1973: Festeggiamenti

71 11 9
                                    

‹‹Tutto bene?››

Lais se ne stava seduta sul prato con la schiena appoggiata ad una grossa quercia. Non era la prima volta che si rifugiava in questo angolo di giardino, e Regulus era andato abbastanza a colpo sicuro. L'amica si era tolta le scarpe e le calze e affondava i piedi nell'erba che stava ricominciando a crescere.

‹‹Non dovresti essere con gli altri festeggiare?››

‹‹Andrò da loro dopo›› Regulus si sedette al suo fianco. Le loro spalle si sfioravano.

Restarono in silenzio per un tempo indefinito, Lais chiusa nel suo mondo e Regulus in attesa che lei gli consegnasse le chiavi per aprire le porte ed entrarvi.

‹‹Perché?›› l'amica continuava a tenere i piedi ben affondati nel terreno e con lo sguardo sembrava non voler vedere qualcosa di diverso dalle sue ginocchia. Qualche ciocca era sfuggita alla coda in cui aveva legato la sua chioma, e le ricadeva davanti al viso. Regulus scosse le spalle.

‹‹Pensavo volessi compagnia. Sfogarti con qualcuno per quello che sarebbe potuto succedere ad Agatha››

‹‹E tu sei venuto da me per questo?›› la ragazzina alzò finalmente lo sguardo. Era profondamente colpita da quello che Regulus aveva fatto.

‹‹Consideri il quidditch uno sport barbaro›› rispose semplicemente l'amico, mal celando un sorriso che minacciava di incurvargli le labbra.

‹‹Non lo considero uno sport barbaro. È uno sport barbaro›› ribatté sorridendo, poi l'ennesima ciocca di capelli le ricadde davanti al viso e con uno sbuffo cercò di rimettersela a posto. Non riuscendoci, Regulus gliela sistemò.

‹‹Devi stare tranquilla, se nessuno è intervenuto significa che erano tutti sicuri che Agatha Abbott potesse farcela da sola›› la rassicurò il ragazzino, o almeno ci tentò. L'occhiata che gli lanciò Lais lo fece deglutire intimorito.

‹‹Senti non sarò un'esperta di scope, e me ne tengo lontana il più possibile da quello strumento di Belzebù, ma quello non mi è sembrato un comportamento normale››

Lais aveva perfettamente ragione, nemmeno Regulus era certo di che cosa fosse successo. Semplicemente da un momento all'altro, la scopa di Agatha Abbott sembrava essersi animata di vita propria. Però il suo compito era quello di rassicurare l'amica, e non se ne sarebbe andato fino a quando non ci sarebbe riuscito.

‹‹Siamo in una scuola di magia e stregoneria, qualsiasi cosa fosse successa Madama Pomfrey avrebbe trovato una soluzione. Massimo una notte in infermeria e Agatha Abbott sarebbe stata come nuova. Ma per fortuna non è successo nulla››

Lais annuì poco convita, non riusciva a non togliersi dalla testa l'immagine di puro terrore che aveva visto dipinto sul viso delle gemelle Abbott. E anche se Robert Mills aveva cercato di dissimulare al meglio, anche la sua faccia tradiva il panico che provava nel vedere la propria ragazza in quella situazione del tutto inaspettata.

‹‹Lais, esiste una pozione che fa ricrescere le ossa. Ed i nostri insegnanti sono i migliori maghi d'Inghilterra, se non del mondo nel caso del preside Silente›› Regulus le prese la mano e la strinse nella sua, cercando di trasmettere calma e serenità alla sua amica.

‹‹Forza vai a festeggiare, io me ne torno al dormitorio›› sospirò la ragazzina riprendendosi le calze appoggiate dentro le scarpe. Regulus aspettò che l'amica riavesse i piedi coperti, poi si alzò prima di lei e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.

‹‹Tanto dobbiamo andare nella stessa direzione. E nel frattempo mi puoi raccontare che cosa è successo alla tua frangia››

Lais scoppiò a ridere anche se le sue guance iniziarono a pizzicarle, segno che si stavano iniziando ad arrossare.

Il Diario Dell'EredeWhere stories live. Discover now