Capitolo 39

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"Tesoro mi passeresti quel rastrello per favore?"chiese mia madre. Ultimamente si stava dedicando al giardino. La piccola veduta della cucina che dava su di esso non le piaceva più,sopratutto dopo tutti questi mesi di gelo. Aveva voglia di cambiare, e aveva chiesto a mio padre di comprarle più piante possibili. Uno dei suoi fiori preferiti erano i tulipani, e ne aveva cosi tanti, che uscendo in giardino, sembrava di essere in quei cartoni fatati dove facevano crescere i fiori in un batter d'occhio. Da quando faceva gli straordinari a lavoro, non aveva più cosi tanto tempo per pensare alla casa, e visto che oggi era i suo giorno libero, se lo era preso per prendersi cura del suo giardino. Le passai l'attrezzo che mi aveva chiesto, e misi in ginocchio vicino a lei con l'intento di aiutarla a mettere il sacco di terra che faceva fatica a rovesciare nel vaso.
Elizabeth:" Allora tesoro, come stanno andando le cose?" mi chiese lei incuriosita
Carol:"Tutto bene mamma, non vedi che bel sorriso che ho stampato in faccia" le dissi voltandomi con un finto sorriso, dalla sua parte
Elizabeth:"Dai, non fare la spiritosa, io parlo sul serio" disse togliendosi un pò di terra dal braccio
Carol:"Si mamma, sto bene" le dissi "Non hai più bisogno di preoccuparti" la rassicurai
Elizabeth:"Va bene, fingerò di non preoccuparmi" disse mettendo con disinvoltura la pianta dentro la terra. "Come sta James?" chiese poi
Carol:"James?" dissi voltandomi improvvisamente verso di lei "Come lo sai tu..."
Elizabeth:"Tesoro sono tua madre, ogni segreto che nasacondi, la mamma lo scova" disse sorridendo.
Era un mese che stavo uscendo con James, o meglio, ci ritrovavamo ogni pomeriggio nel bar vicino al lago o sulle panchine vuote durante la settimana quando non c'erano persone e il locale era pieno,con il nostro libro,che era diventato soltanto una scusa per parlare di tutte le cose che piacevano ad entrambi. Dopo il primo incontro, ho iniziato a conoscere un James particolarmente buono e dolce. Aveva quello strano senso di menefreghismo mischiato a quella malinconia amara che mi piaceva. Mi piaceva molto ascoltarlo parlare della sua passione per i libri e per la canoa. Sopratutto per la seconda, che me ne parlava come se fosse la cosa più bella che avesse mai fatto in tutta la sua vita.
Elizabeth:"James, è un bell'uomo" disse lei dandomi una leggera spallanta con sorriso malizioso
Carol:"Mamma!" dissi sbalordita "Siamo solo amici"
Ryan:"Ecco i miei due più bei fiori del giardino" disse raggiungendoci con dei sacchetti di fiori in mano
Elizabeth:"Ecco finalmente le mie piantine" disse allungando le mani per prenderli
Ryan:"Di cosa stavate ridendo prima?" aggiunse incuriosito
Elizabeth:"Di nulla, cose personali"
Ryan"Non ci dovrebbero essere segreti in questa famiglia, sopratutto adesso" disse, insistendo sull'ultima frase. Non sapevo se quell'espressione fosse rivolta verso di me o verso la mamma, ma vedendola molto tranquilla, mi voltai verso mio padre incalzandolo a parlare
Carol:"A cosa ti riferisci?"
Ryan:"Un uccellino mi ha detto che ti stai vedendo con James" disse camminando avanti e indietro per il giardino. Io e mia madre ci guardammo, come a capire già chi avesse fatto la spia
Carol e Elizabeth:"La signora Collins"
L'uccellino era la signora Collins, precisamente Chantal Collins, era la donna più impicciona di tutta la mia città. Sapeva tutto di tutti, persino quanti pacchetti di farina contenesse il nostro supermercato di fiducia. Passava i pomeriggi interi, insieme al suo gruppetto, a fare lunghe camminate vicino al lago e a farsi gli affari delle altre persone. Amava cosi tanto impicciarsi, che non aveva perso occasione di correre e andare a dire a mio padre con chi mi vedevo nel pomeriggio. Improvvisamente mi arrivò un messaggio da parte di James. Tempismo perfetto. Mi aveva scritto che tra poco ci saremmo dovuti vedere al lago.
Carol:"Non ci stiamo vedendo, ci confrontiamo solamente su un libro" dissi con il telefono in mano
Ryan:"Perchè non dirlo subito e farmelo dire dagli altri?" chiese alzando il tono di voce
Carol"Perchè non c'è nulla da sapere" gli dissi con fermezza "Ora vado a cambiarmi che faccio tardi"
Ryan:"Esci con James?" disse mettendosi davanti a me per bloccarmi l'entrata di casa. Tolsi lo sguardo da lui perchè infastidita da tutte le ripetute domande che mi faceva per colpa della signora Collins
Elizabeth:"Ryan lasciala stare, è grande ormai, sa badare benissimo a se stessa" disse mia madre prendendo le mie parti
Ryan:"Carol" disse voltandosi verso di me che stavo quasi per varcare la porta "Non mischiare la famiglia con il lavoro" disse infine prima che richiudessi la porta. Tutto questo discorso aveva preso una piega molto pesante dal mio punto di vista. Ero passata dal dirlo ad una persona, all'essere il centro dello scoop cittadino. Non sopportavo chi non si faceva i fatti propri e non sopportavo il non essere libera di prendere una decisione. Ancora una volta mi ritrovavo con due piedi in una scarpa o meglio una fossa, mi stavo piano piano facendo terra bruciata da sola, e ora che papà aveva reagito cosi nel sapere di James, non immagino cosa fosse successo se avesse saputo di Chris e delle mille bugie che gli ho raccontato in tutto questo tempo, solo per stare con lui.
Aprii la porta della camera e andai spedita verso l'armadio a cambiarmi la maglietta sporca di terra. Mi ero preparata già prima di scendere per andare in giardino, mi ero messa anche una delle mie maglie preferite, ma non pensavo mi sarei sporcata di terra. Corsi verso la macchina con ancora mezza camicia sbottonata per paura di arrivare dopo James. Non salutai nessuno prima di uscire per non creare l'ennesima discussione. Mi finii di vestire in macchina e dallo specchietto retrovisore vidi la signora Canfield portare il suo cagnolino a spasso per il nostro quartiere;sorrisi, per poi mettere in moto e andare da James. Vicino la spiaggia tirava un forte vento nonostante fosse una bella giornata, e il lago ultimamente non era pulito come al solito; aveva quella strana sporcizia che si trova all'inizio dell'acqua. La macchina di James si trovava al centro del parcheggio vicino al bar. Parcheggiai vicino a lui che non se ne accorse minimamente perchè preso a guardare il telefono. Diedi un piccolo colpo di clacson per richiamare la sua attenzione, e quella fu una cattiva idea,perchè si spaventò. Una volta richiamata la sua attenzione, mi fece cenno di raggiungerlo nella sua macchina. Scesi dalla macchina e sfidai il vento che mi scompigliò tutti i capelli prima di salire in macchina.
Carol:"Che vento che tira fuori!" dissi una volta entrata in macchina con le mani in mano
James:"Ciao Carol" disse lui sorridente
Carol:"Ciao"
James:"Ti sta molto bene questa camicetta" disse senza nessuna vergogna. Mi sentii quasi in imbarazzo se non di più, fuori luogo, se non avessi sporcato la maglia che avevo prima, avrei risparmiato il mio rossore in faccia
Carol:"Grazie",abbassai gli occhi e lui rise a quel gesto. Anche se era un mese che ci vedevamo, da parte mia,non c'era ancora quella spinta che mi faceva essere me stessa al cento per cento.
James:"Hai portato con te il libro?" chiese. Storsi il naso come per chiedere scusa, ogni volta mi dimenticavo di metterlo in borsa tanto che era diventata un'abitudine leggere le citazioni dal suo libro
"Come non detto" aggiunse prima di aprire il libro.

"Quando si è innamorati si comincia con l'ingannare sé stessi e si finisce con l'ingannare gli altri; è questo che il mondo chiama una "storia d'amore". Sempre!"

Nel mentre che James stava leggendo attentamente le citazioni del libro di Oscar Wilde, mi abbassai improvvisamente con tutto il corpo verso il poggia piedi della macchina.
James:"Cosa stai facendo?" domandò nel vedermi fare quel gesto cosi misteriosamente
Carol:"Ssshh" dissi bisbigligliando "Fai finta che io non sono qui"
James non stava capendo il mio essere diventata strana cosi improvvisamente, tanto che dovette chiudere il libro e voltarsi verso di me per sapere cosa stesse accadendo
James:"Mi puoi spiegare che cosa ti è preso?"; sbuffai prima di dargli risposta,per poi voltarmi verso di lui
Carol:"Vedi quel gruppo di signore lì davanti?" gli dissi facendogli cenno con la testa "Non guardare da questa parte o mi scopriranno, guarda avanti"
James:"Okay okay non ti guardo" disse "Si le vedo,allora?"
Carol:"Una di quelle è la signora Collins. Lei è andata a dire a mio padre che io e te usciamo insieme"
James:"Quindi adesso Ryan lo sa?" chiese
Carol:"Si" James non ebbe nessuna reazione alla mia risposta, era rimasto a guardare il gruppo di signore chiacchierare tra di loro senza nemmeno un accenno di paura "Non ti importa?" aggiunsi
James:"Onestamente?No" disse schietto "Non credo che un gruppo di signore debba andare a sindacare sulla vita degli altri, tanto meno sulla tua e condizionarti a nasconderti vicino al sedile per paura del pensiero delle altre persone. Tuo padre ormai lo sa,no? Questa è la cosa più importante" disse tranquillamente
Carol:"Oh" rimasi sbigottita dalla sua affermazione perchè sapeva affrontare le cose di petto al contrario di me
James:"Quindi,adesso,potresti uscire da lì sotto per favore" disse porgendomi la sua mano. Feci di no con la testa in senso contrariato. "Senti,ho un'idea!"
Carol:"Quale idea?"
James:"Prima però,sali e poi te la dico" odiavo questo botta e risposta così infantile, però lo accontentai e mi misi seduta, prima di finire nel mirino della signora Collins, che non perse tempo per voltarsi nella mia direzione
Carol:"Ecco io lo sapevo,mi ha visto" dissi coprendomi gli occhi con le mani
James:"Ehy,Carol, va tutto bene prima o poi dovevi uscire da lì sotto" disse prendendomi le mani. I suoi occhi azzurri erano diventati più marcati per via della luce del sole che penetrava nella macchina. Mi guardava con fermezza senza distogliere mai lo sguardo e io non potevo che fare lo stesso, dimenticandomi delle signore che ci stavano osservando
Carol:"Ora andrà a dire tutto a papà"
James:"Allora visto che gli andrà a parlare, dovrà dirgli anche questo" non finì nemmeno la frase che mi ritrovai le labbra di James posate sulle mie. Rimasi con gli occhi aperti cercando di capire il perchè lo avesse fatto. Pensavo che il suo piano fosse scappare via dal parcheggio,non un bacio... Certamente, dopo questo, la signora Collins avrebbe appeso dei manifesti per far sapere a tutti che mi aveva visto. Sentivo gli occhi addosso,persino in lontananza, loro e quelle simpatiche tute color pastello. Con la coda dell'occhio le vidi allontanarsi dalla nostra parte e,delicatamente,spostai James.
James:"Scusami" disse poi vedendo la mia faccia contrariata "Volevo solo dargli una lezione"
Carol:"Non preoccuparti" gli dissi facendo un piccolo sorriso "Ora è meglio che ritorni a casa"
James:"Ma siamo appena arrivati"
Carol:"Si lo so, mi sono appena ricordata di avere un impegno con una mia amica" risposi prima di uscire dalla macchina. James probabilmente non capì la mia reazione e lo notai da come continuava a seguirmi con lo sguardo, prima di arrivare nella mia macchina, e chiedermi di tirare giù il finestrino.
James:"Domani ci vediamo?" chiese quasi speranzoso
Carol:"Si ci vediamo domani" dissi per poi richiudere il finestrino e rifugiarmi con la mia vergogna nella mia piccola automobile.

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