29-IL VOLO.

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Quello che aveva ideato Damon era semplicemente assurdo, come poteva pensare che avremmo potuto fare una cosa del genere? Il piano di Damon consisteva nell'andare in Irlanda del Nord, come se fosse dietro l'angolo, solo perché aveva scoperto qualcosa su Robin che non aveva intenzione di dirmi e quindi saremmo partiti per fargli perdere qualunque traccia avesse. Gli chiesi perché proprio in Irlanda e mi rispose che il fratello di Philip, suo complice in quest'assurdità, abitava proprio lì e proprio come suo fratello, era lui a comandare mezza popolazione, era un tipo intoccabile. Dunque, sotto la sua ala protettiva, nessuno ci avrebbe fatto del male e nel frattempo, avremmo allontanato quel tizio da me, sempre se non scopriva dove fossimo. <<Per quanto tempo pensi di andare in Irlanda?>>, sbottai alzandomi, mi voleva distrarre con suo corpo, <<per due mesi, o di più, il tempo che ci vuole per fargli capire che deve allontanarsi da Los Angeles per poterci trovare>>, aprii la bocca ma la richiusi subito dopo, non poteva essere serio. <<Ti rendi conto di quante cazzate stai sparando da meno di venti minuti? Non è fattibile per niente Damon>>, soprattutto perché, cos'avrei detto ai miei genitori? Ed Elisabeth, eravamo tornate soltanto oggi in sintonia, avrei dovuto già dividermi da lei? Ma soprattutto, la scuola? Quest'anno avrei dovuto sostenere l'esame, volevo essere ancora più brava degli anni precedenti, e invece la situazione stava solo peggiorando a scuola, soprattutto i miei voti. <<Perché no? Tu staresti al sicuro e sul serio stavolta, mentre io troverò il modo di sbarazzarmi di quel pezzo di merda>>, urlò stizzito dal mio comportamento, credeva che fossi volata in Irlanda con lui così, su due piedi? Si sbagliava di grosso, <<non se ne parla, è rischioso per te e poi che cazzo dovrei dire ai miei genitori? Hey mamma senti ti ricordi il ragazzo che hai squadrato dalla testa ai piedi quella sera in cui sono andata ad una festa? Bene mi porta in Irlanda del Nord per due fottuti mesi, ah dimenticavo nemmeno io lo conosco poi così bene>>, forse non avrei dovuto dire l'ultima frase, lo vidi tirarsi i capelli all'indietro con forza, quasi se li strappava, <<sei davvero una ragazzina del cazzo Hope! Perché non capisci che è per la tua sicurezza? Ai tuoi genitori puoi raccontare qualsiasi stronzata tu voglia e lo sai che ti crederebbero>>, stava insinuando che fossi viziata? Non. Era. Così. Facile. 

<<Non è così facile dover mentire loro e poi chi ti assicura che Robin non punti proprio sulla mia famiglia per farmi uscire allo scoperto?>>, sospirò esausto mentre faceva il giro della stanza, io mi sedetti sul letto, per cercare di calmarmi un po', <<non succederà, andrà tutto secondo i piani devi solo accettare>>, portai il pollice alla bocca, mordicchiai con forza le cuticole, tanto da farmi uscire del sangue. Ero nervosa, disperata e non sapevo cosa cazzo fare. Avrei dovuto partire con un ragazzo di cui sapevo ben poco? Avrei dovuto mentire ai miei genitori? Avrei dovuto sicuramente dirlo ad Elisabeth, e non l'avrebbe presa bene, ovviamente. Avrei dovuto mettere in gioco tante cose, abbandonarne altrettante altre, per fare questa specie di fuga, con lui? <<Metti caso che io accetto questa cosa, dove li prendiamo i soldi per partire e per vivere lì due mesi?>>, non avrei mai potuto chiedere tanti soldi, avrei potuto farmi dare solo la metà di quello che mi serviva, e il resto? <<A questo ci penso io, tu come ti ho già detto, devi solo decidere>>, <<ti odio>>, dissi di getto osservandolo. Quegli occhi, averli così vicini per due o più mesi...Come avrei potuto a quel punto, nascondere i miei sentimenti? <<Lo so che infondo questo odio nasconde altro, quindi che facciamo?>>, lo guardai storto prima di rispondere, <<partiamo>>, e lo vidi entusiasta, molto più di un bambino che comprava le figurine. <<Adesso ascoltami bene, domani mattina alle 7 dobbiamo essere in aeroporto, i biglietti li ho già presi>>, domani? Io credevo di avere almeno una settimana di tempo per dare la notizia ai miei genitori. Perché aveva preso già i biglietti poi, se non avesse saputo cos'avrei deciso di fare? <<Quando li hai presi?>>, <<circa un oretta prima che tu venissi qui>>, continuava a sorprendermi questa conversazione, <<e come facevi a sapere che avrei accettato?>>, si fermò ai miei piedi, si inginocchiò e mi guardò intensamente negli occhi, cavolo era troppo bello. 

Nothing is lost🌝Where stories live. Discover now