1972: I Talenti Nascosti Di Ryan

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Con la pratica sgattaiolare fuori dai sotterranei era diventato sempre più facile. E l'aver imparato a muoversi per Grimmauld Place senza fare troppo rumore, sicuramente giocava a vantaggio di Regulus. Ryan si era dimostrato un ottimo compagno in queste spedizioni notturne; infatti, il ragazzino si muoveva con la stessa agilità di un gatto e sembrava in grado di trattenere il respiro per minuti interi per ridurre al minimo i rumori.

A costo di allungare la strada per arrivare fino all'arazzo di Barnaba, i due ragazzini avevano concordato di percorrere tutti i corridoi in cui erano sicuri si trovassero angoli appartati in cui nascondersi in caso trovassero qualcuno lungo il loro tragitto. Per fortuna non avevano mai grossi problemi, solo una volta erano stati quasi beccati da uno dei prefetti di Corvonero che stava pattugliando quel corridoio; la presenza di uno stanzino delle scope li aveva salvati. 

Questa sera, però, i due ragazzini non incontrarono nessuno. E arrivati a destinazione si assicurarono di essere da soli. Negli arazzi tutti dormivano profondamente, non c'era nessuna fonte di luce nel corridoio se non quella che entrava da una grande finestra a qualche metro da loro. La luce lunare allungava le ombre delle loro figure e regalava un alone perlaceo alla loro pelle.

‹‹Io controllo che nessuno arrivi. Tu fai quello che devi›› senza troppe parole Ryan si era andato ad appostare in un angolo non illuminato del corridoio, la bacchetta stretta tra le mani. Regulus si piazzò davanti al muro chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. In modo meccanico incominciò a ripercorrere il tratto di corridoio davanti al muro in cui sarebbe dovuta comparire la porta. Nella sua mente riaffioravano le immagini di come sarebbe dovuta essere la stanza delle necessità.

Un grande tavolo per studiare tutti insieme, una grande libreria in cui avrebbero potuto trovare tutti i libri di cui potevano avere bisogno, un piccolo angolino dove potersi rilassare: magari un divano davanti al camino come nella sala comune e qualche poltrona...

Uno stranuto rimbombò nel silenzio. Regulus smise immediatamente di camminare e pensare alla stanza delle necessità, Ryan scattò fuori dal suo nascondiglio. Aveva le orecchie all'erta e con gli occhi scrutava nel buio alla ricerca dell'intruso. Con molta attenzione anche Regulus strinse le dita intorno alla sua bacchetta.

Restarono fermi e con tutti i sensi all'erta per quelli che sembrarono minuti interminabili, ma oltre ai suoni prodotti dai loro respiri non sembrava esserci niente di strano. Ryan sospirò sollevato, facendosi poi cadere a gambe incrociate sul pavimento. Rivolse all'amico uno sguardo interrogativo e Regulus scosse la testa. Ancora niente.

‹‹Forse potresti provare a dire a voce alta quello che vuoi dentro la stanza›› Regulus gli scoccò un'occhiata ironica, quella non era per niente l'idea migliore per non farsi beccare, anzi. Con un piccolo aggiustamento avrebbe potuto funzionare però.

‹‹Muffliato›› sicuro che in questo modo nessuno poteva sentirlo, ricominciò con il suo rituale. Scandiva con sicurezza quella che era ormai diventata una litania dalla cadenza regolare, mentre con passo cadenzato camminava avanti e indietro.

Ryan era tornato nel suo cantuccio d'osservazione, pronto a scattare in caso di difficoltà. 

Regulus aveva perso il conto delle volte in cui aveva ripetuto i tre giri necessari per far comparire la porta della Stanza delle Necessità. Era sul punto di proporre a Ryan di tornare ai loro dormitori quando l'amico gli fece cenno di stare immobile. Completamente spalmato contro il muro, il ragazzino stava lasciando il suo angolo d'ombra. Aveva sicuramente visto o sentito qualcosa che l'aveva fatto insospettire. Per non attirare l'attenzione non aveva nemmeno evocato l'incantesimo Lumos, preferendo muoversi con il favore della scarsa illuminazione di cui era provvisto l'ambiente.

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