41-QUANDO VORRAI.

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DAMON
Volevo alzarmi già quando li avevo visti con l'intenzione di sedersi, evitai solo perché me l'aveva chiesto Josh, ma quando vidi il modo in cui stava palesemente flirtando con la mia ragazza, non ci avevo più visto e scattai come una furia verso il ragazzo. Ero consapevole di avere la ragazza più bella dell'universo al mio fianco, ma era la mia ragazza appunto e nessuno doveva farle le avance credendo fosse single e disponibile, in effetti era disponibile ma solo per me, con me. Mi faceva imbestialire il pensiero che potesse essere avvicinata da ragazzi, non si poteva mai sapere quali fossero le vere intenzioni delle persone, ed ero arrabbiato con Elisabeth perché, se fossi seduto accanto a lei, avrebbero subito capito che fosse fidanzata e non si sarebbero neanche azzardati ad avvicinarsi. Le cose erano precipitate, si era tutto finito ma Hope non era riuscita a studiare per l'esame finale e di conseguenza doveva ripetere l'anno, proprio come me e Josh, con la differenza che lei era sempre stata una studiosa ed era un colpo basso. Erano passati due mesi o poco più da quando mi chiamò quel giorno in lacrime, il giorno in cui avevo scoperto di avere ancora una famiglia e facevo fatica a crederci, era reale eppure era un sogno.

Inizio flashback.


Mia madre mi portò in disparte per raccontarmi cos'era successo, mi aveva raccontato del padre di Robin, che cercava vendetta perché mio padre aveva passato una notte con sua moglie, il signor Peter, padre di Robin, quando lo scoprì era furioso e il suo unico obbiettivo, fu uccidere la mia famiglia, tutta. Per farlo non gli serviva solo un piano ma anche aiuto, quindi andò da degli uomini che, a sua insaputa, erano già complici di mio padre e che sapevano benissimo cosa fare. Dovevo nascondermi anche io in un posto isolato dal mondo, ma siccome ero l'unico a non saperne niente, mi trovai fuori dall'auto, prima che simulassero la loro morte e la facessero esplodere. Non potevano tornare indietro a prendermi, troppe persone avevano chiaramente visto me vivo, era rischioso per loro così mi tennero fuori dal loro piano di fuga, consapevoli che Philip o qualche altro Black Angels si sarebbe preso cura di me. Trovarono il modo di contattare i miei nonni che si trasferirono qui di proposito, e furono loro a crescermi, tanto quanto la strada. Mentre le dicevo che non aveva importanza il passato, perché adesso erano qui e avremmo potuto recuperare, mi squillò il cellulare e lessi il nome di Hope, le avevo detto che l'avrei chiamata appena potevo, doveva essere qualcosa di importante. Risposi subito, non mi importava nascondere la telefonata a mia madre, e quando la sentii piangere non capii più niente, iniziarono a fischiarmi le orecchie. Non poteva proprio restare per un attimo tranquilla? Doveva sempre esserci un qualcosa che le facesse del male? Non ci pensai due volte, presi le chiavi dell'auto di Philip o di mio padre, non lo sapevo con certezza e andai diretto da lei, avevo aspettato lunghi anni la mia famiglia, adesso avrebbero aspettato loro me, <<devo andare mamma, mi racconterai tutto il resto dopo>>, non le diedi il tempo di fare domande, afferrai le chiavi e corsi da lei. Quando arrivai e mi aprì Thomas, il fratello che nemmeno conoscevo, credevo che fosse un ladro. Dopo aver chiarito che non era un ladro, lo cacciai e andai dritto da Hope che mi raccontò tutta la verità che le aveva detto quel tipo, Thomas. 

Non sapevo come reagire alla notizia, era l'uomo che mi aveva fatto da padre per lunghi anni, e adesso era il padre della mia ragazza. Riuscii a vedere il lato positivo della cosa e la tranquillizzai, nessuno mi avrebbe separato da lei, tanto meno questo, <<menomale, credevo che mi odiassi adesso>>, <<non potrei mai odiarti piccola Hope>>, l'afferrai e la baciai dolcemente, avevo bisogno di tutta la dolcezza che quelle labbra potevano offrirmi. Mi stesi sul letto, portando Hope con me che si mise a cavalcioni, intensificai il bacio, non avevo di certo dimenticato la sua promessa "finiremo dopo quello che abbiamo iniziato" mi disse prima che io andassi via...avevo proprio intenzione di finire il più tardi possibile. Mi alzai leggermente sollevando anche lei, per stenderla sotto il mio corpo e mi staccai dal bacio, solo un attimo per osservarla e fotografare nella mia mente l'immagine del suo viso arrossato per l'imbarazzo. I capelli, indisciplinati, contornavano il suo viso e creavano come una chioma di un albero sul cuscino, come in un dipinto, gli occhi le luccicavano e le labbra erano rosee e gonfie per i baci. <<Non fissarmi così>>, disse con il respiro spezzato, stavo perdendo la capacità di respirare anche io, maledetta piccola Hope. <<Così come piccola Hope?>>, avevo dal principio amato chiamarla così, le si addiceva il termine "piccola" in particolar modo in questo momento, sotto al mio corpo, sembrava così piccola. <<Come se fossi la ragazza perfetta che tutti vorrebbero per sé, come se fossi la cosa più bella del mondo, anche se non è così e lo sai>>, non si piaceva mai abbastanza, ai suoi occhi non era bella, ma ai miei era la ragazza più bella del mondo, sul serio. <<Te lo dirò adesso e non lo dirò più, non sono il tipo che fa certi discorsi ma con te vale la pena provarci. Tu sei l'imperfezione in persona ai tuoi occhi, ogni difetto che hai ti rende brutta, strana ma non è così. Ogni tua imperfezione ai miei occhi è perfetta, è la caratteristica che fa di te essere Hope. Non cambierei una virgola di te, del tuo viso, dei tuoi capelli, del tuo corpo. Per me sei bella, per me brilli e non c'è bisogno che tutti vedano questa luce, devi vederla tu piccola Hope. Hai la bellezza di un girasole, sei bella Hope tanto, credimi non hai nulla da invidiare alle altre ragazze, le superi di gran lunga tutte e quel dannato profumo che non so cosa sia, mi manda in tilt>>, sorrise come se fosse la prima volta che riceva un complimento e un po' ne ero lusingato, <<è girasole e lavanda, il ragazzo dell'emporio l'ha fatto apposta per me>>, <<mai parlare di altri ragazzi quando sei in un letto con me, sotto al mio corpo>>, mi infastidiva sentirla parlare di altri ragazzi, soprattutto se doveva concentrarsi su di me. <<non lo faccio più, perdonami>>, batté le ciglia con quel suo fare innocente e si morse il labbro inferiore, cazzo. 

Non persi tempo ad unire le mie labbra alle sue un'ulteriore volta, avevo voglia di lei come non mai, e sperai che sentisse lo stesso desiderio. Mi strinse i capelli, adoravo quando lo faceva e in questa situazione, l'adoravo ancora di più. Presi l'iniziativa e le baciai il collo, scendendo lentamente e baciando ogni millimetro della sua pelle che sentivo rabbrividire sempre di più al passaggio delle mie labbra. Arrivai all'orlo dei pantaloni e mi fermai, la guardai per chiederle il suo consenso in silenzio che con un cenno del capo mi diede, le tolsi i pantaloni e tracciai una scia di baci partendo dal ginocchio, salendo fino ad arrivare alle sue mutandine. Le chiesi un'ulteriore conferma, <<rispondi senza vergogna ne paura Hope, te l'ho chiesto perché se tu non vuoi fare determinate cose io non le farò>>, <<oh, se la metti così vorrei andarci con calma sai...io e Josh non siamo mai arrivati a quello>>, restai interdetto, sapevo che non era andata fino in fondo con Josh e ne ero grato altrimenti l'avrebbe fatto con l'inganno, ma con gli altri? <<Capisco e con altri ragazzi sei andata fino in fondo?>>, in cuor mio sperai che rispondesse di no, sperai di essere il primo a darle piacere, il primo a prendersi cura di lei come si deve. <<No li ho sempre fermati, insomma sono vergine Dam e non so se mi sento di farlo proprio ora>>, era rossa in viso se possibile il triplo di prima, non aveva importanza, potevo aspettare, <<Hope non dobbiamo fare per forza quello né questo, sei tu a scegliere il mio corpo è tutto tuo e il tuo sicuramente non lo forzerò a fare qualcosa che non vuole>>, ammiccai un sorriso e di rimando sorrise, non volevo che si sentisse a disagio, non con me. <<Non ho mai detto di non voler continuare quello che stiamo facendo...solo non voglio andare oltre per il momento, okay?>>, <<va bene piccola Hope>>, le diedi un bacio e ripresi da dove ero rimasto, le tolsi il pezzo di stoffa che copriva la parte più intima di lei e la sfiorai con calma, non c'era alcuna fretta. 

Ritornai con il viso attaccato al suo e la baciai, mentre con le mani sganciai il reggiseno, adesso era completamente nuda sotto il mio corpo, ma fin quando non si sarebbe sentita sicura, non sarei andato oltre. Non smisi di baciarla nemmeno quando affondai lentamente un dito in lei, mi morse il labbro, trattenne il respiro per alcuni secondi quando ne infilai un altro. Iniziai a muoverle a un ritmo sempre lento e man mano aumentai di poco la velocità, per poi riabbassarla quando gemeva un po' troppo per i miei gusti, volevo assaporare ogni gemito che usciva da quella bocca e farlo mio. <<Oh dio>>, sussurrò afferrandomi il braccio destro come a volerlo spostare, ma non mi spostai anzi aumentai la velocità fino a farla venire. Si alzò quel poco che bastava per stendersi sul mio petto, non potevo resistere con lei nuda accanto; quindi, le diedi la mia maglietta che indossò subito. <<Pensi davvero che sia finito tutto?>>, avvertivo del timore nella sua voce, <<lo penso davvero, non dovrai più avere paura Hope, potrai ricominciare gli studi poi>>, <<già...e quando ricominceremo gli studi e a condurre una vita normale, tu sarai impegnato con le altre come prima>>, mi voltai leggermente per guardarla, aveva un'espressione ben diversa da quella di prima, era triste e arrabbiata per un film mentale suo, non ci pensavo neanche a tornare il Damon di prima. <<Hope una volta che ho trovato te, non ho bisogno di cercare nessun'altra, voglio te sempre>>, <<sarà sempre così? O ti stancherai di me?>>, <<sarà sempre così piccola Hope, per quanto tu mi possa irritare o destabilizzare, il mio cuore ormai è tuo>>, non potevo dire niente di più vero, avevo completamente perso la testa per quella ragazza e se c'era una certezza, era che non avevo bisogno di nessun'altra.

Fine flashback.

Nothing is lost🌝Where stories live. Discover now