Capitolo 1

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Sento caldo, troppo caldo tanto da rigirarmi e rigirarmi nelle coperte fino a toglierle del tutto. Apro gli occhi, giro la testa per fissare l'orario sulla sveglia, 5:30 di mattina, tra due ore mi sarei svegliata,ma ormai una volta sveglia non riuscivo più ad addormentarmi. Iniziai a fissare il soffitto bianco notando che prima o poi la mia camera andava di nuovo dipinta;decisi di alzarmi e andare al bagno. Aprii la porta più silenziosamente possibile mia madre stava dormendo tra mezz'ora si sarebbe svegliata ; mentre mio padre ,probabilmente ,sarà in cucina a prepararsi il caffè, il suo ufficio aspettava di essere aperto per accogliere nuovi clienti. Entro in bagno ancora assonnata, era freddo però mi alleviò quella sensazione di caldo che mi stava soffocando in camera. Accesi la luce e fui accecata subito da quella luce biancastra che appesero sopra lo specchio,a mio parere troppo forte e non evidenziava per niente l'arredamento del bagno. Mi diedi una sciacquata al viso e mi guardai allo specchio,la mia faccia esprimeva già la sofferenza di iniziare l'ennesima giornata in università,non che mi dispiacesse andarci ma svegliarmi presto la mattina non mi è mai piaciuto e non vedevo l'ora che arrivassero le vacanze Pasquali. Vi starete domandando chi sono o probabilmente no, ma questa è la mia storia e se siete capitate qui non penso sia un caso. Mi chiamo Carol Jones e vengo da Birmingham una città molto importante dell'Inghilterra, famosa sopratutto per le opere d'arte. Non posso lamentarmi della mia vita anzi da questo punto di vista sono stata molto fortunata sopratutto in ambito familiare. Mia madre,Elizabeth Clarke, è un'infermiera di successo al Birmingham City Hospital; ha sempre adorato diventare infermiera fin da quando era bambina e alla fine ha realizzato il suo sogno. Sua madre morì giovane e da quel momento capì che il suo destino era quello di aiutare gli altri. Capelli ricci neri,alta,occhi verdi ;sempre truccata per dare colorito alla sua pelle biancastra, vestita perennemente di nero ma quello è sempre stato il suo colore,ormai ci avevamo fatto l'abitudine. Ryan Jones,nella vita lavorativa avvocato d'ufficio che adora scontrarsi contro le ingiustizie delle persone,nella vita di tutti i giorni,mio padre. Alto, brizzolato e grandi occhi marroni ;sempre vestito in giacca e cravatta adorava vivere la sua vita dividendo il lavoro e la famiglia senza mischiare le cose. Mio papà ci adorava, e noi adoravamo lui tanto che nelle sue giornate libere ci portava a fare pick nick di famiglia per goderci la natura. Fino ai 5 anni sono stata sempre sola,a giocare con le bambole e a domandarmi se nella vita avrei mai avuto delle vere amiche oltre loro, fin quando un giorno mia madre, mi annunciò che sarei diventata la sorella maggiore perché sarebbe arrivato Brandon Jones,mio fratello. Ci passiamo sei anni di differenza,lui 13 enne in pieno sviluppo ormonale io invece 19 enne che sembra aver vissuto già una vita intera. Siamo l'opposto io e lui, a lui non frega niente del giudizio degli altri mentre a me si, lui starebbe ore e ore a giocare alla play mentre io amo stare le ore a leggere e rimanere sola a sentire la musica. Nonostante la nostra diversità sono sempre stata spinta da questo senso materno verso i  suoi confronti e questa cosa viene vista da lui come una cosa positiva perché sa, che per qualsiasi,cosa io sono qua per lui. Adesso mi ha superato di statura ma non ci vuole molto per farlo essendo bassa. Moro ,con gli occhi neri. Fortunatamente,ho preso gli occhi verdi come mia madre,l'unica cosa che mi piace di me. Sono mora anch'io e questa cosa non mi dispiace visto che sono stata per sei anni con dei capelli biondo paglia voluti in un momento di pazzia adolescenziale,in quel momento mi piacevano ma con il tempo capii che quel colore non mi donava per niente. Non sono mai stata magra,anzi il mio corpo non l'ho mai visto come un ostacolo fin quando non cresci,e la gente ti fa vedere ciò che tu hai cercato di nascondere da sempre. L'adolescenza mi ha fatto sempre rimanere allo scuro di tutte le persone che c'erano,mi nascondevo da tutti per evitare le risate delle persone,che anche se non erano per me,in quel momento me la prendevo sul personale. Il tempo ti cambia, e ti fa scoprire un mondo diverso da come te lo eri immaginato poco prima, a 19 anni posso dire di essere diventata forte nei confronti degli altri.

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Uscii dal bagno e incrociai papà che mi salutò con un bacio sulla fronte mentre cercava di sistemarsi la cravatta. Lo guardai scendere le scale e mi indirizzai verso la mia camera illuminata solo dalla mia luce notturna a forma di pinguino. Mi sedetti a gambe incrociate,aprii il cassetto e presi un elastico nero per raccogliermi i capelli sudati in una cipolla alla rinfusa. Aprii l'agenda,le lezioni sarebbero iniziate alle otto e mezza,avevo tutto il tempo per accompagnare anche mio fratello a scuola. Accesi la televisione e misi il volume al minimo per non fare casino,mi faceva compagnia mentre sceglievo i vestiti per l'università.
Sentii bussare,ero già in piedi così aprii la porta.
Elizabeth:" Tesoro io sto andando a lavoro, la colazione è già pronta devi solo riscaldare il latte. Io scappo che è tardi,ci sentiamo dopo"; disse bisbigliando mentre richiudeva la porta.
Nel frattempo, decisi di andare a fare una doccia. Aprii il rubinetto,ci volle un po' per far scendere  l'acqua calda,e intanto che aspettai mi iniziai a spogliare. Sentii subito un brivido di freddo lungo la schiena e mi affrettai ad entrare in doccia per non prendere freddo,l'acqua calda mi diede sollievo e fui inebriata dal vapore che fuoriusciva da essa.
Uscii dalla doccia e nel bagno c'era solo vapore,anche lo specchio era appannato tanto da non potermici specchiare. Ci passai una mano e disegnai uno smile, ma sarebbe rimasta la forma se non lo avessi tolto subito e mia madre se la sarebbe presa nel momento in cui avrebbe dovuto lavare lo specchio. La mia faccia era spenta o rilassata, non saprei scegliere quale delle due descrivesse il mio stato in quel momento,presi il phon e iniziai ad asciugarmi i capelli.
Dal corridoio dopo un lungo silenzio sentii una porta aprirsi,uscii dal bagno con il correttore in mano per dare un po' di colorito al viso; e vidi mio fratello venire verso di me ancora assonnato che si stava stropicciando gli occhi per prendere contatto con la realtà.
Carol:" Ben svegliato dormiglione" dissi a voce bassa per non stordirlo
Brandon:"Buongiorno" si limitò a dire e mi abbracciò. Gli diedi un lieve bacio sui capelli e lo coccolai un po'. Si sciolse dall'abbraccio e si diresse verso le scale.
Carol:"Dove vai?" chiesi mentre seguivo con lo sguardo la sua camminata verso le scale;
Brandon"Vado a fare colazione" disse abbozzando uno sbadiglio.
Carol:"Vuoi che ti dia una mano?" chiesi incuriosita;
Brandon:"No no tranquilla c'è la faccio da solo" limitò a dire. Rientrai in bagno e finii di truccarmi. Amavo truccarmi,niente di naturale per me,proprio come la mamma,ombretto,eye-liner e mascara per evidenziare lo sguardo. Devo dire che da un certo punto di vista assomigliavo alla mamma, con i suoi modi di fare,la sua forza,mi rivedevo in lei; mentre dall'altro lato ero la fotocopia di mio padre,sopratutto caratterialmente,permalosa,silenziosa e solitaria.
Scesi per fare colazione anche io, mio fratello stava finendo di bere il latte mentre io decisi di farmi un cappuccino.
Mentre misi la tazza nel forno a microonde,gli chiesi:"Hai qualche verifica oggi?"
Brandon:"No fortunatamente Miss Smith ha annullato la verifica di scienze, non capisco perché ci facciano studiare scienze, a cosa ci serve" disse lui mentre si alzò e venne verso il lavandino per posare la tazza sporca. Il mio cappuccino era pronto,così lo tirai fuori dal microonde e andai a sedermi sulla cucina a isola sporca di briciole e gocce di latte.
Carol:"Ma come a che serve Brandon, la scienza come le altre materie serve a conoscere" dissi con la bocca piena di biscotti.
Brandon"Oddio che palle che sei!" disse mentre lo vidi scomparire sulla rampa delle scale;
Carol:"Brandon!" dissi con tono lamentoso
B:"Io vado a vestirmi!" disse strillando dal piano superiore.
C:"Si però muoviti che tra poco dobbiamo uscire da casa" dissi urlando mentre finivo l'ultimo sorso di latte.
Uscimmo di casa,feci un lungo respiro, e inalai l'aria fredda della mattina. Aprii la macchina facendo cenno a mio fratello di salire. Non era molto contento di andare a scuola,glielo si leggeva in faccia,ma non fece storie ,si limitò a stare in silenzio per tutto il tragitto a fissare la strada e a sentire i radiofonici che parlavano dell'oroscopo mensile. Prima di scendere mi diede un bacio sulla guancia,richiuse la portiera dietro di se,e corse verso i suoi amici che lo stavano aspettando. Ripartii e andai all'università.
2:30 di pomeriggio
Finalmente la giornata all'università era finita,pensai mentre parcheggiai la macchina sul viale di casa. Mi guardai intorno,la macchina di papà non c'era,sicuramente farà un po' di ritardo per il pranzo.
Entrai a casa e vidi mamma tutta frettolosa a preparare il pranzo.
E:"Ciao Tesoro" disse sfoggiando il suo sorriso mentre mescolava l'insalata con la salsa allo yogurt
C:"Ciao mamma",ricambiai lo sguardo ed entrai nella cucina.
E:"Come è andata la giornata?" disse mentre cercava del pane in cassetta in uno dei ripiani in alto.
C:"Bene bene stancante ma bene, oggi al corso di letteratura abbiamo iniziato Oscar Wilde" dissi entusiasta mentre appoggiai le braccia sul tavolo; "a te invece come è andata?",
E:"Eh stancante anche per me, mentre me ne stavo andando ho avuto un'emergenza e fortunatamente sono riuscita ad assisterla prima di finire il turno",disse mentre mise la ciotola con l'insalata sul tavolo. Mentre io e mamma stavamo parlando,la porta si aprii,e mio fratello e mio padre entrarono di soppiatto lasciando le scarpe vicino alla porta.
Papà si tolse il cappotto e lo appese mentre mio fratello salii in camera sua per posare lo zaino. Mentre lo guardavo posare la giacca,papà venne verso di me e mi diede una carezza sui capelli "ciao tesoro" si limitò a dire ;andò da mamma e la salutò con un bacio sulle labbra.
E:"È pronto" urlo mia madre per farsi sentire da mio fratello che era sparito e non si era ancora sentito da quando entrò a casa;
B:"Sto scendendo" urlò lui che scese immediatamente perché affamato.
Ci sedemmo tutti a tavola,come ogni giorno e iniziammo a mangiare l'insalata e il pollo. Papà accese la televisione e mise uno dei tanti talk show americani che davano il pomeriggio; il pollo non mi piaceva tanto però lo mangiai lo stesso.
Mentre mia mamma era intenta di mettersi l'insalata nel piatto,si rivolse verso papà e gli chiese;" A te come è andata la giornata invece?". Mio padre finì il boccone:"Bene bene c'era molto via vai oggi per via di alcune pratiche che dobbiamo svolgere,Chris è davvero fondamentale per me, metà del mio lavoro lo assegno a lui così ci occupiamo delle stesse cose e finiamo anche prima" disse mentre si portò alla bocca un altro pezzo di pollo.
Mia madre annuì :"Stasera è confermato che viene a cena?" disse lei mentre lo guardava mangiare
R:"Si certo porterà anche il gelato al cioccolato" disse sorridendo a mio fratello;
B:"Siii dobbiamo finire la partita dell'altra volta su Call Of Duty" disse sorridendo con papà.

Il migliore amico di mio padre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora