38-PARENTELE NASCOSTE.

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Da quando Damon era andato via, avevo l'ansia così tanta che non riuscivo a restare ferma un attimo, tenevo sempre con me il cellulare, in cucina, in camera e perfino in bagno. Non volevo perdermi la sua chiamata, perciò dovevo portarlo insieme a me in qualsiasi stanza di questa casa vuota. I miei genitori erano sempre così impegnati con il lavoro da non fare caso a me, erano anni che andavo avanti così, da sola in una casa silenziosa. I pensieri sembravano avere l'eco, era assurdo pensare che mi avrebbe chiamato, credeva che fosse morta tutta la sua famiglia e adesso che aveva scoperto che erano vivi, non avrebbe avuto senso pensare a me. Mi stavo annoiando e volevo compagnia, avrei chiamato Beth se non fosse che stavo aspettando un'altra chiamata e non era il caso di occupare il cellulare. Ultimamente avevo spesso la testa altrove, non riuscivo a smettere di pensare per un solo minuto a quel bello e dannato che mi aveva sciolto il cuore, con il calore del suo sguardo, anche se i suoi occhi erano color ghiaccio. Non potevo farne almeno, lo cercavo quando non era con me, lo sentivo anche se non eravamo vicini, ed era strano perché non eravamo fidanzati, ma, nonostante ciò, non riuscivo a smettere di pensare a quello che aveva detto... "Mi riguardano siccome hai le tue mani sulla mia ragazza", in quella situazione assurda, avrei voluto solo sentirlo vicino. Aveva sottolineato "mia" come se lo fossi sul serio, e quanto mi piacerebbe esserlo. Sconfitta, stavo per fare una doccia e rinfrescare le idee quando il campanello suona, non ci pensai due volte a precipitarmi giù, i miei genitori avevano le chiavi quindi sicuramente non erano loro, ma pensandoci Damon aveva detto che mi avrebbe chiamata, non che sarebbe venuto a casa mia. Quindi, se non erano loro, chi era alla porta? Suonarono un'altra volta, mi avvicinai alla porta e guardai dallo spioncino, non vidi nessuno il che era strano. Decisi di lasciar perdere, magari si erano accorti di aver sbagliato casa; quindi, mi diressi verso il divano per appoggiarmici un po' sopra e riposare, l'avrei fatta più tardi la doccia. 

Bussarono ancora una volta la porta, decisi di aprire e non c'era nessuno, se non un pacco Amazon, probabilmente mia madre aveva acquistato l'ennesima cazzata, afferrai il pacco ed entrai in casa senza guardarmi in giro, lo misi sul tavolino del salotto e quando stavo per sedermi sul divano, bussarono alla porta. <<Non è possibile, chi cazzo è?>>, dissi stufata, riaprii la porta e mi ritrovai di fronte mio fratello Thomas, pieno di ferite sanguinanti e con un sorriso raggiante. Quando era tornato dall'Italia? E perché era ferito? <<Credevo di trovare la mamma, non dovresti essere in Irlanda?>>, ciao anche a te fratellino, <<Thomas tu che ci fai qua? Anzi riformulo la frase, che ci fai qua pieno di sangue? Che hai combinato?>>, mi sorpassò ed entrò in casa frettoloso, chiusi la porta a chiave stavolta, lo seguii in cucina dove lo vidi rovistare in frigo. Afferrò una birra e dopo averla aperta, ne prese un lungo sorso, <<i tuoi genitori non ti hanno detto proprio niente eh?>>, perché una volta iniziate, le stranezze non avevano fine? Stavano succedendo troppe cose strane e prive di senso, <<di cosa parli? E poi sono anche tuoi genitori>>, <<non proprio, ma non preoccuparti, il tuo fratellone ti spiega che sta succedendo>>, andammo in salotto non prima di prendere il kit di pronto soccorso dal bagno, prese posto sul divano e iniziai a disinfettare e medicare le sue ferite, prima di farlo parlare. <<Allora tutto inizia con me, io sono stato adottato perché la mamma non riusciva ad uscire incinta, mi ha adottato quando avevo tre anni, mia madre era una dei White Angels, spero tu sappia almeno chi sono loro>>, se sapevo chi fossero, lo dovevo a Damon, <<certo che lo so >>, <<comunque tua madre e tuo padre erano anche loro membri dei White>>, si riferì a coloro che, fino a due secondi fa, credevo fossero i nostri genitori, non solo i miei, <<aspetta non facevano parte dei Black?>>, <<hanno cambiato dopo, agli inizi erano White>>, <<mio padre si chiama Raimondo ed è un tizio che mia madre ha conosciuto in un club, se ho capito bene è uno che balla sui cubi comunque non l'ho mai conosciuto e va benissimo così, in ogni caso l'ha abbandonata e tua madre le è stata molto vicina, erano migliori amiche. 

Nothing is lost🌝Where stories live. Discover now