Capitolo 23

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L'aeroporto pullulava di gente che usciva ed entrava dalle tante porte che si aprivano e si chiudevano in continuazione. Chris parcheggiò la macchina nel parcheggio apposito per la sosta, per poi scendere e scaricare le valigie. Io rimasi ferma a fissare qualche famiglia  tornata da qualche  viaggio esotico,per via della pelle abbronzata. Mi vennero in mente i miei genitori, i nostri viaggi estivi ogni anno verso mete diverse. Il senso di colpa mi stava divorando da dentro, dopo tutte le gratitudini per essere stata sempre una figlia impeccabile, le bugie questa volta stavano prendendo il sopravvento sulla mia vita. Improvvisamente sentii bussare sul vetro del finestrino. Chris mi fece cenno di sbrigarmi da scendere dall'auto o saremmo arrivati tardi. Mi slacciai la cintura di sicurezza e lasciai in macchina quel senso di timore, per non far preoccupare Chris durante questa breve vacanza.
Chris:"Tutto bene?" disse trascinando la valigia verso l'entrata
Carol:"Si tutto okay" dissi io fingendo un sorriso
I lunghi corridoi facevano strada a milioni di persone che andavano verso mete diverse, alcuni in cerca di risposte, altre per iniziare una nuova vita. Chris si guardava intorno in cerca di qualche gate libero per poter  far vedere i biglietti. Ci mettemmo dietro ad una delle tante code assistendo ad ogni tipo di annuncio che davano dagli autoparlanti per informare i passeggeri dei prossimi imbarchi. Dopo svariati minuti ad aspettare che la fila diminuisse, arrivò il nostro turno nel quale una ragazza molto paziente e gentile controllò i nostri documenti e i biglietti, per poi darci indicazioni verso il nostro gate definitivo. Prendemmo le scale mobili dal quale si poteva avere la totale visuale di tutto l'aeroporto senza tralasciare nessuno dei presenti. Uscimmo fuori e per la prima volta potei assistere nel vedere dal vivo, un aereo. Mi scappò una grande risata di gioia che catturò l'attenzione di Chris intento a sbrigarsi per arrivare verso le scale dell'aereo.
L'interno era enorme sembrava di essere in mezzo a quelle lunghe passerelle durante le sfilate di moda. I sedili erano tutti blu con il poggia testa color bianco in tinta con il soffitto. Chris mi stava davanti che controllava in continuazione il numero dei sedili che contenevano il nostro numero.
Chris:"Ecco qua numero 24 e per te numero 25, vicino al finestrino" disse alzandosi gli occhiali e iniziò a infilare la roba sopra di noi,nel porta bagagli. Non ci volle molto per riempire tutti i posti a sedere, tanto che iniziarono a darci il benvenuto con le giuste precauzioni, in varie lingue. Mi allacciai la cintura di sicurezza e tirai un grande respiro prima che l'aereo prendesse il volo. Non la smettevo di guardare fuori e sentire dietro di me un bambino urlare per la felicità.
Chris:"Vuoi fare cambio di posto?" disse voltandosi verso di me
Carol:"No tranquillo va tutto bene" dissi con gli occhi chiusi mentre mi accucciavo in me stessa con l'intento di diventare un tutt'uno con la poltrona.
Chris:"Stiamo per partire" disse mentre era interessato a guardare fuori il motore dell'aereo azionarsi;senza neanche accorgermene, gli presi la mano e gliela strinsi. All'inizio rimase sconvolto da quel gesto, poi si ammorbidì tanto da accarezzarmi la mano per farmi tranquillizzare. Guardai fuori dal finestrino,sospesa in aria, in mezzo a migliaia di nuvole dove nessuno poteva venirmi a cercare. Tutte le mie paure erano rimaste lì in quella macchina che da qua sopra sembrava soltanto un microscopico puntino nero. Mi guardai intorno e vidi che la gente iniziò a fare le proprie cose come se stessero veramente nel salotto di casa. Tenevo ancora stretta la mano a Chris come se fosse un tranquillante umano dal quale non potevo fare a meno. Il cielo era limpido, pieno di nuvole che si infrangevano delicatamente contro l'aereo. Per ingannare le lunghe ore di volo decise di iniziare un film che si era scaricato sul cellulare prima di partire. Collegò le cuffie al telefono e me la passò una. Il film parlava di un gruppo di militari che andavano in missione. Non ero molto interessata, sopratutto a questo genere di film,però a lui piaceva e si vedeva da come attentamente commentava a bassa voce ogni singola mossa che il protagonista compieva per salvare gli altri. Chris era fatto così,nonostante l'attore interpretasse un ruolo, lui era semplicemente affascinato da chi si prendeva cura degli altri. Chiusi gli occhi e poggiai la testa sulla poltrona cullata dagli spari provenienti dalla cuffia.
Mi svegliai con un peso sulla spalla e vidi che la cuffia che avevo mi era caduta sul grembo. Chris si era addormentato probabilmente subito dopo aver finito il film e,girandomi verso gli altri passeggeri, notai che non era l'unico ad essersi addormentato. Guardai dal finestrino le mille luci che ricoprivano le città. Ero da sola,pensai, da sola in un mondo pieno di piccole lucine sconosciute. Controllai l'orario sul telefono per vedere quanto mancasse al nostro arrivo. Due ore. Per ingannare il tempo decisi di ascoltare della musica dal telefono di Chris. Spotify pullulava di cartelle sparse che consigliavano canzoni anni ottanta, a quanto pare uno dei suoi generi preferiti. La musica non mi piaceva molto,ad eccezione di qualche d'una, ma dovetti accontentarmi e passai le restanti due ore a guardare fuori dal finestrino.
Ormai c'eravamo quasi, dall'alto si vedeva la città della grande mela colma di strade affollate e piccoli grattacieli di varie dimensioni. Mi inizia ad agitare sul sedile per quanto felice io fossi. Svegliai Chris per fargli vedere che a breve saremmo atterrati. Si svegliò lentamente non capendo per quale motivo fossi così eccitata. Lo attirai a me per fargli vedere la città in lontananza ma lui, era ancora in dormiveglia che farneticò qualcosa di incomprensibile. Si strofinò gli occhi e fece un lungo sbadiglio prima che, le hostess presenti sull'aereo, iniziassero ad indicarci che appena saremmo atterrati dovevamo scendere con cautela. Ci togliemmo le cinture e Chris si alzò subito per prendere le valigie poste sopra il portabagagli. Mi alzai anche io e gli diedi una mano, ma visto che voleva fare il galantuomo, trascinò la mia valigia e la sua fino all'uscita dell'aeroporto. Una volta usciti non restava che prendere un taxi, non era così difficile anche perché c'è n'erano abbastanza per accompagnare ogni persona che ne aspettava uno lì fuori. Chris si affretto per fare autostop ad un taxi che si era appena parcheggiato vicino al marciapiede. Il tassista uscì fuori per dargli una mano nel caricare le valigie, e io rimasi lì a vedere la sua maglietta rigorosamente verde che mi andò direttamente all'occhio. Uomo alto, molto più alto di Chris, robusto a quanto ho visto di sfuggita. Entrammo nella macchina e sul cruscotto c'era una simpatica bambolina vestita da hawaiana che si muoveva. La città non era molto distante,solo che per via del traffico, ci mettemmo un po'.
La strada ospitava ai lati ogni tipo di grattacielo sia a destra che a sinistra. La gente attraversava la strada ognuno immerso nei propri pensieri. I taxi gialla facevano largo in mezzo alle tante macchine. Presi il telefono e immortalai ogni singolo centimetro della città che trovavo interessante. Alcune foto vennero sfocate per via della macchina ma altre,erano veramente fantastiche. Posai il telefono in borsa e mi voltai verso Chris. Aveva su gli occhiali da sole nonostante il tempo non fosse dei migliori, era rivolto verso il suo finestrino mentre si stuzzicava una pellicina sul pollice. Mi avvicinai piano sotto lo sguardo che mi dava l'autista da dentro lo specchietto. Gli accarezzai lentamente il braccio e mi sgorgai in avanti per attirare la sua attenzione.
Carol:"Tutto okay?" dissi continuando ad accarezzargli il braccio. Chris annui senza nemmeno voltarsi verso di me, sapevo che c'era qualcosa che non andava però,feci finta di nulla e me ne ritornai al mio posto. Il tassista mi fece un sorriso strano quasi di compassione, e dopo svariati ticchettii del dito sul volante,aprì una conversazione.
"Allora ragazzi da dove venite?" disse, catturando la totale attenzione di Chris
Chris:"Da Birmingham" disse lui
"Oh tutto questo viaggio per venire alla grande mela"
Chris:"Si ma non staremo qui molto"
"Comunque io sono Michael Wesley ma potete chiamarmi Mike"
Chris:" Io sono Chris" disse sistemandosi il cappello in testa
"E la ragazza ha un nome?"
Carol:" Mi chiamo Carol" dissi cambiando lo sguardo dallo specchio
Mike:"Che ci fanno due giovani in questa grande città?"
Chris:"Una vacanza"
Mike:"È il luogo perfetto per spassarsela, dove alloggerete?"
Chris:"Al New York Palace" disse guardando l'orario sul suo orologio
Mike:"Wow il New York Palace è uno degli hotel più grandi che possiate trovare qui. Purtroppo per quelli che fanno questo lavoro non possiamo permetterci questo tipo di lusso" disse abbassando lo sguardo
Chris:"Ha famiglia?"
Mike:"Si ho tre figli e mia moglie lavora in un ristorante come cameriera"
Chris:" Come fate a vedervi con questi ritmi?"
Mike:"Sai Chris l'amore certe volte va oltre gli orari. A volte nonostante la mia stanchezza la aspetto la sera tardi tornare dopo una giornata passata in giro a prendere ordinazioni, la aspetto solo per farle capire quanto io la ami"
Anche uno sconosciuto sapeva parlare dell'amore come se fosse l'unico appiglio al quale aggrapparsi. Mi uscì una lacrima perché immaginai questo grande uomo aspettare ogni sera la propria donna rientrare a casa.
Mike:"Signorina perché piange?"
Carol:"No nulla di grave mi emoziono facilmente" dissi ridendo asciugandomi la lacrima. Si accostò vicino ad un marciapiede e dopo un po' si girò verso di noi.
Mike:"Sa, lei è un uomo fortunato, donne così al giorno d'oggi se ne vedono poche" disse mettendo una mano sul ginocchio di Chris.
Mike:"Il nostro viaggio è giunto al capolinea ragazzi" disse spegnendo la macchina. Uscimmo tutti insieme per prendere le valigie dietro il portabagagli. Mike se ne ritornò in macchina e abbassò il finestrino.
Chris:"Ecco a te Mike, tieni anche il resto" disse porgendogli la mancia
Mike:"Io non so come ringraziarvi, te ne sono molto grato" disse stringendogli la mano, " Questo è il mio biglietto, se vi servisse un passaggio non esitate a chiamarmi"
Chris:"Ne saremo molto lieti" disse sorridente
Mike:"Buon proseguimento ragazzi" disse mentre noi lo salutavamo con la mano per poi non vedere più la macchina gialla.

Il migliore amico di mio padre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora