Capitolo 3

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Sono passati tre giorni da quando Chris è venuto a casa nostra, e in questi tre giorni ho dovuto fare vari progetti e portarmi avanti con i compiti. Avevo bisogno di uscire,di cambiare aria, così scrissi alla mia amica,Abigail. Lei era già una ragazza con le idee chiare,amava il divertimento ed era molto festaiola. Era fidanzata da un anno. Non siamo le solite amiche che si scrivono tutti i giorni,anzi per via dello studio ogni tanto ci sfugge sentirci per telefono e, il fine settimana,decidiamo di vederci per aggiornarci sulle ultime news. Sono un'ottima ascoltatrice,sopratutto per quanto riguarda le storie altrui. Prima di iniziare il corso di letteratura ero proiettata alla facoltà di psicologia,ma sarei stata coinvolta troppo nelle faccende emotive e lavorative dei miei pazienti.
Amava gli abiti sgargianti ma alla moda,i suoi capelli erano castani quasi sul biondo,e lei odiava questa sfumatura sulle punte. Gli occhi erano color nocciola,non amava truccarsi ma amava sperimentare tutto ciò che davano in commercio le pubblicità sui social. Le mandai di fretta un messaggio e,mentre aspettavo una risposta, rimisi apposto i libri nella libreria. Presi il telefono,e andai nella stanza di mio fratello,che stava giocando nella sua postazione da gamer immerso ad inseguire qualche mostro.
Carol:"Io sto scendendo a preparare il pranzo" gli dissi affacciata alla porta. Non avendo risposta me ne andai verso la rampa di scale. Avrei dovuto sistemare un po' la casa,la mamma sarebbe tornata tra poco,ma appena scesi, vidi che ci aveva pensato già lei la sera prima. In frigo c'era l'imbarazzo della scelta,ma la mia mano sapeva già cosa cucinare.Presi il sacco di verdure e le tagliai per metterle sulla griglia. Mentre guardavo le verdure attenta a non farle bruciare,mi arrivò un messaggio.
"Carol mia ma certo che possiamo vederci oggi, non vedo l'ora di raccontarti le ultime cose successe. Ci vediamo al solito bar. Baci". Abigail mi aveva risposto e io ero così contenta di rivederla e di sentire qualche suo dramma.
Le verdure erano pronte così come la tavola, stavo aspettando il ritorno di mamma. Guardai l'ora e pensai che se non avessi mangiato ora avrei fatto tardi all'appuntamento. Mio fratello scese di sua spontanea volontà,questa volta,sentiva fame anche lui;decidemmo di sederci e mangiare. Mia mamma fece tardi quel giorno,non la sentii arrivare perché ero concentrata a finire il trucco. Le linee non vennero uguali,ma camuffai il trucco con qualche sfumatura. Mi misi un jeans e un maglione rosso,anche se era marzo, faceva ancora freddo. Aspettavo di mettermi il mio chiodo di pelle da un po',ma sapevo che se non fosse arrivato un po' più di caldo non lo avrei messo. Presi la borsa e il cellulare,e andai di sotto. Mia mamma era seduta a tavola insieme a mio padre,mentre mio fratello stava guardando una serie tv su Netflix. Mamma si accorse di me. "Tesoro ciao,stai uscendo?"disse,e papà si voltò verso di me.
Carol:"Si mamma sto uscendo con Abigail,ho bisogno di prendere un po' d'aria" dissi mentre mi infilavo le scarpe.
Elizabeth:"Fai bene,anche se il tempo non è dei migliori." disse guardando fuori dalla finestra, "Divertiti casa" aggiunse.
Carol:"Okay mamma grazie" le dissi prendendo le chiavi della macchina,e uscii di casa.
La mia macchina era color grigio scuro,una Matiz. Amavo le macchine di piccolo habitat,mi sentivo più sicura come un piccolo spazio tra me e me. Misi in moto e mi avviai verso il Birmingham Park dove c'era la migliore caffetteria della città. Nel parcheggio non c'era quasi nessuno,solo qualche macchina qua e là.Trovare parcheggio non fu un impresa,anzi lo trovai subito. Mi guardai intorno in cerca di un viso familiare,ma sapevo che Abigail,come suo solito,avrebbe fatto ritardo.
Accesi la radio e mi misi comoda sul sedile,sganciai la cintura di sicurezza e iniziai a cambiare le stazioni radiofoniche. Il cielo era grigio,ogni tanto le nuvole venivano squarciate da qualche spiraglio di luce,ma poi tornava grigio come prima. Alla radio davano qualche canzone di The Weekend,iniziai a canticchiarla ad occhi chiusi mentre sorridevo ricordando i momenti estivi. Ad un certo punto fui riportata alla realtà,dopo un ticchettio fastidioso di qualcuno che bussava al finestrino.Abigail era arrivata. Tutta sorridente mi fece cenno di uscire dalla macchina. Stava morendo di freddo,si vedeva da come si dondolava da una parte all'altra per prendere calore.
Abigail:"Da quanto tempo Carol!" disse sfoggiando un sorriso a trentadue denti.
Carol:"Lo so hai ragione" dissi accennando un mezzo sorriso. Ormai non ci vedevamo più come una volta,da quando il liceo era finito avevamo preso strade diverse io e lei. Indossava la sua solita gonna nera con un paio di stivali alti che arrivavano al ginocchio, una giacca lunga nocciola che le dava l'aria di una donna in carriera. Ci abbracciammo,lei era molto contenta non sapevo se nel vedermi o per le storie che di lì a poco mi avrebbe raccontato.
Abigail:"Che ne dici se entriamo,si muore di freddo qui fuori" disse mentre ci dirigemmo verso l'entrata.
Appena aprimmo,il campanello sulla porta fece il solito tintinnio. Il bar era molto casual,pareti fatte di mattoni che davano l'aria rustica ma allo stesso tempo soft alla stanza. Non c'era molta gente,il nostro tavolo vicino alla grande finestra che proiettava sulla strada e sul parco,era libero. Con un'occhiata ci scambiammo un segno di approvazione e andammo a sederci. Sedemmo una di fronte all'altra,lei si tolse la giacca per sfoggiare il suo nuovo maglione nero,mentre io posai solo la borsa dietro alla sedia. Prese le mani nelle sue e ci appoggiò la testa abbozzando il suo solito sorriso  incuriosito.
Abigail:"Allora come stanno andando le cose all'università?"mi domandò interessata.
Carol:"Bene bene" le dissi mentre guardavo le sue unghie lunghe rosse. "A te invece,come sta andando all'accademia?" aggiunsi;
Abigail:"Molto bene,abbiamo iniziato a studiare storia dell'arte e a visitare nuovi posti per prendere spunto per i nostri lavori" disse mentre il suo telefonino si illuminò. Si distrò un secondo per rispondere al messaggio, e ritornò su di me con sguardo alquanto cupo.
Carol:"Che succede?" le dissi,mi accorgevo sempre di tutto quello che succedeva agli altri,anche da una minima espressione,sapevo cosa provasse quella persona.
Abigail:"Mah niente... io e Michael abbiamo avuto una discussione e oggi ha deciso di darmi buca" disse sbuffando; "Io non capisco perché ogni volta dobbiamo arrivare fino a questo punto. Dopo un anno mi aspettavo un po' di maturità e invece.."
Carol:"Abi,sono maschi cosa vuoi ne sappiamo noi di cosa pensano" le dissi sorridendo rassicurandola. Lei scoppiò a ridere e mi diede ragione. Il cameriere si accorse che eravamo sedute da un po',così prese carta e penna e venne verso di noi.
"Salve volete ordinare qualcosa?"disse passando lo sguardo tra me e Abigail.
Abigail:"Mmh io si, un caffè macchiato" disse guardandolo mentre prendeva l'ordinazione;
"E per lei invece?" disse guardandomi,
Carol:"Per me niente grazie" gli dissi con sorriso timido.
"Perfetto allora arrivo subito con il suo caffè macchiato" disse sorridendo ad Abigail. Non prendevo mai niente quando uscivo,non per fattore di soldi ma perché sarei andata sicuramente su qualcosa che finiva per appesantirmi.
Il servizio era stato molto veloce, anche perché non era affollato. Il cameriere le portò il suo caffè macchiato con qualche bustina di zucchero. Lei agitò quello di canna,lo aprì e lo rovesciò nel caffè;mentre girava sentimmo il cameriere salutare a gran voce qualcuno.
"Ehi Chris,amico mio,solito caffè da portar via?" disse lui dandogli il cinque. La scena a me era ben chiara,ero seduta si di fronte ad Abigail,ma vedevo tutte le persone che entravano e uscivano. Abigail si girò con il cucchiaino in bocca,interessata nel capire chi fosse. Io rimasi dritta ma interessata alla scena. Era Chris,non lo avevo mai visto prima venire in questo bar,non che io esca molto,però quelle poche volte che ci vengo non ho mai fatto caso della sua presenza. Chris ordinò un caffè al bancone. Era vestito molto elegante; con completo giacca,pantalone e cravatta blu. Si iniziò a guardare intorno e quando il suo sguardo incontrò la mia parte del tavolo, distolsi il mio e lo spostai su Abigail che stava bevendo la sua tazza di caffè. Sentivo il suo sguardo addosso e pregavo dentro di me di non presentarsi al mio tavolo. Cosi però non fu.
Chris:"Ehi,Carol che ci fai qui?"disse guardandomi mentre si metteva le mani in tasca;
Carol:"Ciao Chris,sono uscita con la mia amica per fare due passi" gli dissi osservandolo.
Si creò un silenzio imbarazzante e la mia amica passò lo sguardo da me a lui in cerca di spiegazione.
Carol:"Ah si scusatemi,lei è Abigail la mia amica mentre lui è Chris,il migliore amico di mio padre" dissi io mentre i due si diedero la mano,presentandosi. Abigail era al quanto interessata all'uomo in piedi al nostro tavolo,io invece stavo analizzando la scena in cerca di una via di fuga.
"Chris il caffè è pronto" disse il cameriere facendo cenno con la mano e poggiando la tazzina di caffè sul bancone;
Chris:"Arrivo subito" disse,non si voltò affatto verso di lui,era concentrato nella quasi conversazione iniziata. "È stato un piacere rivederti,ora vado a bere il caffè" disse lui sorridendo e si avviò verso il bancone.
Abigail si sporse in avanti verso di me,e per non farsi sentire chiese quasi bisbigliando :"Questo gran figo è il migliore amico di tuo padre?" disse incredula pensando alla persona presente poco fa;
Carol:"Si" le dissi
Abigail:"E non mi dici niente, magari avercelo io un amico così" disse facendo quel suo sorriso malizioso.
Carol:"Abigail.." la rimproverai.
Chris finì il suo caffè,lo pagò,salutò il cameriere e prima di uscire salutò anche me con la mano. Anche io ricambiai il saluto e seguii il suo tragitto dalla finestra,fino a quando non si allontanò con la macchina. Abigail mi guardava,in quel momento immaginavo il suo cervello aggrovigliarsi in cerca di qualche risposta,ma la sua lingua la precedeva ogni volta.
Abigail:"Per caso è successo qualcosa tra di voi?" chiese con fare perplesso
Carol:"No" rimasi scioccata dalla sua domanda. È il migliore amico di mio padre,mi ha visto praticamente crescere cosa doveva mai succedere.
Abigail:"La prossima volta che viene ci sarò anche io a casa tua" rise,anche io risi ma in modo nervoso.
Decidemmo di pagare il conto e di tornare ognuno a casa sua. Lei doveva risolvere la questione con Michael,nonostante i loro bisticciare,si amavano davvero o almeno così facevano trasparire. Ci salutammo da dentro le nostre macchine,lei partì subito e io poco dopo, verso la via di casa.

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