6-AIUTO!

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Era da un po' che avvertivo dolori sotto la pancia, proprio per questo, appena arrivai in discoteca la prima cosa che cercai, fu il bagno. Sospettai che mi fosse arrivato quel periodo del mese, proprio in questo momento in cui, non ci voleva proprio. C'era una marea di gente in quella sala che risultava essere così tanto piccola per la quantità di persone che c'erano; dunque, ci volle un po' per arrivare ai bagni, dove dovetti attendere dietro altre cinque ragazze. Quando riuscii ad entrare, confermai i miei sospetti e ringraziai me stessa per averci pensato a casa e aver messo tutto ciò che mi sarebbe servito in un'eventualità del genere. Per fortuna il vestito che indossavo non si era macchiato nemmeno un po', e menomale visto che era azzurrino e si sarebbe visto. Quando finii di sistemarmi, uscii dal bagno più al mio agio e andai a mescolarmi tra le persone, alla ricerca di Beth, Josh e il suo amico. Siccome non intravidi nessuno dei tre, pensai che sicuramente avrei trovato almeno la mia migliore amica al bancone, visto che il suo primo pensiero era sempre rivolto verso l'alcol. <<Finalmente ti ho trovata, quel Damon è un ragazzo insopportabile amica mia>>, non ebbi il tempo di raggiungerla al bancone che fu Beth a trovarmi, nel bel mezzo della pista. Dovette alzare la voce per far sì che sentissi, a quanto pare, non andava molto d'accordo con l'amico del mio ragazzo. <<Ma dai, a me sembra gentile>>, anche se non lo conoscevo per niente, mi sembrava un ragazzo normale, come qualsiasi altro ragazzo della nostra età. <<Gentile un corno, ha letteralmente detto che mi ha analizzato il sedere e sai quanto mi dia fastidio>>, in realtà le faceva piacere essere guardata, non era una novità per me e non la credevo una brutta persona per questo, ma non poteva rendere così evidente il suo entusiasmo nel sapere che probabilmente attirava un ragazzo figo. <<Sono sicura che scherzava e che infondo non ti ha infastidito tanto>>, <<ad ogni modo il mio sedere è troppo prezioso per essere nominato da qualcuno, eccetto me e te ovviamente>>, disse fingendo di non sentire la fine della mia frase, che era proprio quella su cui doveva dire qualcosa, per smentire ma non l'aveva fatto e questo confermava la mia teoria, <<quale onore signorina, posso nominare il vostro sedere senza finire con un drink addosso o cinquanta maledizioni diverse>>. 

Con la mia amica riuscivamo a parlare di argomenti del genere anche senza alcun imbarazzo, anzi era anche comica la cosa, infondo cosa c'era di male? <<Questi sono i privilegi di essere la mia migliore amica>>, disse con un sorrisetto soddisfatto, <<va bene, scherzi a parte io voglio il mio drink e poi ballare fino allo sfinimento>>, non mi aveva ancora dato il mio amato drink e iniziavo ad avere sete, <<ecco a te tesoro>>. Per dimenticare i dolori che il ciclo mi procurava, iniziai a sorseggiare il drink e visto che eravamo sempre ferme in pista, iniziai a muovere i fianchi a ritmo di musica, era una cosa che amavo fare, ondeggiare con i capelli mi faceva sentire più leggera. Piano piano anche Beth si unì a me, e con un drink nella mano, ballavamo senza sosta, anche l'una appoggiata all'altra. Dopo un'ora stavamo ancora al centro della pista a ballare, stavolta però avevamo tutto un cerchio di spettatori attorno a noi, avevamo finito i drink quindi i bicchieri li avevamo buttati. Beth si era appoggiata alla mia schiena e insieme facevamo lo stesso movimento, ondeggiavamo con i fianchi in modo sensuale, con le braccia salivamo dalle gambe fino ad arrivare ai capelli che portavamo su, per poi farli ricadere sui nostri corpi. Iniziavo a sentire il caldo ma non volevo smettere di ballare, i ragazzi ci guardavano e fischiavano, come una sorta di incoraggiamento per farci proseguire, i nostri ragazzi però, non c'erano. O meglio, quando alzai lo sguardo sulla folla che avevamo attirato, vidi due occhi glaciali guardarci con una certa concentrazione, era Damon, l'amico di Josh ma del mio fidanzato, non c'era traccia. Ci osservò per un po' e mi sentii a disagio; dunque, smisi di guardarlo e mi concentrai sui passi che stavo facendo assieme a Beth. Stranamente non stava guardando la mia amica, ma guardava me. <<Devo andare a prendere un po' d'aria Beth>>, le urlai continuando a ballare, non volevo spezzare il momento ma avevo davvero bisogno di uscire, ma soprattutto, di capire che fine avesse fatto il mio ragazzo, <<vai tranquilla, vuoi compagnia?>>, <<no, non preoccuparti torno subito>>, <<okay>>. Quando salimmo insieme e mi staccai da Elisabeth, tutti i ragazzi sbuffarono e protestarono, fu allora che vidi Damon venire nella mia direzione, ma non volevo che mi facesse da balia durante l'assenza di Josh. Quindi decisi di farmi spazio tra le persone nel lato opposto a dove stava cercando di camminare, e nel farlo mi accorsi che c'erano molte più persone di prima, evidentemente aveva raggiunto il pienone questa sera. 

Tirai un sospiro di sollievo nell'uscire, notai che non c'era Travis, ciò voleva dire che avevano smesso di far entrare gente. Mi era sempre piaciuto andare a ballare, soprattutto in compagnia della mia migliore amica, era un bel modo di staccare la spina e fare qualcosa di diverso dell'andare in un semplice bar, soprattutto adoravo l'Angels Club, da quando eravamo a conoscenza di questo locale, non facevamo altro che venirci, ecco perché ci conoscevano tutti. L'unica cosa che non mi piaceva, era che veniva così tanta gente che dopo un po', dovevi per forza uscire a prendere un po' d'aria fresca. Mentre stavo facendo avanti e dietro sul marciapiede, con il telefono all'orecchio nel tentativo di rintracciare Josh, un ragazzo mi si avvicinò. Lo guardai bene, aveva una camicia blu aperta quasi del tutto, maltrattata e sporca di chissà che cosa, indossava dei jeans neri e aveva i capelli biondo scuro scompigliati. I suoi occhi, neri quasi come il carbone, avevano delle venature rosse, capii che forse era fatto o ubriaco non capivo mai la differenza, ma ero sicura che non era per niente lucido e quando barcollò, capii di aver ragione. Al telefono Josh non rispondeva, spaventata dalla presenza di quel ragazzo, tentai di chiamare Elisabeth ma non rispose, probabilmente non sentiva squillare il cellulare e il numero di Damon, ovviamente non l'avevo. <<Hey pasticcino che ne dici di andare dietro alla discoteca e pasticciare un po' insieme>>, era messo così male che iniziò a ridere come un matto per la "battuta" che per giunta, gli era anche uscita male. Come poteva ridursi con le sue mani un ragazzo in queste condizioni? Dove aveva il cervello? <<Non parlo con gli sconosciuti>>, fu l'unica cosa che riuscii a dire, la paura iniziava a prendere possesso, <<oh ma io non sono uno sconosciuto, sono tuo fratello non vedi?>>. Ma per favore, questo era davvero fuori di testa. <<Sono abbastanza sicura che tu non sia mio fratello, addio>>, be' era anche un po' scontato che non fosse affatto mio fratello, ma non sapevo davvero cosa dire e come comportarmi. Cercai a quel punto di allontanarmi, non volevo che mi stesse così vicino, ma quando feci per andarmene, la sua mano me lo impedì afferrandomi il braccio. Mi diede una spinta non troppo forte che mi fece appoggiare con le spalle al muro, subito mi si piazzò davanti e mi ritrovai imprigionata. Tentò di baciarmi ma voltai la faccia e non gli fece affatto piacere, mi strinse con forza il braccio e mi portò via dall'uscita della discoteca, non riuscii a capire dove mi stesse portando ma ero spacciata, lì potevano almeno sentirmi, qui non era possibile come cosa.

 <<Avanti, so che vuoi farlo anche tu, non farmi innervosire ragazzina>>, mi disse arrabbiato, continuò a camminare tenendomi ferma un braccio e quando ci fermammo, mi riposizionò al muro. Fu allora che tentò di nuovo di baciarmi e che le sue luride mani vagavano senza alcun permesso sul mio corpo. Urlai ma in risposta ricevetti un morso sul collo, mi fece così male che avevo voglia di urlare, ma non lo feci sapendo che probabilmente mi avrebbe morsa nuovamente. Mi dimenai per cercare di togliermelo da dosso ma nel farlo gli diedi solo modo di afferrarmi una gamba. <<Lasciami andare stronzo>>, questa volta urlai senza rendermene conto, fu come una sorta d'istinto che mi cresceva dentro, tuttavia non mi morse nuovamente, <<non si dicono le parolacce ragazzina, ora sarò costretto a farti vedere cosa succede alle cattive ragazze>>. Mi fece rabbrividire il suo tono serio, arrabbiato e allo stesso tempo sarcastico, cercò di intrufolare una mano sotto al mio vestito, riuscii a divincolarmi abbastanza da allontanare quella mano dalla parte proibita del mio corpo. <<Aiutatemi, vi prego!>>, urlai in preda al panico, era comunque un ragazzo più forte di me, più alto di me e non era cosciente delle sue azioni, non riuscii ad allontanarlo a lungo. <<Shh, zitta ragazzina altrimenti siamo costretti a cambiare luogo>>, la sua mano mi percorse la gamba, fino ad arrivare nuovamente in quel punto, pregai che non riuscisse ad abbassare quel pezzo di stoffa che mi copriva, che ancora mi proteggeva da quell'essere schifoso. Mi si seccò la gola improvvisamente, non riuscivo più a connettere il cervello con il resto del corpo, perfino le gambe iniziai a non sentirle, avevo il terrore di poter svenire da un momento all'altro. Fu in quel momento che mi chiesi perché avrei dovuto temere di indossare un semplice vestito. In quel momento pensai a quante donne, prima di me, avessero vissuto quel momento. Pensai alla paura che avevano percepito, alla consapevolezza di ciò che stesse per accadere e di non riuscire ad impedirlo. Perché una donna doveva sentirsi impotente, per un uomo fuori di testa? 

Nothing is lost🌝Where stories live. Discover now