4-LA GARA DI DAMON.

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ELISABETH
Quando salii in macchina e l'osservai meglio da vicino, mi dissi subito:"Oh mio dio questo sì che è un dio greco". Aveva degli occhi azzurri stupendi, erano come due magneti cristallini che ti ipnotizzavano e mi sarei fatta ipnotizzare più che volentieri; infatti, non mi presentai subito perché il suo sguardo mi bloccava, mi aveva letteralmente lasciata senza fiato e direi che un ragazzo così, non capitava ogni giorno di conoscerlo. I capelli neri erano quasi carbone in contrasto con i suoi occhi, e poi aveva un fisico scolpito anche se asciutto, si vedeva nonostante la maglia che aveva indosso che non era troppo stretta ma nemmeno larga, che gli avrei tolto volentieri, vorrei ben dire. E per finire aveva quel classico fascino del cattivo ragazzo che faceva impazzire tutte, il tipo che dovresti evitare poiché partecipa a delle gare clandestine ma che ti attrae troppo per poter lasciare perdere, anche perché un'occasione così, con un tipo del genere, era rara averla. Quando prese quel drink al posto mio, mi sfiorò la schiena con la sua mano e mi vennero i brividi, cosa che non mi accadeva davvero mai, con nessun essere vivente. Questo ragazzo probabilmente sarebbe diventato un altro mio tormento, e che tormento. Ero sicura che molte di loro al mio posto avrebbero accettato questo tormento a vita. Non volevo relazioni ma di certo non mi negavo qualche minuto con un bel ragazzo, qualunque cosa sarebbe successa, ne valeva la pena con un figo del genere. <<Sentite io mi sto annoiando e in più il drink è finito quindi ne vado a prendere un altro>>, guardai Hope e Josh che erano troppo occupati a baciarsi per accorgersi di me e capii quanto mi facessero ribrezzo le relazioni, non la loro relazione, ma immaginare me con qualcun altro in quel modo, mi dava la nausea. Stavo provando a camminare in mezzo alla folla e allo stesso tempo di individuare il chiosco dove stavo andando per modo di dire, lo stavo più cercando come se fossi un pirata alla ricerca del suo tesoro, in questo caso il mio tesoro era l'alcol. Mentre camminavo un deficiente mi urtò col braccio così forte che mi fece cadere o, meglio, mi fece quasi cadere siccome l'impatto col suolo non arrivò, grazie alle possenti braccia che mi tenevano stretta a sé. Mi aggrappai al collo di chiunque esso sia per rimettermi in piedi e nel farlo avvertii un forte profumo di muschio invadermi le narici, no forse non era muschio, non sapevo decifrarlo al massimo visto che aveva delle note particolari tutte sue, sembrava un profumo fatto apposta, tipo quello di Hope. 

Quando mi sentii stabile e in equilibrio, mi voltai e notai che il mio cavaliere era il principe azzurro dagli occhi cristallini che stava fissando intensamente il ragazzo che mi aveva urtata. Damon sembrava molto irritato, gli ero grata di non avermi fatta cadere, ma pensandoci lui era sulla sua moto, come faceva ad essere qui? <<Dovresti fare più attenzione biondina, qui si buttano addosso e credimi non è un caso se lo fanno>>, commentò invece di prendersela con quel deviato, se la stava prendendo con me, <<be' io volevo solo il mio drink, non gli ho mica chiesto di venirmi addosso>>. Aveva senso il suo discorso, anche se non partecipavo alle gare clandestine, sapevo come andavano le cose in questi posti, tante serie tv e film mi avevano insegnato alcune cose. Funzionava sempre così, il rispetto non esisteva da queste parti, eppure mi rifiutai di ammetterlo in sua presenza e ignorai lo sguardo glaciale che mi riservò. <<Ribadisco che devi fare attenzione perché, se non lo fai, loro se ne approfittano e si buttano addosso proprio come il coglione di prima>>, mi stava davvero facendo una ramanzina? Mi aveva presa per una bambina? Avevo imparato a cavarmela da sola, di certo non sarebbe cambiato questo, solo perché era arrivato lui, e non avevo bisogno che paparino mi facesse la predica. <<Sul serio te la stai prendendo con me anziché con quel deficiente?>>, <<si, me la prendo con te perché qui così funziona e di certo non posso cambiare le cose solo perché sei venuta tu qui, quindi adeguati all'ambiente biondina>>, <<va a quel paese principe di questo cazzo>>, presa dalla rabbia mi dimenticai anche di chiedergli come mai stesse qui, invece che stare sulla moto. La gara ancora doveva avere inizio, questo perché non sapeva organizzare un cazzo quel tipo, Jackson, e stava discutendo con gli altri gareggiatori. Mi liberai dalla folla e raggiunsi finalmente il chiosco arrabbiata più che mai, ordinai il mio solito drink per distendere i nervi che si erano tesi per colpa di quell'arrogante. <<Un sex on the beach grazie>>, <<arriva subito>>. Presi il drink e andai via non prima di pagare, tornai sugli spalti per guardare quella stupida gara e desiderai con tutta me stessa che perdesse. Al mio ritorno Hope stava assaporando la bocca di Josh con molto entusiasmo, che cavolo, ancora? Non avevano nessun rispetto per gli amici single, o per i poveri ragazzi single che frequentavano questo posto. 

Mi sentii in dovere di intervenire, volevo compagnia non essere il palo di turno. <<Okay ragazzi lo sapete vero che per figliare è consigliata una camera?>>, dissi evitando di guardarli ancora, <<chiudi il becco Beth>>, commentò il ragazzo della mia migliore amica, bene si erano staccati finalmente, <<chiudilo tu Josh, senza quello di Hope dentro però>>, dovevo pur sempre ribattere. Potevo evitare questo piccolo battibecco, ma non potevo resistere, battibeccare con Josh era sempre stato il mio spasso, da quando si era fidanzato con la mia migliore amica era l'unica cosa che mi faceva piacere fare, soprattutto con quell'individuo. Dopo il mio commento e dopo che Hope era diventata rossa per l'imbarazzo, finalmente la gara ebbe inizio e tutte le moto si misero in posizione be' stavolta per davvero, quella di Damon era numerata "sette" chissà per quale motivo aveva scelto proprio quel numero, o semplicemente gli piaceva quel numero, chi può dirlo? E poi, perché dovrebbe importarmi? Dovetti ammettere che era davvero bravo, in tutta la gara era riuscito a mantenere il primo posto e nessuno si avvicinava tanto da stargli a fianco, restava concentrato sempre, le mosse erano misurate, perfino quando accelerava sembrava tutto calcolato. E con mio grande stupore ma anche sfortuna, Damon guadagnò il primo posto e vinse i soldi, che gli spettavano. Non avrei mai pensato di poterlo dire, ma non mi dispiaceva affatto assistere a queste gare, in una strada isolata, soprattutto se gareggiasse la moto numero sette. Mi avvicinai al cerchio che si era creato attorno a Damon, Josh fu il primo a fargli i complimenti e si scambiarono il cinque, oltre che pugni amichevoli. <<Ti avevo detto che avrei vinto>>, mi sussurrò all'orecchio scendendo dalla moto, soddisfatto di sé stesso, e come dargli torto. <<Quanto siamo egocentrici mamma mia>>, non gli avrei mai detto ciò che avevo pensato, nemmeno sotto tortura. Era sicuro di sé, sapeva bene ciò che faceva ma non era vanitoso, faceva finta di esserlo per provocarmi, era abbastanza evidente. Aveva senso dell'umorismo e un carattere alla mano anche se, ne ero sicura, con gli altri, fosse uno stronzo di prima categoria. Era un sogno, quel ragazzo era semplicemente il sogno di ogni ragazza, e io ero caduta tra le sue braccia, letteralmente e filosoficamente. E questo non era per niente un bel segno, semmai il contrario. 

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