>, mi aspettavo che lasciasse la mia mano e invece se possibile, la strinse ancora di più. <<Non me la contate giusta>>, neanche a noi la contava giusta lui, eppure non dicevamo niente, <<non essere ridicolo>>, dissi leggermente in imbarazzo, non volevo parlarne e sicuramente non con lui. <<Mhh, devo andare in bagno>>, si alzò e sparì verso un corridoio stretto, guardai Damon e lui guardò me come se volesse dirmi qualcosa. <<Che c'è?>>, chiesi sperando che parlasse, soprattutto prima che sarebbe tornato, <<cosa?>>, <<lo vedo che vuoi dirmi qualcosa, che c'è?>>, per un attimo mi sembrò meravigliato, avevo semplicemente imparato i suoi gesti.

 <<Non mi fido al cento per cento della sua versione, non lo so ha qualcosa che non va questa storia e io in casa tua non c'è lo voglio>>, si preoccupava ancora per me, eppure mi voleva solo nel suo letto, <<anch'io sento che c'è qualcosa di strano ma non posso fare a meno che farlo restare in casa>>, <<bene allora vengo anch'io a casa tua, soprattutto di notte>>, non poteva farlo. Se non fossimo stati niente, non avrebbe avuto il diritto di fare tutto questo, <<Damon cosa vai a pensare? Che cavolo dico ai miei genitori?>>, <<che hai perso la testa per il bello e dannato che non ha un tetto dove restare>>, era folle, soprattutto per essere uno che non mi voleva. <<Non ci crederanno>>, <<scommetto che saprai essere convincente>>, non volevo mentire ai miei genitori, già era tanto ospitare Robin, <<tu sei pazzo>>, <<e tu sei ingenua, non ti lascio in pasto al lupo da sola>>. Ero ingenua solo perché faceva comodo a lui, ovviamente, <<sai che il lupo potrebbe sbranare anche te?>>, <<impossibile io sono più furbo e attento, poi basta che tu sia al sicuro>>, non lo capivo, non riuscivo proprio a interpretare il suo comportamento, ma non doveva rischiare a causa mia. <<No, non voglio essere al sicuro se ci sei tu in pericolo>>, <<io sopravvivo sempre piccola Hope>>, certo, altrimenti avrei tormentato la sua anima, <<non ti perdonerei altrimenti>>, guardai fuori al finestrino, mi faceva uno strano effetto guardarlo negli occhi e parlare seriamente della sua possibile morte per proteggermi. Mi afferrò il mento e con un gesto mi voltò nella sua direzione, <<che fai adesso ti preoccupi per me?>>, stupido sorrisino ammaliatore, <<sempre Damon, l'ho sempre fatto>>, ammisi sincera.

Nothing is lost🌝Where stories live. Discover now