17-IL QUARTIERE TORRES.

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DAMON
Aspettammo per quelle che sembrarono ore infinite, e proprio quando stavo perdendo le speranze, mentre mi alzai deciso ad andar via, vidi il ragazzo che ci aveva accolti, scendere le scale dove era sparito e non era solo. Il negozio aveva un aspetto a dir poco malandato, il divano dove ci eravamo seduti, aveva dei pezzi di stoffa mancanti, ed era più comodo delle pietre. Il bancone dietro il quale una volta c'era probabilmente una cassa, oltre ad essere pieno di polvere, era diventato il banco della droga. Mi stupì vedere la coca così a portata di mano, se avrebbero fatto irruzione, l'avrebbero trovata in meno di un secondo, ma capii che era stato il boss a deciderlo. Ricordavo un giorno in cui mi disse che la paura non era cosa per gente come lui, per gente come me a quei tempi. Disse che non serviva nascondersi e che, se fosse arrivato il suo momento, non avrebbe nemmeno protestato perché voleva dire che era arrivata la sua ora, l'ora di essere libero. Per lui la galera equivaleva alla libertà, questo perché era sempre stato schiavo della vita che conduceva, perché infondo nessuno vorrebbe vivere in quel posto, schiavo della roba che vende, eppure era stato costretto a farlo in passato e adesso non poteva più tirarsi indietro. Se la memoria non mi ingannava, al piano di sopra dovevano esserci alcune stanze, che prima erano un magazzino e lui le aveva trasformate in stanze da letto, almeno per dormire bene. C'era una porta al piano di sotto, vicino alle scale, che prima non c'era. Mi chiesi a cosa gli servisse una stanza aggiuntiva e cosa facesse lì dentro, ma non era una cosa che mi riguardava. Infondo, avevo lasciato quella vita alle spalle, non dovevo preoccuparmi di ciò che faceva, Philip era più che consapevole delle sue azioni. <<Damon è un piacere vederti figliolo>>, mi sorrise, non era un uomo gentile o almeno non lo era mai stato con nessuno, tranne che con me. Con me era sempre stato affettuoso, e non credevo che fosse solo perché era il migliore amico di mio padre. Sapevo la storia, sapevo che non erano solo due membri dei Black Angels, in ogni situazione l'uno poteva contare sull'altro. Per questo da quando era morto, lui si era sempre preso cura di me, ma non si era limitato a ciò, lui mi aveva cresciuto come se fossi suo figlio. 

<<È un piacere anche per me vederti Philip>>, <<cosa ci fai qui ragazzo? Questo non è il posto adatto a uno come te>>, mi fece sorridere, perché era proprio quello il posto in cui mi aveva cresciuto e il posto in cui ero diventato ciò che ero. <<Lo so ma non avevo altra scelta, ho bisogno di aiuto>>, si fece d'un tratto serio, era durata anche troppo la sua tranquillità. Era un uomo sempre sull'attenti, non si concedeva un attimo di tregua, ad ogni cosa era attento, concentrato soprattutto. <<Di cosa si tratta?>>, scorsi del timore nel modo in cui me lo chiese, sapevo che l'avrei fatto preoccupare, ma non avevo scelta. Era davvero l'unica persona disposta a rischiare la vita per una ragazza qualsiasi, solo perché gliel'avevo chiesto io. <<C'è un gruppo di ragazzi, a capo c'è un certo Robin che ha rapito una ragazza, una nostra amica e dobbiamo riprenderla prima che la uccida>>, andai al punto senza troppi mezzi termini, non c'era molto tempo a disposizione, si era fatto attendere anche troppo, tra sole due ore avrebbe dovuto incontrare Josh e non avevamo ancora la certezza di avere aiuto. <<Una ragazza eh? Non credo alla storia che sia solo un'amica e comunque devo saperne di più>>, imprecai mentalmente, perché mi conosceva più di qualunque altro e perché l'aveva detto in presenza di Josh, che seduto accanto a me, sembrava imbalsamato. Iniziai a spiegargli la versione modificata dei fatti, Josh rimase in silenzio tutto il tempo e gliene fui grato, un errore e gli uomini di Philip non sarebbero stati d'accordo ad aiutarci. <<Io posso aiutarti Damon ma devi capire che Robin non è uno qualunque, è uno dei Red Angels>>, e da quando esisteva un altro clan da queste parti? Perché mi era sfuggito questo particolare? <<Esiste un altro clan chiamato così?>>, lo sospettavo certo, i criminali di Los Angeles potevano solo trovarsi qui, in questo quartiere, ma pensai che forse il boss dei White era deceduto e il suo successore fosse Robin, certo non credevo che avesse creato un clan e fosse anche influente. <<Sono cambiate alcune cose in questi quattro anni in cui non ci siamo visti, ad esempio ho un accordo di pace con i White ma loro avevano dei problemi all'interno del clan, si sono fatti la guerra tra di loro, portandoli a separarsi in due gruppi, i White e i Red e ovviamente nei Red c'è Robin al comando. 

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