Capitolo 21

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Facevo avanti e indietro fuori la porta chiusa dello studio di papà. Era rintanato lì dentro da ore a completare qualche pratica. Ripetevo le stesse cose da più di un'ora dovevo essere più tranquilla e serena per far sì che papà ci cascasse. Le mie unghie erano diventate un'arma letale per sconfiggere l'ansia. Mi fermai un secondo e poggiai l'orecchio sulla porta per sentire se stesse facendo qualcosa di importante. Dall'altro lato si sentiva solo un grande silenzio e ogni tanto il rumore del tasto del mouse premere sullo schermo. Respirai affondo e aprii la porta lentamente per far rallentare qualsiasi cosa avesse detto dopo la domanda che gli avrei fatto,o almeno,nella mia testa aveva senso tutto ciò.
Carol:"Ciao Papà" dissi dondolandomi sui talloni timidamente mentre lo fissavo passare lo sguardo da un foglio all'altro senza nemmeno accorgersi della mia presenza
Ryan:"Ciao tesoro" disse firmando un foglio che teneva a mezz'aria nella mano sinistra
Carol:"Hai da fare?"
Ryan:"Un po',sto firmando delle carte" disse sparpagliando alcuni fogli posti ordinatamente sul tavolo per cercare quello giusto. "Ti serviva qualcosa?" aggiunse poi
Carol:"Volevo chiederti..." Mi fermai improvvisamente distratta dalla pellicina che mi stavo torturando da minuti per non apparire nervosa.
"Abigail e i suoi genitori mi hanno invitato a passare il weekend nella loro casa a Walsall. Posso andarci?" dissi tutto d'un fiato strizzando gli occhi. Papà rimaneva in silenzio, e per un momento pensai che quello che avevo appena detto era solo fiato sprecato perché tanto non mi stava dando ascolto. Tirai un sospiro di sconfitta per aver speso ciò che mi ero preparata da ore davanti una persona che era presa dal lavoro.
Ryan:"Quanto dovresti stare lì ?" disse catturando pienamente la mia attenzione
Carol:"Venerdì,Sabato e Domenica. Lunedì tornerei a casa" dissi con la voce piena di entusiasmo. Papà posò la penna e poggiò una mano sotto il mento iniziando a pensare a quale risposta dovesse darmi.
Carol:"Posso?" lo incalzai io
Ryan:"Si puoi andare"
Tirai un piccolo strillo per la felicità accompagnato da un battito di mani verso l'uomo che stava esaudendo uno dei miei desideri. Andai verso di lui saltellando, e lo abbracciai per ringraziarlo.
Carol:"Sai che sei il miglior papà del mondo?" gli dissi mentre lui faceva una faccia contrariata
Ryan:"Lo so, ora sparisci prima che cambi idea" disse scherzando. Lo lasciai al suo lavoro uscendo definitivamente dal suo studio. Mi portai il telefono alle labbra e sorrisi al pensiero di poter finalmente uscire da questa città. Mancava solamente la conferma dei miei genitori per poter realizzare il mio sogno di viaggiare,anche se per pochi giorni. Già mi immaginavo passare tra le vie affollate di New York,poter stare a ritmo delle persone che facevano avanti e indietro per i piccoli vicoli delle vie più famose,sentirmi grande quasi come a toccare il cielo soltanto attraverso una piccola finestra di un hotel. Chris avrebbe fatto i salti di gioia una volta saputo che saremmo partiti. Era più entusiasta di me nel partire nonostante l'esserci gia stato.
La sola e unica persona che dovevo avvisare era Abigail. Come al solito non ci sentivamo da un po' e devo dire che nonostante il mio da fare, ogni tanto sentivo la mancanza delle sue folli storie. Ogni qual volta su Instagram mi compariva una sua foto con qualche nuova sperimentazione di outfit descritta magnificamente da una didascalia presa da Pinterest. Al liceo quando uscivamo insieme mi sentivo sempre la sua ombra allo scuro di tutti e di tutto,lei aveva quest'aura che coinvolgeva perfino le persone sconosciute. Era bella e questa cosa veniva usata come vantaggio,come è giusto che sia, sopratutto nei confronti dei maschi. Ho sempre invidiato questa sua scioltezza nell'andare incontro a ciò che aveva sempre avuto in mente, non gliene mai fregato del parere degli altri,lei era così,ribelle ma allo stesso tempo riflessiva sulle scelte che avrebbe intrapreso.
Tornando al viaggio,dovevo assolutamente trovare un compromesso anche nei suoi confronti. Doveva assolutamente coprirmi in questa mia piccola follia; però conoscendola, potrebbe iniziare a fare mille domande per arrivare alla conclusione più ovvia. Fissai il suo numero per ore,facendo avanti e indietro per la stanza che sembrava più vuota di sempre. Mi sedetti sul letto e muovendo la gamba nervosamente,la chiamai. Il telefono squillava e quel rumore mi provocava un forte disturbo tra le idee che mi mi stavo facendo.
"Pronto?" disse la voce all'altro capo. Rimasi in silenzio con il cuore che mi martellava in petto.
Carol:"Abigail" riuscì solamente a dire con la voce tremolante
Abigail:"Carol?" disse a mo di domanda
Carol:"Si sono io"
Abigail:"Ciao tesoro da quanto tempo,come stai?" disse tutta entusiasta mettendomi subito a mio agio
Carol:"Tutto bene grazie,tu come stai?"
Abigail:"Diciamo,ultimamente un bel massaggio non mi dispiacerebbe" disse facendo una risata nervosa
Carol:"Michael?"
Abigail:"Come,non lo sai?"
Carol:"Cosa?"
Abigail:"Ci siamo presi l'ennesima pausa di riflessione" disse con tono stancante
Carol:"Ma come? Di nuovo?"
Abigail:"Si esatto roba da non credere. Dopo un anno ha voluto un momento di raccoglimento con se stesso per pensare"
Carol:"E tu come stai?"
Abigail:"Tesoro io sto una bomba, tra cambi di abiti, nuovi design sui vestiti, nella mia vita non ci si annoia mai. E poi non sono mica da sola" disse con tono ammiccante
Carol:"Abigail" dissi con tono rimproverante
Abigail:"Che c'è non faccio niente di male,ora che sono single mi diverto un pochino. Che ti pensavi che mi rintanassi in casa a mangiare gelato"
Carol:"No certo però..."
Abigail:"Carol,tesoro,la vita è troppo breve per sprecarla con queste stupidaggini"
E aveva ragione vedeva il mondo diversamente da come lo vedevo io ,se mi fossi trovata nella sua stessa situazione probabilmente avrei fatto la fine di Bridget Johansson sul divano a piangere e affogare il mio dolore nelle vaschette di gelato.
Abigail:"A cosa devo questa chiamata?" Rimasi in silenzio,tanto che poi le parole mi uscirono dalla bocca di getto.
Carol:"Ti va di vederci?"
Abigail:"Adesso?"
Carol:"Si se non hai da fare"
Abigail:"Tra due minuti dovrei finire il corso. Passami a prendere, ti aspetto sotto casa mia" disse come se fossi un comune autista. Presi dall'armadio un pantalone nero della tuta che usavo per stare in casa e una maglietta a maniche corte. Mi legai i capelli con il fermaglio e indossai gli occhiali. Quest'oggi non avrei preso la giacca di pelle, il caldo si intensificava giorno dopo giorno nonostante si alternava con i giorni piovosi. In casa regnava il silenzio seguito ogni tanto da qualche urlo di mio fratello, contro il videogioco. Senza avvisare nessuno, presi le chiavi della macchina,ed uscii di casa. La mia macchina aveva bisogno di una ripulita sia dentro che fuori, sicuramente Abigail abituata alle sue comodità,avrebbe fatto qualche sua solita battuta. La sua casa non distava molto dalla mia,diciamo che non era una vera e propria casa,ma un piccolo appartamento addobbato con un solo e unico colore per non creare confusione tra i colori che avrebbe potuto scegliere. La vidi, anche da lontano non passava inosservata. Jeans a zampa di elefante e un top corto di raso che metteva in evidenza i suoi lunghi capelli curati. Mi accostai vicino al marciapiede dove stava aspettando,e salì con nonchalance nella mia macchina. Ci guardammo entrambe attraverso lo specchietto retrovisore interno.
Abigail:"Oh al diavolo vieni qui" disse attirandomi a se. Ecco cosa mi mancava nella mia vita in questo momento per essere veramente felice,un'amica.
Abigail:"Ora basta con queste smancerie andiamoci a sedere davanti un buon calice di vino rosso" disse alzando le sopracciglia accompagnato da un sorriso maligno.
Il parcheggio fuori il bar offriva una bellissima visuale del tramonto che si mescolava con le acque limpide del laghetto di Birmingham. Avrei voluto tanto fare una foto per cogliere quel momento,ma Abigail mi mise fretta nel scendere dalla macchina che mi dimenticai di scattare. Entrammo nel bar e il cameriere che mi servì l'altro giorno mi salutò con un cenno, anche Abigail lo salutò pensando fosse per lei,ma io la lasciai fare senza dire niente.
Abigail:"Allora, che mi racconti?" disse infilandosi con la sedia vicino al tavolino. Ecco,da dove iniziamo mia cara Abigail, non servirebbe una giornata per spiegarti quante cose sono successe,pensai tra me e me.
Carol:"Mi sto vedendo con qualcuno..." dissi abbassando lo sguardo sul mio pantalone nero
Abigail:"Non mi dire, finalmente" disse lei avvicinandosi ancora di più verso di me,interessata alla faccenda
Abigail:"Racconta tutto. Come si chiama?"
Carol:"Chris"
Abigail:"Mmhhh Chris...Viene alla tua università?"
Carol:"No"
Abigail:"Oh, e allora dove vi siete conosciuti?"
Carol:"È un amico" dissi "Un amico di famiglia" aggiunsi a bassa voce
Abigail:"Gli amici di famiglia hanno sempre un certo fascino"
Carol:"Abigail" dissi ridendo
Abigail:"Che c'è è la verità, te lo dice un esperta di queste cose...comunque andiamo avanti..più grande o più piccolo di te?"
Carol:"Più grande.."
Abigail:"21...23...?" disse con le mani posati sulle guancia
Carol:"Trenta.."
Abigail:"Trenta?" disse sgranando gli occhi "Tesoro mi stai prendendo in giro?"
Carol:"No.."
Abigail:"Aspetta... Ma non sarà mica quel figo che abbiamo incontrato nel bar?"
La guardai con uno sguardo da cane bastonato,ormai la verità era venuta a galla e dalla sua espressione riuscì a trasparire quanto fosse sorpresa.
Abigail:" O mio dio"
Carol:"Shh abbassa la voce qui lo conoscono tutti" dissi facendole cenno con la mano
Abigail:"E come è successo?"
Carol:"Non lo so,è successo e basta"
Abigail:"Sapevo che tra voi due c'era qualcosa, l'ho visto dal primo giorno che ci hai presentati"
Carol:"Lì non era successo ancora niente"
Abigail:"Questa storia mi sta intrigando sempre di più, voglio tutti i dettagli"
Carol:"Te la racconterò un giorno, ma prima devo chiederti un favore"
Abigail:"Dimmi pure"
Carol:"Devi coprirmi"
Abigail:"Carol mi stai iniziando a spaventare"
Carol:"Non allarmarti devo partire"
Abigail:"Parti con Chris super fusto?"
Carol:"Chris cosa?"
Abigail:"Chris super fusto è il soprannome del tuo tipo"
Carol:"Non stiamo insieme cioè in verità non lo so nemmeno io"
Abigail:"Dove andrete?"
Carol:"New York"
Abigail:"Adoro, quel ragazzo ha stile non solo nel vestire ma anche in fatto di posti da visitare" disse confermando i suoi pensieri.
Carol:"Ho detto ai miei che saremo con i tuoi genitori nella tua casa a Walsall durante questo fine settimana"
Abigail:"Ho sempre amato una fuga romantica tipo questo genere"
Carol:"Non è una fuga romantica" dissi ridendo
Abigail:"Ooh e dai lasciami sognare" disse tirando un finto schiaffo in aria.

Il migliore amico di mio padre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora